Teatro del Giglio, una sola figura per la direzione generale e artistica: la scelta nel 2021

Torna in agenda il superamento della natura giuridica di azienda speciale aprendosi ad altre realtà cittadine. Ok in commissione al bilancio dell’ente, in leggero utile, ma l’incognita è l’anno che viene
Un solo soggetto che unisca il ruolo di direttore generale e direttore artistico. È questa l’idea per il futuro del teatro del Giglio.
Lo ha detto davanti alla commissione congiunta partecipate e lavori pubblici l’assessore alla cultura Stefano Ragghianti durante la commissione partecipate in programma questo pomeriggio (22 dicembre) per discutere dell’approvazione del bilancio consuntivo del 2019 e del preventivo 2020.
Dal punto di vista dei numeri “il 2019 – ha detto l’assessore – è stato un anno non facilissimo per il teatro perché nell’estate 2019, all’evidenza di alcune negatività del bilancio 2018, ci fu il passaggio di consegne al nuovo direttore Antonio Marino, che è diventato anche dirigente del settore cultura, sport e turismo. È arrivato a metà anno e in una situazione complicata e ha permesso, anche grazie a un contributo rafforzato del Comune di 60mila euro, alla chiusura con un, seppur lieve, utile”.
“Per il 2021 – ha detto l’assessore – abbiamo un programma interessante. Penso che nell’anno si dovrà comunque andare a una nuova direzione generale e inoltre scade a inizio 2021 anche la direzione artistica del teatro di Aldo Tarabella, che colgo l’occasione di ringraziare. La nostra idea è quella di unificare le due figure di direttore generale e direttore artistico e prevedere la figura di un minisoprintendente, perché i due indirizzi sono strettamente collegati. Non è escluso che questo, in linea di principio, possa anche comportare un risparmio per i costi”.
L’altro tema è quello del legame dell’istituzione teatro con il territorio. Un tema a dir poco annoso: “I conti del teatro – dice Ragghianti – sono a posto, ma è in collo per la stragrande maggioranza al Comune. Se vogliamo fare un salto di qualità occorre fare una riflessione nel senso dell’apertura. I generale quelli del palazzo Guinigi e del teatro del Giglio sono i due temi su cui riflettere per il piano del futuro culturale della città. Credo che dopo un anno di attività sostanzialmente bloccata a febbraio e con un contributo importante per l’estate, per il 2021 dobbiamo iniziare a pensare a qualcosa, con la coscienza che l’anno prossimo non sarà come il 2019, ma nemmeno come l’anno appena concluso”.
Il presidente del teatro, Gianni Del Carlo, sottolinea la difficoltà di aver riassestato i conti del passato e guarda al futuro: “Il 2019 – spiega – è figlio di un 2018 difficile. Il 2020, al di là dei primi due mesi, sappiamo poi cosa ha significato. Vi assicuro che la difficoltà di programmare è notevole, ma anche nel 2020 penso che il bilancio presenterà un piccolo utile. C’è da pensare al 2021, che sarà un anno molto difficile e con una attività azzoppata dalle limitazioni del Covid. Ci troviamo in una situazione in cui dobbiamo ridisegnare una programmazione che si rischia poi di dover spostare per le esigenze di contenimento del virus”.
“Circa l’apertura alla città annunciata da Ragghianti – dice ancora il presidente – è sicuramente una sfida importante. La stima del teatro a livello nazionale c’è e lo vediamo tutti i giorno ma dobbiamo andare nel senso del rafforzamento del nostro ruolo nel panorama culturale”.
Il dirigente Antonio Marino ripercorre gli step che hanno portato i conti in ordine e guarda ai prossimi mesi: “Da marzo – dice – abbiamo iniziato a riprogrammare gli spettacoli saltati e abbiamo dedicato questi due ultimi mesi a parlare del programma del prossimo anno. Un anno che sarà molto complicato dal punto di vista della tenuta economica. Dovremo forse rinunciare a uno o due degli ordinari appuntamenti lirici e fare attenzione anche alla complessiva tenuta economica. Stiamo già lavorando al bilancio di previsione 2021 , tenendo conto che a marzo ci venga riconsegnato il teatro per la fine dei lavori previsti e ipotizzando che il distanziamento limiterà ancora a 200 gli spettatori possibili nella struttura. Sottolineo anche che i benefici del Fus sono tutti da riconquistare nel 2021 e questo sarà molto faticoso per la programmazione di una stagione che sia anche eterogenea”
I numeri per il 2020, stimolati dalla richiesta del consigliere di opposizione Marco Martinelli, parlano di un contributo ridotto di 100mila euro da parte del Comune, comunque superiore al milione di euro. A questi si aggiungono i 530mila euro del Fus, i 180mila euro della Regione Toscana, i 100mila euro dell’art bonus delle fondazioni bancarie e i 15mila euro di ricavi dagli sponsor. Dai biglietti nel 2020 sono arrivati 929mila euro rispetto a 1,5 milioni di euro dell’anno precedente.
Nel dibattito prima del voto su consuntivo 2019 e preventivo 2020, che ha visto favorevoli i consiglieri di maggioranza e il voto contrario del consigliere Marco Martinelli di Fratelli d’Italia, il consigliere del Movimento Cinque Stelle, Massimiliano Bindocci, ha chiesto maggiore coraggio all’amministrazione nel cambiare la natura giuridica del teatro, “una promessa fatta ormai da troppo tempo e mai rispettata”. Il tutto al netto delle critiche del consigliere in particolar modo sulla gestione del personale.
La risposta in chiusura arriva dallo stesso assessore: “L’appello al coraggio – dice Ragghianti – deve essere rivolto a tanti. Perché se dobbiamo rimanere da soli ci teniamo l’azienda speciale”.
La commissione partecipate si è comunque riaggiornata al prossimo anno per iniziare a discutere proprio delle prospettivi per il futuro del teatro di tradizione cittadino.