Diritti Lgbt, Palp contro l’associazione Family day di Lucca e Viareggio

14 gennaio 2021 | 10:13
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Diritti Lgbt, Palp contro l’associazione Family day di Lucca e Viareggio

Il movimento stigmatizza gli attacchi

“L’associazione Family day di Lucca e Viareggio, diramazione locale del gruppo nazionale che da anni mette in campo iniziative contro le persone gay, lesbiche e trans – sostenute tra l’altro da organizzazioni di estrema destra italiane ed europee, come nel caso del cosiddetto Congresso della famiglia di Verona del 2019 – con un comunicato si è scagliata contro cinque video della rete Ready (coordinamento di amministrazioni locali finalizzato a mettere in campo politiche comuni contro le discriminazioni e le violenze omotransfobiche) pubblicati sui canali social del Comune di Capannori”. A stigmatizzare i fatti è Potere al Popolo di Lucca.

“Uno di questi – prosegue la nota – viene preso particolarmente di mira per attaccare in modo denigratorio la figura di Mario Mieli, uno dei fondatori del movimento Lgbt italiano. Quelli del family day sono evidentemente recidivi. È bene infatti ricordare che Silvana De Mari, una delle maggiori sostenitrici e collaboratrici dell’associazione in questione, nel 2019, a seguito della denuncia del circolo di cultura omosessuale Mario Mieli di Roma, è stata condannata per diffamazione nei confronti dei soci del circolo per alcune affermazioni denigratorie ed insultanti rilasciate nel corso di una trasmissione televisiva. Stesso destino per il portavoce del Family day, Massimo Gandolfini, condannato nel 2015 per aver diffamato Arcigay”.

“Ci fa piacere sapere che finanzino le associazioni lgbt con i soldi che sono costretti a versare a titolo di risarcimento danni. Ci auguriamo – aggiunge Palp – che anche questa volta qualcuno li quereli, in modo da tramutare le loro parole insultanti in progetti contro l’omotransfobia.  Inoltre, come da sempre fanno, manipolano i dati sulle aggressioni fisiche subite da persone Lgbt, affermando che sono poche. Tutti sanno che non esiste nel nostro Paese né un reato specifico, né un’aggravante per le violenze legate a motivi di odio omotransfobico, ed è per questo che la maggior parte dei casi che si verificano non vengono conteggiati come tali, ma censiti genericamente. Il disegno di Legge Zan, in discussione alle Camere, cerca di porre rimedio a questa lacuna e a contrastare un fenomeno in costante aumento – come testimoniano quasi quotidianamente le cronache dei giornali – che solo i fomentatori di discriminazione e violenza negano”.