Lucca dopo l’emergenza Covid, maratona in Consiglio fra proposte e polemiche
Quaranta i relatori invitati a parlare per massimo sei minuti senza un filo conduttore. Tanti i riferimenti al dibattito politico in corso, in particolare sulla manifattura sud
Come sarà Lucca dopo l’emergenza Covid? Probabilmente non lo si capirà da un Consiglio fiume, con 35 interventi (compresa qualche defezione dell’ultimo minuto) senza un filo conduttore specifico, limitato a speech di massimo sei minuti (ma in molti hanno sforato) in cui si sono alternati visioni della città a recriminazioni per quanto non fatto negli anni dall’amministrazione comunale. Poche le eccezioni, in una carrellata in cui ha prevalso per lo più la volontà di autoaffermarsi o di incidere sull’attuale dibattito politico (vedasi polemiche sulla manifattura sud o sul mercato del Carmine).
Apre Fazzi (Lucca Crea): “Ascoltare per interpretare il cambiamento”
Ad aprire il consiglio straordinario, aperto agli interventi della società civile e dei professionisti selezionati dai capigruppo, sono le parole della presidente di Lucca Crea Francesca Fazzi: “Cultura – dice – è lavorare insieme, sentirsi una comunità, è innovazione. Oggi più che mai sentiamo di parlare di cultura, una cultura che genera turismo e che ci aiuta a trovare risposte. In questo anno così difficile abbiamo visto quanto ne abbiamo bisogno. Anche quest’anno Lucca è stato il palcoscenico di eventi con Lucca Comics, con l’edizione di Lucca Changes protagonista sui media in un anno di cambiamenti dovute alla pandemia. Ora dobbiamo pensare al futuro. Siamo consapevoli che niente sarà facile. Dobbiamo cercare di essere lucidi, dovremo continuare a far sognare con metodo e serietà. Dovremo cambiare e interpretare il cambiamento. È questa la sfida. Non sappiamo come sarà il mondo attorno a noi in futuro, di certo sarà diverso. Dovremo interpretare il cambiamento e per fare questo dobbiamo prima di tutto ascoltare. Non si lavora da soli e non si lascia da solo nessuno. Va scelta la qualità della proposta. Non possiamo frammentarci in piccoli egoismi. Responsabilità e qualità: devono essere queste le parole guida per il futuro”.
Music Innovation Hub rinnova la proposta per l’ex manifattura
Parla principalmente della proposta “alternativa” per la manifattura sud Andrea Rapaccini di Music Innovation Hub, non a caso invitato a parlare dal consigliere di Casapound, Fabio Barsanti: “Siamo un’impresa sociale che si occupa di musica – spiega – Noi vogliamo sottolineare l’importanza dei beni comuni, quelli che hanno a che fare con i diritti di ogni cittadino, come la cultura e l’istruzione. Anche la musica per noi è un bene comune. Noi siamo disponibili, come confermato anche con l’ultima mail del 18 febbraio inviata all’amministrazione comunale di Lucca, ad aiutare a valorizzare alcuni beni comuni intorno alla musica. Abbiamo manifestato la nostra disponibilità sulla Manifattura sud. Un bene che deve dare accesso alla comunità lucchese e produrre un valore sociale, oltre a quello economico. Abbiamo dato anche la disponibilità a valorizzare insieme alla comunità lucchese e alle associazioni della città un grande personaggio come Puccini”.
Il dottor Ardis promuove la salute positiva
Sergio Ardis, medico ospedaliero, presidente del comitato etico dell’Asl Toscana Nord Ovest: “Iniziamo a preoccuparci della salute positiva, indaghiamo su ciò che ci fa star bene ed essere felici. Come dimostrato in uno studio, per esempio, i maschi vivono un benessere maggiore rispetto alle donne nella popolazione dell’Oltreserchio, è una disuguaglianza che va vista. Le donne, però, sono più grate. Sarebbe importante indagare e studiare sul tema, che ha a che fare con il benessere di ciascuno di noi”.
Dal teatro Regio di Parma un esempio per il Giglio
Fra gli interventi più qualificati, quello di Annamaria Meo, direttrice del Teatro Regio di Parma dal 2015: “Lucca è una città che ho avuto modo di conoscere a lungo con il teatro del Carretto, esperienza che mi ha fatto capire il grande potenziale di un forte presidio culturale per una comunità. Il teatro Regio di Parma appartiene alla stessa categoria del Teatro del Giglio, ovvero a quella fascia di teatri di tradizione che hanno una grande flessibilità potenzialmente efficace per restituire molto ai territori. A Parma abbiamo investito molto sul Festival Verdi che ci permette di restituire ai territori il più possibile in termini di dividendi materiali e immateriali, di opere e stimoli. Tutto dipende però dalla risposta della comunità in materia di sostegno economico e dalla richiesta che viene dalla committenza politica. Noi direttori artistici traduciamo queste richieste in risposte culturali ma è importante capire da dove si parte, con quali risorse e con quale visione. Solo così possiamo arrivare ai risultati che il territorio si attende. Il Teatro Regio di Parma ha vinto l’oscar della lirica nel 2017, ha guadagnato una pagina di recensione sul New York Times ed ha avuto un grande riconoscimento all’esterno. Per avere questo serve un progetto culturale forte e serve soprattutto saperlo comunicare per penetrare anche in quegli ambiti, pubblici e privati, che fanno la differenza in termini di sostegno economico. Grazie al nostro osservatorio abbiamo calcolato che per ogni euro investito nel Festival Verdi ha restituito al territorio 2,7 euro”.
Confartigianato recrimina sul mercato del Carmine
Michela Fucile, presidente di Confartigianato non lesina critiche all’amministrazione: “L’artigianato è cultura. Nel 2020 molte imprese si sono riadattate per poter lavorare. Siamo in grave sofferenza, riscontabile per esempio nelle lavanderie. Non sappiamo in quanti sapranno superare questo pessimo momento. I nostri imprenditori chiedono risorse ed incentivi per digitalizzazione e innovazione. Ringraziamo il Comune per i contributi, ma purtroppo sono state misure insufficienti. Avremmo preferito che le risorse per il piano sosta fossero destinate alle imprese. Sul mercato del Carmine siamo stati fautori di un progetto integrato tra attività, lo pensavamo anche come polo di attrazione legato a commercio e prodotti tipici. Circolano invece voci di rilancio legato al manifatturiero. Perché l’amministrazione non ha informato i cittadini su ciò? Via dei Fossi doveva diventare la via dell’artigianato, invece è stato sostituito solo qualche mattone e non è mai dato vita a quel tavolo per rivitalizzare quella parte della città da sempre la più degradata. Volevamo coinvolgere aziende di artigianato di qualità per dare ai turisti visione dell’artigianato di Lucca. Ormai è troppo tardi per fare qualcosa e questa è una grande responsabilità che hanno gli attuali amministratori di Lucca”.
Raimondi: “Siamo chiamati ad essere visionari: innovazione nella tradizione”
Chines: “Il mio sogno è Lucca capitale green”
I commercialisti: “Si punti al rilancio economico della città”
Micheli: “Basta burocrazia, anche nell’urbanistica”
Daniele Micheli, invece, per l’ordine degli ingegneri della provincia di Lucca dice : “Siamo in un momento di ripresa e bisogna favorire la ricostruzione senza paura di sbagliare. La nostra richiesta è semplice e riguarda la burocrazia: semplificare, semplificare e semplificare. Il Comune può adottare strumenti urbanistici che siano il più semplici possibile. Serve semplificare il piano operativo, basta complicazioni. Semplificare è una priorità assoluta, siamo disponibili a condividere un percorso e dare il nostro contributo”.
Simone Gialdini (Anec): “Il cinema del futuro sarà diverso”
Della situazione della cultura, in particolare nel settore del cinema, parla Simone Gialdini di Anec: “Siamo ormai ad un anno di inattività con il meno 95% di fatturato. Le sale cinematografiche sono un punto di riferimento di una comunità, ma sono messe a dura prova anche dalle grandi piattaforme di streaming. Serve il sostegno delle istituzioni per farci trovare pronti alla ripartenza. Purtroppo in Toscana c’è stata poca attenzione. Lucca deve ripartire e riaccendere le luci nei cinema, la ripartenza può passare dal periodo estivo. Un primo passo sperando poi di rivivere la normalità negli ultimi mesi dell’anno. Il cinema del futuro sarà diverso, serve pensare ad un palinsesto giornaliero e a moderne sale”.
Scognamiglio (Promo Pa): “Promozione centenario di Puccini uno grande obiettivo”
Gaetano Scognamiglio, per Fondazione Promo Pa chiede di concentrarsi su un solo grande obiettivo per la città del futuro: “Ritengo che un obiettivo molto importante per il territorio sia quello di presentarsi molto bene all’appuntamento del centenario della morte di Puccini. Per un appuntamento del genere dico che serve già oggi un management adeciato, che cerchi anche dei finanziamenti. È questo il mio Consiglio per raggiungere un grande obiettivo”.
Pellico (L’Augusta): “Politiche culturali non adeguate”
Critiche all’operato dell’amministrazione nel settore della cultura è Simone Pellico, giornalista e segretario dell’associazione culturale L’Augusta, vicino a Casapound: “Siamo preoccupati per il futuro della ex manifattura tabacchi – dice dopo aver sottolineato alcune carenze nelle politiche culturali del Comune di Lucca – dove sentiamo parlare di appartamenti e di parcheggi invece di musei. Abbiamo bisogno, invece, di strutture e programmazione. Crediamo che l’assessorato alla cultura a Lucca non sia adeguato al compito. C’è bisogno di una regia importante e di una programmazione che vada oltre i Comics e il Summer Festival. L’invito è quello che Lucca riparta con un serio programma culturale”.
Parenti (Commissione europea in Italia): “Fondi dall’Ue per ambiente e riconversione digitale”
Di livello l’intervento di Antonio Parenti, capo della rappresentanza in Italia della commissione europea, che ha dato alla platea alcuni elementi sui fondi europei a disposizione per la ripartenza: “Con il Next Generation Eu arriveranno soldi dell’Unione Europea all’Italia, poi starà al governo ripartire i fondi. Sappiamo già che un terzo dovrà essere speso nell’ambito della riconversione ecologica, il 20 per cento per la riconversione digitale. Possono trasformare il volto del nostro paese e delle nostre città. I fondi dovranno essere usati in progetti che fanno la differenza, servirà collaborazione a più livelli: nazionale, regionale e locale”.
Pasquini (Confcommercio): “Serve un piano articolato di promozione turistica”
Del tema del turismo e del commercio parla Rodolfo Pasquini, presidente di Confcommercio Lucca: “La ripartenza di Lucca purtroppo a oggi è ancora indefinita. Noi pensiamo che salute e lavoro possono convivere. La pandemia ha messo in ginocchio il commercio e il turismo. Serve un piano articolato di promozione turistica che sia nell’immediato, in grado di attrarre i visitatori toscano ora, poi quelli italiani e stranieri in futuro, quando si potrà. Il turismo deve essere il volano per la ripartenza. Quanto alle infrastrutture ci sono contenitori all’interno della città che possono essere adatti ad accogliere le auto che nel centro storico danno fastidio, ma che sono importanti per il commercio. Concludo dicendo che stiamo lavorando concretamente per dare risposte sul tema del turismo”.
Guidi: “All’ex manifattura la casa delle professioni”
Carla Guidi, presidente del comitato delle professioni ordinistiche torna sul tema della manifattura come casa delle professioni ordinistiche: “Abbiamo già parlato con l’amministrazione e la Fondazione per la realizzazione di una casa delle professioni in una parte della manifattura. Vedremo se sarà possibile avere questo modello ideale, che non è una semplice sede degli ordini: è una fucina di idee. Noi ci siamo, a servizio di tutti”.
Rondinella (Club Unesco): “Economia creativa per lo sviluppo sostenibile”
Annateresa Rondinella del Club Unesco promuove un’importante iniziativa: “La città di Wuhan, da cui è partita una pandemia, ha utilizzato uno strumento temporale per attivare azioni concrete in cui hanno messo insieme istituzioni e cittadini in una prospettiva d’azione. La pandemia è certamente un’occasione per inaugurare un modello nuovo di resilienza delle comunità locali di fronte alle minacce del nostro tempo a cominciare dalle conseguenze dei danni all’ecosistema. In questo quadro è stato costituita un’alleanza con il fine di portare avanti politiche formative per politiche virtuose. Chiedo a tutti di aderire alle manifestazioni del 2021, adottato dall’Unesco come anno internazionale dell’economia creativa per lo sviluppo sostenibile. La pandemia ha paralizzato l’economia creativa e l’Unesco ha attivato una pagina con una guida pratica per i politici e i professionisti della cultura”.
Pietrini: “Imt a servizio della collettività”
Sul tema della cultura e dell’importanza della istituzione universitaria in città parla Pietro Pietrini, direttore dell’Imt: “La pandemia va vista come una grande opportunità, al di là della catastrofe. Ci obbliga a ripensare all’organizzazione sociale. Ci sono questioni da risolvere globalmente attraverso la cooperazione: non possiamo pensare che la pandemia venga risolta solo a livello locale. Serve un’ottica visionaria per ridisegnare la città, per erogare in maniera diversa la cultura. Il mio invito è quello di poter pensare la scuola di alti studi a servizio della collettività: con lo sguardi rivolto al mondo, Lucca può diventare oggetto di studio. Dobbiamo cambiare e migliorare il livello sociale”.
Fantini: “Pianificazione per migliorare l’accoglienza della città”
Leris Fantini, progettista del Peba a Lucca: “Spesso Peba viene associato al tema del mondo della disabilità, ma non è così. È uno strumento che evidenzia una serie di problematiche di tutti i cittadini. Partiamo da un dato: nel nostro paese più del 20 per cento delle persone ha più di 70 anni di età. Dobbiamo porre all’attenzione questo elemento. Peba fa pianificazione per migliorare e introdurre il benessere ambientale. C’è da affrontare il tema dell’accessibilità dei mezzi pubblici e delle fermate. Pensiamo a modalità di trasporto alternativo, come scooter elettrici a quattro ruote. Nel turismo cominciamo a introdurre un modello di ospitalità diverso. Non tutti i turisti sono palestrati, ci sono anche anziani o obesi. Servono anche sinergie con il mondo del commercio per diventare una città più accogliente”.
Gabriele Mandoli: “Comune metta in ordine i suoi materiali storici”
Gabriele Mandoli fa invece un excursus storico su Lucca: “Da 15 anni faccio unicamente ricerche storiche. In queste ricerche si cono dati singolari: nel territorio del comune ci sono 491 edifici religiosi, di cui 142 in città e di questi 20 sono intestati al Comune di Lucca. Questi edifici chissà che fine faranno e che uso hanno. La provincia di Lucca ha attualmente 33 Comuni e l’unico Comune che è messo in regola è Massarosa, quando era sindaco Mungai accettò la mia proposta di ‘organizzare’ i documenti e catastalmente chi è addetto ai lavori preme un tasto e trova ciò che è necessario. Il Comune di Lucca dovrebbe mettere le cose in ordine. Ad esempio a Lucca ci sono 3 locande che esistevano già nel Seicenti. Abbiamo una storia tutta da valorizzare”.
Sereni: “Risolvere le questioni di stadio, parcheggi e carcere”
Attacco polemico per lo storico Umberto Sereni che rimprovera all’amministrazione la tardiva richiesta di un confronto con le altre realtà e chiede al sindaco di porre fine alle questioni rimaste in sospeso: “Il sindaco è chiamato in prima persona a dare risposte in tempi brevi, prima della fine del mandato, rispondendo a tre questioni. Bisogna chiudere il capitolo stadio e dare risposte in tempi certi, pensare a nuovi parcheggi e risolvere il problema del carcere di San Giorgio, che deve essere portato fuori dalle Mura per risanare l’ambiente attuale. In ultimo questa amministrazione deve chiudere la questione del raddoppio ferroviario senza portarla ancora per le lunghe come è successo al ponte sul Serchio”.
Il professor Rossi: “Si passi al modello di welfare sociale”
Emanuele Rossi, ordinario diritto costituzionale alla Sant’Anna di Pisa parla invece di sviluppo sostenibile e di un nuovo modello economico e sociale: “Dalla crisi possono emergere nuove opportunità ma questo non è un meccanismo automatico. Dobbiamo portare al centro il tema dello sviluppo sostenibile, perché oggi più che mai non possiamo più parlare solo in termini di produzione economica ma dobbiamo in primis pensare al benessere dei lavoratori e delle persone che vivono in un ambiente collettivo. Per fare questo dobbiamo passare dal modello welfare state al welfare sociale, perché il benessere delle persone dipende anche dalla società dove il terzo settore ha un ruolo fondamentale. Bisogna quindi abbandonare le logiche di tipo paternalistico per abbracciare una logica orizzontale in cui tutti devono dare un proprio contributo. Perché se molte persone durante la pandemia hanno rischiato la vita per il bene di tutti c’è chi, a partire da noi dipendenti pubblici, può fare di più per il bene comune”.
Moretti: “Lucca dialoghi con le realta circostanti”
Il direttore generale del festival pucciniano di Torre del Lago Franco Moretti, rinnova l’invito all’amministrazione ad avere una visione di insieme dei territori che animano la provincia di Lucca: “Dobbiamo pensare tutti insieme a una soluzione per unire i diversi territori che fanno parte della provincia di Lucca, perché adesso esistono tanti nuclei diversi che hanno caratteristiche proprie. Lucca deve imparare a trascendere dal suo status, che non è più quello di capitale unica di un ducato e riuscire ad andare al di là delle Mura stesse attraverso nuovi itinerari e dialoghi con le realtà circostanti. Nel prossimo futuro si determineranno i fondi del Recovery Plan e Lucca e le altre città della Toscana dovranno interloquire e dirottare sul territorio investimenti che sono fondamentali come ad esempio nel settore dei trasporti, senza scordarsi degli ultimi che in queste situazioni rischiano di scomparire”.
Eros Tetti: “Più sensibilità al tema dei cambiamenti climatici”
L’esponente di Europa Verde Eros Tetti rimprovera all’amministrazione la mancanza di una giusta attenzione ai temi climatici e lancia un appello al sindaco per avviare un processo di transizione ecologica della città: “La sfida Covid è il sintomo di una sfida più grande che è quella dei cambiamenti climatici. Questione, questa, che tende a scomparire nei progetti che l’amministrazione comunale sta portando avanti sul territorio. Ne sono un esempio i Quartieri social e l’ex Manifattura. L’appello che voglio lanciare qui oggi è proprio quello di interrompere questi progetti e avviare un processo partecipativo con i cittadini, grandi assenti di questa politica. Oggi servono città diverse, e Lucca ha tutte le caratteristiche per diventare una città del futuro se la politica avvia un dialogo con la comunità“.
Capocchi: “Uno sforzo di visione che comprenda la contaminazione tra realtà diverse”
Anche Alessandro Capocchi, economista all’università di Milano Bicocca, parla di visione condivisa: “Il Covid ci ha insegnato la vulnerabilità dei sistemi complessi e questo di fatto è un dato che ci porteremo avanti anche nel futuro. Il cambiamento che ci ha segnato in questi mesi continuerà a dettare le nostre scelte. Lucca è una città che ha molte risorse ed è ben posizionata anche dal punto di vista economico, culturale e turistico anche se sicuramente alcuni settori dovranno essere aiutati in modo diverso da quello che è stato fatto fino ad oggi. Dobbiamo quindi fare uno sforzo di visione, che comprenda anche la contaminazione tra realtà diverse e dobbiamo farlo in fretta, perché siamo già immersi nel futuro dopo il Covid”.
Viviani: “Si recuperi la Lucca resiliente e a misura d’uomo”
Cenni alla manifattura anche nell’intervento di Massimo Viviani, ingegnere esperto di progetti di finanza: “Stiamo vivendo una città vissuta dai lucchesi – dice – Ma ricordiamoci com’era prima dello scoppio della pandemia: era facile mangiare 150 gelati in 150 gelaterie diverse, il rischio più grosso era essere travolti dai risciò sulle Mura. Il dopo Covid dovrebbe recuperare la Lucca che conoscevamo: era quella la città resiliente e a misura d’uomo. Cerchiamo di far diventare le Mura patrimonio dell’umanità Unesco. Ne usciamo riportando servizi pubblici al centro, come fa Firenze con Sant’Orsola, come fanno altre città con le ex manifatture. Al centro la valorizzazione della propria azione amministrativa, senza aspettare il benefattore da fuori che è sempre interessato ai propri guadagni: occorre potenziare gli uffici pubblici”. “Lucca dopo il Covid – conclude – non sarà gestita da questa amministrazione: la mia speranza è che non produca guasti come la cessione degli introiti degli incassi della Metro per avere in cambio il solito numero di parcheggi che ci sono già“.
Marco Banti: “Darò il mio contributo quando Lucca sarà amministrata da persone leali”
Polemico l’imprenditore musicale Marco Banti: “L’ultima volta che il mio nome – ha ricordato – è stato citato in questo Consiglio è quando sono stato definito da un consigliere “un mecenate con i soldi degli altri’, uno che cerca di lucrare in modo basso per avere un po’ di consenso. Vista l’assoluta assenza di dissociazione da quanto allora affermato, trovo surreale intervenire. Eppure gli intenti della mia associazione, erano stati spesso graditi da molti consiglieri. Sarò lieto di proporre il mio contributo alla città di Lucca quando essa sarà governata da amministratori migliori e più leali”.
Cecchini: “Investire nei quartieri e migliorare i servizi”
Lungo l’intervento di Elvio Cecchini, architetto urbanista fra i più attivi nel contestare il progetto di riqualificazione all’ex manifattura: “Avremo un ridimensionamento del turismo dopo il Covid – dice – e occorrono scelte più responsabili fin da ora. Occorre saper ipotizzare il futuro e non lavorare solo per emergenze, programmando i cambiamenti e renderli concreti. Dobbiamo agire su una prospettiva a medio lungo termine non elettorale e tutti sono responsabili dei progetti: non solo la classe dirigente. Gli obiettivi sono incrementare la consapevolezza della comunità e il livello di condivisione della cittadinanza attiva, potenziando il luogo naturalmente attrattivo che viviamo, il nostro cibo, le nostre tradizioni e la nostra qualità della vita. Non a caso è un modello che viene adottato a livello europeo come esempio di buona urbanistica”. “Noi agli altri possiamo insegnare un nuovo modello residenziale – dice ancora perché a Lucca in 15 minuti tutti i servizi sono raggiungibili (tranne l’Agenzia delle entrate, che è a Guamo), scuole, uffici, punti di svago e aggregazione. Dobbiamo potenziare i servizi informatici per incentivare il mercato immobiliare in centro storico per riportare la residenza a numeri alti (25mila-30mila residenti). Servono interventi di qualità per evitare che il centro storico sia un luogo di rapina: e qui giocano un ruolo gli operatori commerciali. Occorre investire nei quartieri e riportare più persone nei nuclei per evitare eccessiva dispersione di residenza e migliorare i servizi come il trasporto pubblico. Migliori condizioni per lavorare e vivere: serve un Comune amico che garantisca tempi certi e regole chiari, che superi la logica del controllato/controllore perché bisogna amalgamare le competenze tecniche di uffici e professionisti. Le conseguenze delle scelte urbanistiche si riversano sulle generazioni future e servono scelte condivise. Va affinato il rapporto partecipativo pubblico/privato e riflettere sull’efficacia della doppia strumentazione urbanistica piano strutturale e piano operativo. Non ci si deve affidare alla benevolenza dei benefattori e saper governare interesse pubblico e privato sulla base di un progetto prodotto dalla pubblica amministrazione”.
Morroni: “Un incubatore per partecipare a bandi sul verde”
Intervento sul tema economico dal professor Mario Morroni: “Aumentare la spesa pubblica in un momento di crisi: questo è quello che ha capito la commissione europea prevedendo il Recovery Fund – dice – Cosa si può fare a livello locale? Non farsi trovare impreparati e pensare un incubatore per partecipare a bandi sul verde, la riduzione di diseguaglianze, la telematica e la medicina territoriale e l’accesso ai servizi sanitari. Gli anziani non sono in grado di accedere e gli stessi medici sono in difficoltà. Sarebbe interessante investire nella telemedicina per formare mediatori socio-sanitari per facilitare l’accesso a questi servizi da parte dei cittadini. Questo tema apre a importanti opportunità economiche per il territorio”.
Fabrizio Barsotti: “Si acceleri sui Fossi dell’arte”
A tornare sul tema della cultura è il pittore lucchese Fabrizio Barsotti: “Ho ospitato I fossi dell’arte con il collettivo Vivi i fossi. Come tutti credo che questa città non possa fermarsi a lungo e debba tornare a esprimere arte e bellezza. Per questo propongo un incremento di offerta culturale e artistica sul territorio, che coinvolga nuovi spazi come il San Francesco, Imt o il giardino Osservanti e che preveda nuovi percorsi sulle Mura che mantengano un focus sull’arte per dare, soprattutto ai giovani, sempre più momenti di libera espressione”.
Giulia Cordella: “I giovani protagonisti delle occasioni di rigenerazione urbana”
E di politiche giovanili ha parlato anche la coordinatrice del progetto Ri-partire Giulia Cordella: “Sembra che la città non sia aperta alle esigenze dei giovani oggi. L’eco della loro sofferenza in questa pandemia si farà sentire a lungo per questi già da domani sarà necessario iniziare a lavorarci. Il percorso condotto da Lucca Creative Hub e dal Comune di Lucca – Ufficio politiche giovanil, ad esempio, ha lavorato per salvaguardare la vita all’aria aperta e il bisogno di spazi per l’aggregazione. I giovani vogliono essere protagonisti delle occasioni di rigenerazione urbana, per dar vita a nuovi spazi di relazione e di cultura, formazione e lavoro. Per fare questo dobbiamo aprire i musei, creare laboratori teatrali ma soprattutto dar loro la possibilità di lavorare. Anche a livello locale va infatti considerata la difficoltà che la crisi porterà nell’accesso all’occupazione ed è quindi necessario dotarsi di anticorpi nuovi, senza ripetere gli stessi errori del passato”.
Giorgio Dal Sasso: “Ritorno alla terra come scelta politica”
Il presidente dell’Agorà del cibo Giorgio Dal Sasso è tornato sul tema della partecipazione: “La Piana del cibo è un’esperienza reale di partecipazione che ha attraversato un lungo percorso prima di concretizzarsi. Non a caso il nostro slogan è ‘coltiviamo un futuro sostenibile’. Per coltivare questo futuro vogliamo lavorare con i Comuni perché in tutta la Piana, in sinergia, attivino una politica locale del cibo. Pensiamo che si possa così favorire, a partire dal cibo che è storia, salute e identità, la qualità della vita. Nel nostro percorso ci sono cittadini, esperti e associazioni che ci ricordano che questo è il momento della solidarietà e non della competizione, è il momento di costruire comunità e imparare a vivere in modo diverso da come abbiamo finora fatto. A partire dalla scuola i ragazzi possono farsi promotori di un altro approccio alla madre terra, possono essere educati a prendersene cura. A questo proposito abbiamo fatto un documento che si chiama Comunità resilienti per una mensa sostenibile proprio per allargare l’idea della mensa come momento educativo a chilometro zero. A Lucca abbiamo portato avanti il progetto 100 mila orti in Toscana, e adesso vorremmo sviluppare le collaborazioni già in corso con l’Agorà e gli Albogatti. Mettiamo quindi a disposizione esperti e risorse per una seria lotta allo spreco alimentare, in parte già in corso grazie ai progetti Caritas e di altre associazioni. Abbiamo anche lavorato perché anche i mercati contadini potessero ampliarsi, fare rete, perché anche lì si costruisce comunità a chilometro zero e ora stiamo lavorando a un progetto che si chiama A tavola con la Piana perché i cittadini possano condividere ricette e tradizioni. Noi proponiamo il ritorno alla terra, non come poesia ma come scelta politica. E quella locale deve farsene carico sostenendo sul territorio un modello di produzione sostenibile che non si fondi sulla logistica globale ma su un modello che trovi cuore nella relazione diretta tra produttore e consumatore, che faccia emergere l’autoresilienza dal punto di vista educativo ed economico per produrre benessere per tutta la comunità. Questo è un momento di grande cambiamento e questo cambiamento va colto”.
Donatella Turri: “Coinvolgere il terzo settore nelle politiche di contrasto al disagio”
E di solidarietà e prospettive ha parlato anche la portavoce del tavolo della marginalità Donatella Turri, promosso dall’amministrazione e particolarmente attivo durante la pandemia: “In particolare abbiamo portato avanti, insieme alle altre associazioni due iniziative: il Piano freddo e un Centro diurno al Foro boario. Nei mesi della pandemia abbiamo appreso che quella che era una rete spesso fluida è diventata un’alleanza fuori dai protagonismi. Il gruppo ha saputo andare oltre il consenso e operare facendosi vicino a chi si trovava in situazioni di vulnerabilità in modo tempestivo soprattutto perché la pandemia ha risvegliato le dinamiche che già erano in atto, a livello di diseguaglianza. Il terzo settore ha fatto un gran lavoro di informazione per fare in modo che le persone e le famiglie potessero accedere alle misure di cui avevano diritti. Così siamo stati in grado di leggere tutte le difficoltà che i nuclei familiari presentavano, spesso in maniera inedita dato che molti soggetti non avevano mai chiesto aiuto prima. Abbiamo ascoltato il disagio inespresso dei bambini, un’emergenza esplosiva anche nella nostra provincia e scoperto così un grande potenziale civico in città. Ora servono occasioni di disvelamento di queste potenzialità. Quando si parla di sociale non si deve parlare di assistenza ma di coraggio, di innovazione, di esprimere esperienze laboratoriali. Coinvolgere il terzo settore è costruire luoghi di coprogettazione e coprogrammazione delle politiche: non dobbiamo più parlare bontà del volontariato ma di capacità di vedere prospettive di futuro mettendo al centro i più fragili. Serve un pensiero integrale e sistematico, un’istituzione che si assuma la responsabilità della sintesi e il rischio del nuovo”.
Balestri: “Cultura, servono spazi accessibili, flessibili ed economicamente sostenibili”
Guarda ai giovani, in particolare, l’insegnante Andrea Balestri: “Vorrei dare un contributo su due elementi – dice – rapporto del teatro col contemporaneo e futuro degli eventi. Dobbiamo lavorare sul teatro, arte del presente, che non può perdere il proprio contatto con l’attualità e deve produrre spettacoli che aderiscono all’oggi. Servono spazi accessibili, flessibili ed economicamente sostenibili. Il Giglio è legato alla tradizione, non è uno spazio adatto alle esigenze del 2021. Dovremmo investire su eventi piccoli, rivolti ai cittadini di Lucca, oltre che sui grandi eventi per turisti. Serve un cambio di passo più coraggioso, una politica che agisca sulla vita culturale della città per renderla più stimolante”.
Andrea Colombini: “Puccini al centro del dibattito, ma andrà meglio con la prossima giunta”
Asciutto l’intervento del presidente del Puccini e la sua Lucca Festival, Andrea Colombini: “Mi fa piacere sentire che Puccini è tornato centrale nel dibattito – dice – Noi, da parte nostra, non abbiamo mai interrotto l’attività, con un notevole successo per lo streaming e abbiamo siglato una convenzione con una città di 6 milioni di abitanti nella provincia di Shanghai per portare Puccini nei loro teatri. Il nostro festival ha continuato a lavorare anche durante la pandemia, è l’unico ad averlo fatto. Con la prossima giunta – l’unica concessione polemica all’intervento – lavoreremo senz’altro meglio”.
Parla Colombini, la maggioranza esce dall’assise virtuale. L’artista medita la querela
Massimo Rovai: “Lucca metta al centro la transizione ecologica”
Chiude il professore Massimo Rovai: “Vorrei poter parlare di un’economia civile, dinamica e innovativa. A me piace pensare anche in termini di innovazione sociale: opportunità di occupazione e di rilancio. Spesso siamo un po’ resistenti a questa visione perché pensiamo che l’ambiente non si concili con l’economia. Ecco, vorrei che si potesse pensare a Lucca come una green city che metta al centro ecologia e transizione ecologica”. “ Le risorse – prosegue – devono poter essere utilizzate in modo efficiente e circolare. Si devono poter introdurre modelli di governance innovativi, compresi dai cittadini: serve una coscienza collettiva e non di pochi – che a volte sono visti come pazzi scatenati – perché altrimenti certe iniziative non possono decollare. Green city equivale a lavorare in tante direzioni. Mi soffermo su alcuni temi: in primis, rafforzare le strutture verdi urbane e periurbane. Lucca è molta pianura, molto territorio collinare. Scontiamo un consumo di suolo passato, precedente al piano strutturale, eccessivo”. “In un disegno di questo tipo – conclude – deve esserci un dialogo più costante tra amministrazione pubblica e cittadini perché questi ultimi possono essere preziosi per una migliore governance. L’amministrazione comunale si sta muovendo bene sulle politiche green ma deve comunicarlo meglio”.