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Ex Manifattura, Consani e Torrini: “La Fondazione Crl è l’unica garanzia”

3 febbraio 2021 | 14:39
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Ex Manifattura, Consani e Torrini: “La Fondazione Crl è l’unica garanzia”

E chiedono al sindaco Tambellini di imbastire un tavolo condiviso per trovare in tempi brevi una soluzione partecipata

Leggiamoche Coima interviene su Milano, e noi diciamo: perché no?”, esordiscono così i consiglieri comunali Cristina Consani e Enrico Torrini. E continuano: “Coima è una Sgr (Società di gestione del risparmio) che gestisce fondi immobiliari, è il suo mestiere: reperire denaro, costruire e/o gestire immobili e portare il risultato finanziario all’investitore. Ci allarmeremmo se sui giornali ci fosse scritto che i 50 milioni di euro destinati alla Manifattura venissero impiegati altrove, per perseguire sì, uno degli oggetti sociali della Fondazione, ovvero quello di proteggere il patrimonio ed erogare sul territorio della Provincia di Lucca la redditività derivante dalla gestione di tale patrimonio, in tal caso continueremmo a beneficiare delle liberalità della Fondazione, rinunciando però all’impiego di quei denari su quell’operazione”.

“Cinquanta milioni di euro – continuano – che verrebbero invece impiegati con la certezza del perseguimento di quei difficili obiettivi di equilibrio bilancistico che consentano di investire sul territorio, senza però speculare, riportando comunque il necessario valore aggiunto, in modo che possa continuare ad erogare regolarmente ad enti e associazioni”.

“Sembra facile, ma è esercizio difficilissimo – sottolineano i due consiglieri – perché la Fondazione dei soldi investiti deve rientrare con interesse (è il suo guadagno ed è ciò che può distribuire), ma al tempo stesso, per una questione di etica, non specula, soprattutto laddove solitamente eroga le sue liberalità: sarebbe un controsenso: ‘Ti regalo, ma poi me ne approfitto’, non esiste”.

Proseguono Consani e Torrini: “Ci preme informare i cittadini lucchesi, che sono continuamente invasi da notizie spesso fuorvianti ed allarmistiche sull’argomento, che la Fondazione, per un’opera mastodontica come è il recupero della Manifattura Tabacchi di Lucca e per la sua successiva gestione commerciale, si avvarrà delle competenze di Coima e del fondo immobiliare appunto, strumento che consente di versare i denari e demandare la gestione a terzi, nel caso specifico Coima sgr, ma poteva essere qualsiasi altro gestore. Nel caso specifico il fondo dedicato alla Manifattura, partecipato al 100 per cento dalla Fondazione, si chiamerebbe Coima Urban Regeneration Fund e nell’organo di amministrazione come garante, partecipa il Presidente della Fondazione, assumendosi le responsabilità del buon andamento dell’investimento”.

“Ci viene da sorridere – continuano i consiglieri –  quando vengono attribuiti conflitti di interesse perché presente nelle posizioni di indirizzo di altri fondi di Coima partecipati dalla Fondazione -; il fondo sarà quindi gestito da Coima sgr perché, per le esperienza pregresse, secondo la Fondazione, è il gestore che consente di avere maggior tranquillità per un’opera come questa; Non investe Coima ma la Fondazione attraverso Coima”.

“E allora, da amministratori lungimiranti – spiegano i consiglieri – ci dobbiamo domandare se la Manifattura deve essere recuperata o lasciata lì a marcire generando soltanto costi per l’amministrazione. Se vogliamo che l’investitore debba essere la Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, oppure ci va bene chicchessia (e gli speculatori sono alle porte), se cogliere l’occasione che venga popolata sin da subito da giovani dipendenti di una multinazionale dell’informatica, che genera sicuramente un indotto immediato per la città intera. Se vogliamo che i 50 milioni di lavori vengano affidati ad imprese e professionisti locali con il relativo indotto. Se ottenere dall’inizio i vantaggi derivanti dalle varie imposte comunali”.

“Questi sono i quesiti principali ai quali dobbiamo rispondere – seguitano Consani e Torrini – superati questi dobbiamo entrare nel merito della progettazione e della destinazione futura, su cosa è bene fare per la Lucca del futuro, su chi dovrà gestire i parcheggi (ovviamente Metro), su chi deve percepire i proventi dei parcheggi e fino a quando, quali clausole inserire a salvaguardia dell’Ente che siamo chiamati ad amministrare. Tanti sono gli argomenti da affrontare nel reciproco interesse”.

Precisano i consiglieri: “Gli attuali soggetti contrari alla realizzazione dell’opera, nel caso in cui non si andasse avanti, si scontrerebbero subito sui parcheggi, perché abbiamo chi dice no perché i parcheggi sono pochi e chi dice no perché i parcheggi sono troppi. C’è chi dice no perché la Fondazione fa speculazione e c’è chi dice no perché la Fondazione ci rimette. Insomma il fronte del no è unitissimo solo sul no. Noi diciamo che la Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca – terminano Consani e Torrini – è l’unico ente che ci consente di avere garanzie etiche e sociali sullo svolgimento dei lavori; non è possibile nutrire timori sul rispetto del nostro territorio e dei nostri denari da parte di chi il territorio lo ha valorizzato. Per questo dobbiamo considerare l’Ente di San Micheletto come unico interlocutore, per imbastire una trattativa che porti i maggiori benefici possibili al Comune di Lucca, tenendo conto degli equilibri e delle reciproche competenze”.

“Come detto più di una volta in Consiglio Comunale – attaccano i consiglieri – su un’opera così ampia come questa, il sindaco doveva imbastire un tavolo condiviso con la partecipazione di tutte le forze politiche presenti nella assise più importante della città, sgombrando così il campo da sospetti e primogeniture di sorta, solo in questa maniera avremmo raggiunto in tempi brevi una soluzione partecipata trasversalmente che avrebbe portato rapidamente al recupero di quello che era la Manifattura Tabacchi di Lucca”.