Regionali, Massimiliano Simoni (FdI): “La sanità in Toscana non funziona”

Il candidato al consiglio regionale: “La salute dei cittadini deve tornare al primo posto”
“Il modello virtuoso della sanità toscana? Solo nella testa del governatore Enrico Rossi e della sua cerchia”, così il candidato di Fratelli d’Italia alle elezioni regionali di domenica e lunedì (20 e 21 settembre), Massimiliano Simoni, risponde ai messaggi che arrivano dalla Sinistra di governo sulla bontà del sistema sanitario regionale.
“Nel nostro tour elettorale, durante il quale non ci siamo mai fermati – dice Simoni – è emerso praticamente in ogni appuntamento qualche problema legato alla sanità. Tralasciando i ritardi e le incertezze nell’affrontare l’emergenza coronavirus, che si notano ancora oggi nella difficoltà a fare i tamponi o i test sierologici, con tutte le conseguenze del caso per i lavoratori costretti a casa magari sfruttando ferie e permessi, sono tanti gli argomenti nel mirino di residenti e cittadini”.
“Innanzitutto le lunghe liste di attesa – ricorda Simoni – per esami anche importanti per la prevenzione dalle malattie. La realizzazione dell’Asl di area vasta non ha certo migliorato la situazione: non per tutti, infatti, è la stessa cosa effettuare un esame a Lucca, Viareggio, Barga o Castelnuovo invece che a Piombino o all’Isola d’Elba. Si è persa quella territorialità della sanità che è sempre stata un fiore all’occhiello, a favore di un criterio prettamente economico e improntato al risparmio”.
Di qui le conseguenze anche sugli ospedali: “L’ospedale unico di Lucca ha ridotto i posti letto – ricorda Simoni – ben prima di costruire una sistema integrato con la sanità territoriale per il trattamento dei post acuti. Con il risultato che si è visto anche in piena emergenza Covid per la mancanza di letti per ricoverare e trattare gli ammalati gravi, tanto che ci si è dovuti contraddire riaprendo alcune sale del vecchio ospedale di Campo di Marte. Ogni giorno, poi, sentiamo di servizi diminuiti all’ospedale Versilia, che rischia la marginalizzazione. Per non parlare delle strutture (e dei territori) della Valle del Serchio che vedono ogni anno mettere in discussione la presenza dei fondamentali presidi”.
“Come ho sempre dichiarato in questa campagna elettorale – conclude Simoni – la sanità deve essere al primo posto. Un servizio sanitario che curi tutti gli italiani in maniera celere e appropriata. E dove non sia necessario avere in tasca la tessera di partito per lavorare o per fare carriera, come troppo spesso è successo negli ultimi anni, a discapito della qualità”.