Il ministro Boccia: “Strage di Viareggio, colpa più grave è non imparare dalla tragedia”

15 settembre 2020 | 18:56
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Il ministro Boccia: “Strage di Viareggio, colpa più grave è non imparare dalla tragedia”

Incontro con i familiari delle vittime insieme ai candidati Pd Francesca Fazzi e Alberto Veronesi

“A Viareggio ho incontrato l’associazione ‘Il mondo che vorrei’ che raccoglie i familiari delle vittime della Strage del 29 giugno 2009. Da una tragedia come quella la colpa più grave è non saper trarre gli insegnamenti. Le vicende penali dei singoli le regolerà la giustizia come è giusto che sia, ma lo Stato ha il dovere di garantire che tragedie simili non accadano mai più”. Così il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Francesco Boccia, al termine dell’incontro con Marco Piagentini, presidente dell’associazione dei familiari delle vittime della Strage di Viareggio.

“Questo deve essere un nostro impegno verso le famiglie delle vittime, verso chi come Marco Piagentini, che quella notte ha perso la moglie e due dei suoi tre figli, porta ancora oggi sul volto e nelle sue parole i segni di quella tragedia. Con una dignità eccezionale, Marco non chiede risarcimenti o ristori che avrà al termine di un processo lungo e difficile. Chiede giustizia e sicurezza. Non per sé, nessuno potrà ridargli la famiglia persa, ma per l’Italia di oggi e di domani. È nostro dovere ascoltarli e essergli accanto”.

Erano presenti i candidati al consiglio regionale Francesca Fazzi e Alberto Veronesi, il presidente del Consiglio comunale di Lucca Francesco Battistini, il consigliere delegato al lavoro Roberto Guidotti. Intensa e approfondita la testimonianza del presidente Marco Piagentini sui problemi di sicurezza che affliggono la rete ferroviaria italiana: “Ancora oggi vagoni merci carichi di gpl attraversano tutti i giorni molti territori italiani – afferma Francesca Fazzi – abbiamo il dovere di aumentare le misure di sicurezza e modernizzare l’infrastruttura ferroviaria dotandola di adeguati sistemi attivi e passivi per limitare il rischio di incidenti. Non si possono fare economie sulle figure professionali ferroviarie che rappresentano il vertice del sistema articolato di controllo”.