Uniti per la Manifattura: “Convegno in San Francesco conferma l’incapacità di ascoltare la città”

14 gennaio 2021 | 16:12
Share0
Uniti per la Manifattura: “Convegno in San Francesco conferma l’incapacità di ascoltare la città”

Il comitato: “Manifattura Tabacchi e Quartieri Social, due esempi di processi rigenerativi carenti e mediocri”

Polemica sul tema della rigenerazione urbana e dell’ex manifattura, interviene il comitato Uniti per la Manifattura, che domani presenterà una raccolta firme sul tema dell’urbanistica cittadina.

“Volendo parlare di rigenerazione urbana – dicono dal co,mitato – non possiamo esimerci dal considerare gli  strumenti e i contesti che questa azione introduce, strettamente legati, in quanto ingredienti fondamentali, ad un ripensamento del ‘fare urbanistica’. Gli strumenti sono lo spazio pubblico della città (intendendo per ciò la città antica e l’area urbana), il paesaggio, la manutenzione straordinaria, lo spazio delle strade e la mobilità, la condivisione del progetto rigenerativo. La rigenerazione è un modello di intervento caratterizzato da una necessaria integrazione tra gli aspetti sociali, culturali, economici, ambientali”.

“Gli aspetti fisici, identitari, qualitativi/quantitativi, dello spazio urbano contribuiscono a definire una ‘visione rigenerativa’ per i conseguenti progetti – dice Uniti per la Manifattura – La rigenerazione riguarda e ha ricadute sul progresso economico e la qualità della vita, consegue incremento occupazionale e punta al miglioramento della mobilità, delle condizioni dell’abitare, del lavoro, del vivere, nel solco della transizione ecologica, promuove la mescolanza sociale degli abitanti, la produzione di cultura, i valori storici, culturali e ambientali, l’identità territoriale. Rappresenta l’azione obbligata per una nuova urbanistica sostenibile che punti al consumo zero di ulteriore suolo e, qualora se ne presenti l’opportunità, ad una sua decementificazione”.

“La rigenerazione – sostiene Uniti per la Manifattura – prende spesso le mosse dall’esistenza di un bene demaniale, di uno spazio pubblico con valenza connettiva e, come tale, più di ogni altro, capace di dar forma alla città contemporanea. Lo spazio pubblico è il luogo dell’interazione sociale urbana e come tale non è appropriabile da chi lo usa, nel senso che l’uso di qualcuno non impedisce l’uso di altri. Lo spazio pubblico è il riferimento nei processi di trasformazione finalizzati alla rigenerazione delle aree abbandonate, degradate, marginalizzate, nella realizzazione di infrastrutture, nei progetti di housing, nella riqualificazione ambientale, nella valorizzazione paesaggistica”

“Un altro strumento per un nuova urbanistica, che accompagna la rigenerazione, è il paesaggio, il progetto del paesaggio.Fondere urbanistica e paesaggio – dice Uniti per la Manifattura – si situa nel solco di una rigenerazione che partecipa alla transizione ecologica e di un’urbanistica che mette a rete nelle aree urbane, nel territorio, tutti gli spazi pubblici. La rivalutazione dello spazio pubblico come ingrediente di urbanità e socialità, come ossatura delle aree urbane e del territorio (recuperando la matrice generativa degli insediamenti), essenziale per un cambio di prospettiva che deve riguardare la nuova generazione urbanistica, rispetto a quella quantitativa e incrementale che abbiamo sperimentato sino ad oggi”.

“L’altro strumento della riforma urbana, che si pone nel campo della rigenerazione, è quello della manutenzione straordinaria delle attrezzature pubbliche. Pensiamo alle strutture scolastiche, uno spazio pubblico fondamentale per il paese, le cui esigenze di manutenzione sono sempre più urgenti (messa a norma, miglioramento prestazioni energetiche, spazi a corredo) e richiedono una migliore integrazione con gli spazi aperti di prossimità, spesso degradati e precari. Un altro tema correlato è quello delle ‘strade’ – continua la nota – da ripensare assieme a quello della mobilità, in modo da contemplare un cambio di paradigma a favore del mezzo pubblico, di una mobilità lenta, in maniera da sperimentare e recuperare la sua dimensione trasversale (strade-cortili, parcheggi-piazze, piazze-giardini, ciclabili-giardini lineari ) prendendo esempio dai paesi del nord europa e dalla Francia e Parigi con la rigenerazione dei Champs Elysèes, trasformati da strada carrabile in giardini, percorsi ciclabili e pedonali”.

“Infine – dice ancora il ‘manifesto’ di Uniti per la Manifattura – fa parte di questo cambio di paradigma, la condivisione del progetto di rigenerazione, conseguente appunto ad un’urbanistica partecipata e condivisa. E’ assurdo continuare a far calare dall’alto le cose perché è anche dalla partecipazione e dalla condivisione dei processi che può maturare un valore aggiunto per la città, un valore identitario, un riferimento riconosciuto. A Lucca, la Manifattura Tabacchi e i Quartieri Social costituiscono due esempi paradigmatici di processi rigenerativi carenti e mediocri, così come sono stati proposti, appartenenti al vecchio modo di faeurbanistica, non sostenibile e non attenta alla transizione ecologica e al tessuto storico sociale. In entrambi i casi si è riscontrata una chiusura ed una mancanza di dialogo con la città e il territorio. E contestualmente si è riscontrata una grande sensibilità e impegno, da parte di cittadini, comitati, associazioni,  finalizzato ad aprire un dibattito sul futuro della città e un dialogo con la pubblica amministrazione in merito ai progetti presentati e cantierati, richiesta di dialogo peraltro disattesa”.

“Nel caso della Manifattura Tabacchi – spiega Uniti per la Manifattura – la mobilitazione della società civile ha permesso di smascherare le azioni speculative messe in campo da Fondazione Crl/CoimaSgr e gravi criticità nei progetti presentati che prefiguravano una svendita del bene pubblico, un danno erariale legato all’assurda pretesa di incamerare gli introiti dei parcheggi   da parte dei proponenti il Project financing, e l’altrettanta, ancor più assurda, pretesa di esproprio, delle prerogative istituzionali del Comune, in relazione alla programmazione e gestione della mobilità che, per ben 40-50 anni si pretendeva/pretende, di ingessare alle condizioni dettate dai proponenti”-

“Nel caso dei progetti relativi ai Quartieri Social a San Concordio – dice ancora la nota – la stessa società civile ha chiesto strenuamente che in luogo di ulteriore cementificazione di un’area, in cui insistono reperti archeologici importanti, che raccontano la storia della città e del suo antico porto, fosse recuperato il sito archeologico e realizzata un’area a verde che andasse a mitigare la carenza di tali aree nel quartiere fortemente costruito. La richiesta ha riguardato anche le aree verdi esistenti in modo che non fossero invase e fortemente ridotte attraverso strutture impattanti e richiedenti ulteriore cementificazione. Progetti tra l’altro in difformità da quanto richiesto dal relativo bando sui quartieri social che prescrivevano che i progetti non dovessero comportare ulteriore consumo di suolo e dovessero riguardare strutture esistenti”.

“Questo rifiuto di ascoltare la città – conclude la nota – il territorio, sembra confermarsi anche in occasione del convegno che la Regione Toscana e il Comune di Lucca hanno organizzato in San Francesco domani (15 gennaio) intitolato Rigenerazione urbana come progetto di rinnovamento culturale. È prevista una sfilata di rappresentanti istituzionali e consulenti di tutti i tipi, mentre nessuno spazio è stato dedicato ai cittadini, comitati, associazioni, che hanno ripetutamente chiesto di essere ascoltati. Una sorta di autocelebrazione a senso unico, di azioni calate dall’alto, senza alcun confronto con la città, che viene vista come un corpo separato, un oggetto fisico materiale su cui calare interventi, privo di umanità, un’occasione persa”.