Rifondazione sostiene sciopero nazionale metalmeccanici

4 novembre 2020 | 17:47
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Rifondazione sostiene sciopero nazionale metalmeccanici

Acerbo e Patta: “Non un soldo a settori del padronato senza precisi vincoli sull’occupazione e i diritti dei lavoratori”

Rifondazione Comunista sostiene lo sciopero nazionale dei metalmeccanici, indetto per domani (5 novembre) da Fiom, Fim e Uilm, a sostegno della piattaforma contrattuale contro l’oltranzismo di Federmeccanica e Assistal che – si legge – “non solo chiudono a tutte le richieste, ma attaccano le tutele esistenti rifiutando l’esigibilità di diritti conquistati”.

“E’ gravissima la chiusura totale del fronte padronale sul salario espressa dal rifiuto all’aumento dei minimi contrattuali – commentano Maurizio Acerbo, segretario nazionale, e Antonello Patta, responsabile lavoro – altrettanto pesante l’arroganza che si spinge fino mettere in discussione automatismi su scatti di anzianità e altri diritti già previsti  nell’ultimo contratto”.

“Ma la strategia antioperaia degli industriali per affrontare la crisi – proseguono – si chiarisce in particolare con il rifiuto a definire limiti nel ricorso al lavoro precario, a introdurre vincoli occupazionali e garanzie sui diritti sindacali negli appalti; si svela del tutto nella mancanza totale di disponibilità sulle riduzioni d’orario a fronte di innovazioni tecnologiche e nella sfrontata richiesta di maggiore flessibilità della forza lavoro, in particolare su smart working, lavoro agile telelavoro”.

“E’ chiaro – spiegano – che si osa puntare ancora su  un modello economico e produttivo centrato su bassi salari, per molte fasce di lavoratori da fame, precarietà e flessibilità estreme in un paese come il nostro già agli ultimi posti in Europa per livelli salariali, protezioni sociali e precarietà selvaggia? Un governo che voglia davvero operare una svolta dovrebbe finalmente dire basta a un modello economico e produttivo che ha generato disoccupazione, milioni di poveri, perdita di diritti  e disastrato il sistema produttivo del paese. Allora non faccia come Ponzio Pilato – concludono – Non un soldo deve andare a settori del padronato senza precisi vincoli sull’occupazione e i diritti di lavoratrici e lavoratori.Si impedisca l’utilizzo di fondi pubblici per ristrutturare le aziende a spese dei lavoratori. Il governo decida da che parte sta”.