Mammini: “La politica non è marketing, si rimettano al centro persone, etica e sapere”

La riflessione dell’assessora all’urbanistica muove dalla campagna di comunicazione per i vaccini anti Covid-19
Un invito a evolvere il linguaggio della politica e dare una centratura etica alla relazione con i cittadini, soprattutto in questo tempo così complesso, arriva dall’assessora all’urbanistica del Comune di Lucca, Serena Mammini.
“L’Italia rinasce con un fiore – scrive Mammini – è il pay-off della campagna di vaccinazione anti-Covid. Siamo bravi con gli spot e con i concept, non c’è che dire. Ma partendo da dove? Tornare a come eravamo? A una società sempre più frammentata e con disparità in aumento? Non andava ‘tutto bene’. Dobbiamo andare avanti, facendo tesoro di ciò che è successo. In primis, discorrendo meno, ascoltando e ascoltandoci di più, filtrando e separando il grano dal loglio in un tempo in cui la tuttologia impera”.

“Come ri-nascere, quindi? Investendo nelle politiche per la salute, lo dicono tutti. Nell’educazione, lo dicono in molti. Il punto fermo oggi – osserva Serena Mammini – sembra essere un solido sistema di welfare pubblico: assistenza e protezione dei cittadini, insomma. Ridistribuzione e inclusione sociale, politiche sul reddito, sulla casa. Benessere e dignità. Certo, son le solite etichette, ma la sostanza, e la missione della politica, sta nel come, nella ricetta e nella posologia”.
“Spesso invece, dopo l’annuncio, il poco o il niente. Ai primi barlumi di protesta – prosegue Mammini – la politica cambia idea, torna indietro e non persevera. Barcolla. Tanto la memoria dei più è corta, volatile. Intanto prendiamo voti, poi si vedrà. Come è possibile che in questo terribile periodo, invece di studiare e proporre risposte concrete per le tante persone che nei prossimi mesi si confronteranno con nuove povertà, si parli di crisi di governo, resa dei conti, battaglie, sfide, transfughi, poltrone, mancanza di sostegno per un pugno di voti? Non vi viene il voltastomaco? A me sì. Tanto più considerando l’impegno quotidiano dei tanti amministratori locali per far quadrare i bilanci, portare avanti i programmi, cercando, per quanto possibile, di non lasciare indietro nessuno”.
“Invece di riformare, snellire, sburocratizzare, semplificare per un sistema più forte, si gioca (ancora!) a chi è più furbo. La politica – aggiunge Serena Mammini – non può continuare a considerare la popolazione come un ammasso di imbecilli da prendere per il naso con un pay-off. Ci sono tante singole persone in grado di ragionare, un insieme sociale complesso di vissuti, aspirazioni, difficoltà“.
L’analisi di Serena Mammini si fa ancora più pungente: “A forza di occuparsi quasi esclusivamente del consenso mettendo l’apparenza prima della sostanza, il marketing prima delle idee, le possibili risposte a questo o quello a seconda del risultato dell’ultimo sondaggio, la politica si è svuotata. Si è fatta sempre più ipocrita, falsa, imbellettata, un mascherone che consuma in pochi anni i leader di turno“.
“Occorre un linguaggio che emani da un atteggiamento, da un essere, da una sostanza autentica che rimetta al centro le persone, l’etica e il sapere senza la strizzatina d’occhio, falsa, evanescente. Destinata – conclude Mammini – a farci precipitare tutti, prima o poi. Ri-nasciamo da qui”.