Salute di genere, la commissione: “Non abbassare la guardia sulla prevenzione”

I consiglieri a confronto con la dottoressa Patrizia Fistesmaire: “Servono anche personale e rimodulazione dei servizi”
Si è svolta ieri (19 ottobre) la commissione congiunta delle politiche formative e sociali, presenti la presidente di commissione per le politiche formative, Maria Teresa Leone, i consiglieri Gianni Giannini, Francesco Lucarini, Andrea Giovannielli, Giovanni Minniti, Marco Barsella, Serena Borselli e Simona Testaferrata, presente anche l’assessora Ilaria Vietina.
Per la commissione socio sanitaria, presenti il presidente Pino Ricciardetti, i consiglieri Franceso Cellai, Nicola Buchignani, Alessandro Di Vito, Leonardo Dinelli, Maria Teresa Leone e Fabio Barsanti, partecipa anche l’assessora alla politiche sociali Valeria Giglioli, in collegamento anche la vicepresidente Cristina Petretti.
Argomento all’ordine del giorno una riflessione sulla situazione attuale della salute di genere data l’emergenza sanitaria.
“Il tema di oggi – dice la presidente di commissione Maria Teresa Leone – pone la basi per una riflessione sulla salute di genere legata al momento attuale. Già da qualche mese c’era l’intento di affrontare la questione in generale, con la presenza della dottoressa Fistesmaire”.
Ad introdurre l’argomento, l’assessora alle politiche formative e di genere, Ilaria Vietina. “Mi preme di ricordare che questo tema è stato affrontato più volte in commissione politiche sociali. Il mese di ottobre è dedicato alla prevenzione dei tumori alla mammella, questo ci riporta ad alcune questioni che riguardano la possibilità di mettere a disposizione strumenti e appuntamenti diagnostici necessari – specifica la Vietina – Il nostro punto di partenza dovrà essere quello di modificare l’attenzione dell’opinione pubblica verso tutti gli elementi di prevenzione della salute, con un particolare occhio alle ricadute delle condizioni di salute delle donne e degli uomini nei diversi contesti sociali. La materia in Italia è disciplinata dal Piano di diffusione della medicina di genere, ultima versione maggio 2019”.
“La situazione di pandemia che stiamo vivendo ci pone molte domande e occorre un’attenta riflessione – conclude la Vietina – Le limitazioni di cure ed esami diagnostici di altre malattie sono elementi di preoccupazione”.
Ed effettivamente anche la consigliera Cristina Petretti, sottolinea uno dei più gravi problemi che affligge il sistema sanitario durante questa pandemia: “Ciò che oggi emerge come dato drammatico, è che tutto il settore sanitario è concentrato nella lotta al covid e si è visto un crollo della risposta dei cittadini allo screening di alcuni generi di tumori. Da una parte c’è anche la paura delle persone nel recarsi alle strutture sanitarie e contemporaneamente il sistema è concentrato sull’emergenza e certe risposte e liste di attesa sono diventate inaccettabili.”
La dottoressa Patrizia Fistesmaire, dirigente psicologa e responsabile della Uf Consultoriale Piana di Lucca dell’azienda Usl Toscana Nord-ovest, si collega con la commissione congiunta per affrontare l’argomento della prevenzione e la partecipazione dei consultori a questa attività.
“Oggi il consultorio principale della nostra piana si trova a campo di Marte, ne abbiamo anche uno a Capannori, ma solo con attività di screening. Il 70 per cento del personale inserito nel sistema sanitario è donna, non bisogna dimenticarlo – sottolinea la dottoressa – questa seconda ondata era prevedibile e ci stiamo trovando in una situazione molto critica da un punto di vista socio sanitario. La nuova scommessa sarà quella di potenziare i luoghi di maggior fragilità, come il territorio. Uno dei nostri grossi problemi è quello di trovare personale medico con le dovute caratteristiche, mancano alcune specialità come ad esempio la ginecologia. Ci sono numerosi medici laureati ma pochi specializzandi e la maggior parte preferisce ambienti ospedalieri e forme di contratto differenti da quelli presentati sul nostro territorio”.
“Sugli screening – attività di cui si occupa la dottoressa Fistesmaire – abbiamo avuto il problema della sospensione durante il lockdown, ad oggi non c’è abbastanza adesione, occorre stimolare la popolazione a praticarli”.
La difficoltà nel trovare medici, secondo il parere della dottoressa è dovuto alla precarietà contrattuali, contratti a termine, che non stimolano i giovani laureati, che preferiscono strutture universitarie. Ma non è l’unico problema, il neo laureato non ha una grande esperienza e in alcuni settori questo può incidere notevolmente, tanto che in alcuni casi sono i colleghi presenti da più tempo che si prendono in carica la formazione e li sottrae ad altre mansioni.
Nei nostri ospedali abbiamo anche il problema dei primariati, ci sono molte unità che mancano di primario e ciò crea dei disagi da un punto di vista organizzativo. Oggi la professione medica è per lo più svolta da personale femminile e in molte si dedicano contemporaneamente alla propria situazione familiare e questo crea un carico aggiuntivo che si verifica soprattutto durante lo smart working.
“Mi pare di aver sentito chiaro e forte, che tutte le parole del governo sul potenziamento dal settore sanità, non è stato fatto – tuona la consigliera di opposizione Simona Tesaferrata – È un dato di fatto oggettivo, oggi siamo alla seconda ondata e ci rendiamo conto della situazione in cui versiamo. Vorrei riportare l’argomento su ciò che possiamo fare, come incentivare la popolazione ad effettuare analisi preventive perché è fondamentale, oggi più che mai”.
Quali sono gli interventi possibili nel concreto?
“Bisogna fare in modo che prima e dopo l’emergenza ci sia un presidio socio sanitario e un’unità tra politiche sanitarie e locali – risponde la dottoressa Fistesmaire – Possiamo sconfiggere il virus attraverso la prevenzione, è questa l’unica possibilità per uscirne fuori, i bambini e la scuola sono un esempio. Occorre puntare anche sulle case della salute per potenziarne l’efficacia, perché è il luogo in cui si può affrontare una medicina di prossimità, gli ospedali hanno un ruolo diverso legato alle problematiche della salute”.
Anche l’assessora Ilaria Vietina interviene per contribuire ad una risposta completa alle problematiche presentate:
“Per prima cosa occorre individuare gli interlocutori adeguati e capire che cosa chiedere a l’Asl, cosa al Ministero, anche la Regione Toscana può fare qualcosa dando spazio e maggior risalto alle specializzazioni territoriali. All’Asl bisogna chiedere con forza l’implementazione dei servizi territoriali e va fatto subito, giovedì (21 ottobre, ndr) alla conferenza dei sindaci. Chiedo quindi di redarre un promemoria che possa essere presentato tempestivamente per il 21 ottobre”.
La commissione si scioglie concordando di presentare un documento condiviso, con la presenza dell’opposizione per velocizzare le operazioni e di cui farà parte anche la consigliera di opposizione Simona Testaferrata.
Aconclusione dei lavori giunge una nota da parte dei consiglieri di maggioranza, Maria Teresa Leone e Cristina Petretti: “In sintesi, i principali punti emersi riguardano la necessità di modulare l’organizzazione dei servizi ospedalieri e territoriali in modo che oltre alla gestione dei pazienti-Covid sia mantenuta una costante vigilanza sulle patologie ordinarie, in particolare sui pazienti cronici e in condizioni di fragilità: persone anziane, persone con disabilità, pazienti in carico ai servizi di salute mentale. Fra i percorsi da vigilare con particolare attenzione – spiegano Petretti e Leone – sicuramente rientrano quelli dedicati ai pazienti oncologici, sia per gli interventi di prevenzione, con le relative attività di screening, sia per gli esami diagnostici, che devo essere effettuati in tempi congrui”.
Altro aspetto discusso nel corso della riunione delle due commissioni consiliari è quello relativo alla dotazione di personale sanitario, che deve essere adeguata per garantire risposte tempestive ai cittadini in questo particolare contesto emergenziale, ma anche per assicurare la salute e la motivazione del personale attualmente impiegato.
“E’ stata inoltre sottolineata da tutti – concludono le consigliere Petretti e Leone – la necessità di impostare la ricerca in modo da azzerare le differenze di genere, ma anche quella di potenziare le attività consultoriali, affinché anche in questi momenti siano in grado di garantire il sostegno alla genitorialità, alle famiglie e alla vita, e le Case della Salute, che sempre più devono diventare il riferimento dei cittadini per tutte le risposte territoriali al loro bisogno di salute, anche ricercando la collaborazione attiva dei medici di base e dei pediatri di libera scelta”.