Mammini e il futuro della città, le associazioni ambientaliste: “Tante contraddizioni dall’assessore”

Legambiente, Italia Nostra e Rete dei Comitati: “Su ex manifattura project financing su beni culturali non è previsto dal vigente codice dei contratti”
Futuro della città, le associazioni ambientaliste contro le dichiarazioni dell’assessore Serena Mammini a Lucca in Diretta.
La nota è a firma di Legambiente Lucca, Italia Nostra sezione di Lucca e Rete dei Comitati per la difesa del territorio: “L’intervista – dicono le associazioni – presenta diverse contraddizioni e tenta di capovolgere la realtà in relazione a importanti questioni infrastrutturali e alla vicenda della ex Manifattura”.
“In merito alle questioni infrastrutturali – dicono le associazioni – i sogni li lasciamo agli adolescenti. Ci limitiamo a constatare che il completamento dell’asse suburbano è di competenza comunale: peccato che questo intervento così urgente sia indicato nel piano triennale delle opere pubbliche con priorità media e non possa avere dignità attuativa in quanto la relativa previsione urbanistica è decaduta (al pari di quanto era accaduto per il ponte sul Serchio, la cui previsione è stata recentemente riattivata da una specifica variante urbanistica)”.
“Quanto al tema della ex Manifattura – proseguono Legambiente, Italia Nostra e Rete dei Comitati – resta il fatto che l’intervento diretto sia stato abbandonato “in corsa” successivamente allo svolgimento del consiglio comunale aperto dello scorso 8 settembre, in cui l’assessore Mammini ha fatto scena muta, non avendo fornito risposte agli interrogativi lasciati aperti dalla replica del sindaco. Successivamente al Consiglio l’avvocato Altavilla, incaricato dalla nostre associazioni, ha trasmesso alla amministrazione comunale una significazione elencante le criticità rilevate nella variante urbanistica che l’amministrazione intendeva approvare, in parte successivamente accolta in relazione alla necessità del piano attuativo, utilizzando un’osservazione pervenuta da un cittadino ed inizialmente respinta. Ciò è avvenuto contraddicendo un proprio schema di delibera nell’arco di nemmeno due settimane e determinando un’ampia e repentina riscrittura delle norme tecniche, successivamente approvate con urgenza solo da una parte del Consiglio”.
“Quanto al fatto che il piano attuativo sarebbe stato determinato da “le prescrizioni del segretariato regionale del Mibact che impediscono funzioni importanti (come il residenziale e il turistico-ricettivo) l’intervento diretto non aveva più senso” – si legge nella nota – osserviamo che queste, relativamente alla parte della ex Manifattura posta ad ovest del parcheggio di via della Cittadella, erano operanti sin dal 2016 e trascritte nei registri immobiliari e quindi note a chiunque già da tempo. Quanto alle osservazioni dell’avvocato Altavilla che sarebbero state tutte smontate dall’amministrazione, facciamo presente che il contributo specifico relativo al vuoto normativo del project financing per i beni culturali, significato dall’avvocato, è stato inizialmente portato all’attenzione del Consiglio dall’associazione Legambiente Lucca, che ha fondato la propria posizione normativa su una recente pubblicazione di uno studioso esperto del settore. Poiché sul punto non sono state mai fornite risposte, chiediamo all’assessore Mammini di chiarire le motivazioni per le quali l’amministrazione ritiene che il project financing su beni culturali sarebbe tutt’ora previsto dal vigente codice dei contratti e dal relativo regolamento attuativo, specificando gli articoli della norma che lo prevederebbero in sostituzione alle disposizioni abrogate”.
“La valorizzazione dei beni culturali – conclude la nota – va intesa nel senso stabilito dal codice dei beni culturali: promuovere la conoscenza del patrimonio culturale, assicurando la migliore condizione di utilizzazione e fruizione pubblica del patrimonio stesso al fine di promuovere lo sviluppo della cultura“.