Covid, Rifondazione Comunista: “Potenziare la sanità pubblica”

Il partito lucchese: “Occorre un grande piano di assunzioni a tempo indeterminato nel Servizio sanitario nazionale”
Sanità pubblica da potenziare. A chiederlo è Rifondazione Comunista di Lucca.
“Il passaggio della nostra regione in fascia arancione era scontato – si legge in una nota – e ci auguriamo che questa misura sia sufficiente a contenere i contagi. Le criticità che si accumulano e pesano su un’organizzazione sanitaria già stressata dalla prima ondata di febbraio/marzo sono enormi e se il quadro dovesse ulteriormente peggiorare non sarebbero garantite cure per tutti”.
“Dall’inizio della pandemia – prosegue Rifondazione- abbiamo continuato a ripetere che servivano provvedimenti urgenti per affrontare l’arrivo della cosiddetta seconda ondata, data per certa, per superare decenni di tagli lineari e di definanziamento del Servizio sanitario nazionale, di privatizzazioni e di assenza di programmazione. Si era annunciato un potenziamento dei servizi nei territori che non c’è stato e ora assistiamo ad un’inqualificabile scaricabarile delle responsabilità fra governo centrale e regioni. Ci chiediamo se sia oggi possibile invertire la marcia con provvedimenti non più rinviabili”.
“È inderogabile il potenziamento dei posti letto ospedalieri pubblici – chiede il partito – dei servizi del territorio, della prevenzione e della medicina di base, della presa in carico domiciliare, delle cure intermedie, dei percorsi diagnostici e terapeutici territoriali, sia Covid che non. Perché non esistono, purtroppo, solo i malati covid e non è tollerabile che i pazienti cronici, i malati oncologici siano pressoché abbandonati, le visite specialistiche e diagnostiche rinviate sine die così come gli interventi chirurgici già programmati”.
“Si affronti immediatamente – conclude Rifondazione – il tema della carenza del personale sanitario pubblico (medici, infermieri, Oss e tecnici) garantendo la loro stabilizzazione con un grande piano di assunzioni a tempo indeterminato nel Servizio sanitario nazionale. A queste misure vanno accompagnate una serie di risposte concrete all’emergenza sociala partendo dal reddito universale per chi sta pagando a caro prezzo la crisi sanitaria. I soldi ci sono e vanno presi, utilizzando una imposta patrimoniale. Chi, tanto con la crisi economica degli anni passati quanto con l’attuale, ha visto crescere a dismisura le proprie ricchezze deve contribuire alla salute di tutte/i”.