Emergenza abitativa, Rifondazione: “Manca un piano straordinario di edilizia economica”

Il partito lucchese chiede al Comune di individuare il patrimonio dismesso per destinarlo a residenze popolari
“Da una parte c’è un’emergenza abitativa e dall’altra immobili pubblici e privati vuoti e in abbandono”. È questa la denuncia di Rifondazione comunista che torna a parlare di un piano straordinario di edilizia economica.
“Giorno dopo giorno esplodono le emergenze causate dalla perdita del lavoro e di conseguenza del reddito – si legge nella nota di partito -. La coperta è corta per coprire gli effetti della crisi economica e i provvedimenti del Governo rappresentano proprio questa coperta talmente corta che si è completamente dimenticata della necessità di coprire il bisogno casa, di salvaguardarne il diritto. Ci siamo abituati alle proroghe di tre mesi in tre mesi del blocco dell’esecuzione degli sfratti, proprio perché causa pandemia la parola d’ordine era di stare a casa, e appunto non si poteva togliere la casa alle famiglie in difficoltà. Ebbene nell’ultimo decreto approvato il governo si è scordato di prorogare il blocco degli sfratti, per cui a oggi la scadenza rimane quella del 30 dicembre”.
“Il blocco dell’esecuzione degli sfratti non ha bloccato peraltro gli iter procedurali, quelli in aumento, per l’ottenimento di sfratto esecutivo, anche quando per morosità incolpevole – va avanti la nota – Preoccupa che da gennaio riprendano le esecuzioni e centinaia di famiglie saranno buttate in mezzo alla strada. Lo scenario è quindi drammatico. Le risorse economiche stanziate per fronteggiare l’emergenza casa, erano e sono insufficienti per la grave crisi economica che protrarrà i suoi effetti ancora per svariati anni. Se tali risorse avevano il carattere di “tampone” oggi non più nemmeno lontanamente sufficiente a fronte della nuova situazione, su una cosa c’è coerenza: mancava e continua a mancare una iniziativa strategica per uscire dal bisogno casa”.
“Mancava e manca un piano straordinario di edilizia economica e popolare per aumentare significativamente l’offerta di case popolari, rivolte alle decine di migliaia di famiglie in graduatoria comunale per l’assegnazione di un alloggio, alle centinaia di famiglie che vivono l’incubo della forza pubblica alle loro porte, di altre famiglie in sovraffollamento o in locali inidonei – prosegue la nota -. Come sosteniamo da mesi i soldi ci sono e c’è un immenso patrimonio pubblico abbandonato e inutilizzato da anni, buona parte di esso riconvertibile immediatamente a patrimonio residenziale con piccoli investimenti e piccoli cantieri, e senza consumo di suolo. La priorità politica e sociale per fronteggiare la crisi economica e dare una speranza di vita con dignità a migliaia di famiglie è dunque un piano straordinario di edilizia popolare. Comuni e Regioni con decisione devono individuare il patrimonio dismesso e destinarlo a residenza popolare“.
“Anche a Lucca vediamo immobili pubblici e privati vuoti e in stato di abbandono. Una grande opera di riqualificazione della città, del diritto all’abitare inteso anche come spazi sociali e collettivi va rilanciata a partire dai fondi del Comune e con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca. Le risorse economiche ci sono sia in ambito europeo che nazionale e vanno attivate – conclude la nota – Recuperare il patrimonio dismesso a uso residenziale significa avviare un grande piano di riqualificazione delle nostre città, e senza consumo ulteriore di suolo, sottraendo definitivamente l’intervento pubblico da ambizioni immobiliari e speculative”.