Festa della donna, Frigo (Fdi): “Ripensare il mondo del lavoro femminile”

La riflessione per l’8 marzo della presidente del circolo ‘I borghi di Lucca’
Festa della donna, parla Annamaria Frigo, presidente del circolo I borghi di Lucca di Fratelli d’Italia.
“Oggi – dice – nella giornata internazionale dedicata alla donna, al posto di inutili e spesso retoriche parole vorrei far parlare i numeri seriamente preoccupanti legati all’impatto del Covid sul presente e sul futuro dell’occupazione femminile. Il 98% di chi ha perso il lavoro durante questo periodo è donna. I dati Istat dicono che su 101mila nuovi disoccupati, 99mila sono donne. Il Covid dunque, non solo ha cancellato posti di lavoro, ma attraverso lo smart working ha penalizzato le donne costrette a lavorare da casa, un ambiente dove difficilmente si riesce a concentrarsi tra faccende domestiche e figli da seguire, dimostrando che il peso del lavoro familiare è ancora addossato a loro (cura dei figli, anziani, persone con disabilità)”.
“È da questi dati – dice Frigo – che si deve partire per ripensare completamente il mondo del lavoro femminile in Italia e il recovery plan potrebbe essere un’occasione da non perdere per cominciare ad aggredire le profonde disuguaglianze che attraversano il nostro paese in questo ambito. Dunque ricominciare a lavorare sul difficile accesso al part time, sulla parità salariale (i redditi complessivi guadagnati dalle donne sul mercato del lavoro sono in media del 25 per cento inferiori rispetto a quegli degli uomini), su una maggiore domanda di lavoro nei settori dove è più alta la presenza femminile, su maggiori agevolazioni creditizie per l’imprenditoria donna. Quando si comincerà a capire veramente che se vogliamo far lavorare maggiormente le donne occorre incrementare i servizi di assistenza, un numero maggiore di asili nido e doposcuola adeguati per le scuole elementari e medie”.
“Non ultima una riflessione a cui tengo molto, lavorando nel settore della formazione – dice Frigo – È importantissimo agire sulle politiche rivolte alla cosiddetta next generation. Tra le giovani donne è infatti molto più diffuso il fenomeno dei Neet, quei giovani tra i 15 e i 34 anni che non hanno un lavoro e non sono impegnati in un percorso di studi o formazione. Da donna impegnata nel mondo del lavoro e in politica oggi esprimo la mia vicinanza a tutte le donne che sono in questo momento in difficoltà, con la chiara consapevolezza che come da sempre alle donne viene chiesto qualcosa di più, allo stesso modo il Covid ha sottratto di più“.