Viviani (Salviamo la manifattura): “Danno erariale anche con la terza proposta di Coima e Fondazione Crl”

Dubbi sia sulla gestione dei parcheggi sia sulla cessione del bene: “Non è valutabile perché non c’è il piano attuativo”
“Danno erariale anche per la terza proposta di Coima e Fondazione Crl”.
È questa l’analisi di Massimo Viviano per Salviamo la manifattura: “Le diciannove pagine dell’integrazione alla proposta di project dello scorso novembre – dice il gruppo – depositata da Coima & Rocco e Puccetti il 5 febbraio, confermano l’assenza di qualsiasi impegno per la ristrutturazione o la valorizzazione, e Coima ne chiarisce anche i motivi: gli edifici sono ancora oggetto di pubblico interesse in quanto assolvono alla funzione di archivio per la Soprintendenza, per il tribunale e di terminal bus il cui spostamento è ancora alla fase progettuale. Inoltre, i fabbricati costituiscono anche gli accessi dalla via pubblica del parcheggio multipiano e quindi, almeno in parte, d’interesse pubblico”.
“A questo deve aggiungersi che la ex-manifattura nord e sud – dice Salviamo la manifattura – sono collegate al comune destino derivante dal piano attuativo, ormai obbligatorio, che definirà tutte le possibilità edificatorie e con esse il valore degli immobili. È quindi evidente che non è oggi possibile stabilire quanto sia il valore della ex Manifattura sud. In pratica, la ex Manifattura sud, stando alle norme, non potrà costituire un contributo ad una operazione di project perché ancora di pubblico interesse, non disponibile e di valore non determinabile in assenza della definizione edilizia-urbanistica. Nonostante questo, l’integrazione di Coima conferma come condizione irrinunciabile l’acquisizione irrevocabile e definitiva dell’immobile entro quindici giorni dalla firma della convenzione, in contrasto con le recenti indicazioni del Mef e dell’Anac. L’integrazione al project riguarda anche una supposta riduzione a venticinque anni della concessione dei parcheggi mantenendo però l’intero introito e questo è in aperto conflitto con le richieste dell’amministrazione del gennaio scorso e quindi, sempre stando alle norme, da rigettare”.
“Passando alla parte economica – si legge ancora – finalmente Coima riconosce, ob torto collo, l’errore del non aver valutato la presenza di Metro srl nelle aree di suo interesse e a fronte di un incasso accertato di oltre 600mila euro annui (media 2017-2019), vorrebbe far credere che il valore è di poco superiore ai due milioni (2,33 milioni), in pratica nemmeno quattro annualità. Per capire l’enormità dell’errore basta considerare la stessa convenzione proposta da Coima al Comune di Lucca che prevede, nel caso che il Comune di Lucca volesse un giorno dargli lo stesso benservito che ora Coima vuol imporre a Metro srl, di pagare a Coima tutte le annualità ancora da ricevere a quella data. Quindi, applicando lo stesso criterio che Coima vorrebbe per sé, alla Metro srl, il valore dell’attuale concessione è pari alla somma attualizzata degli oltre seicentomila euro annui per i prossimi quarantatré anni; si parla di oltre venti milioni di euro, praticamente ben più del cento per cento dell’intero investimento Coima. È quindi evidente il superamento di qualsiasi percentuale ragionevole sugli investimenti promessi, in palese contrasto con le norme e conseguente danno erariale“.
“Sempre nel rapporto Coima-Metro srl la stessa integrazione propone – dice ancora la nota – per quanto sembra, di prendersi i parcheggi con tutti gli incassi (oltre 600mila euro) rifilandoli indietro alla stessa Metro srl per una somma inferiore della metà (260mila euro) purché li gestisca. È una procedura che sembra ricalcare il vecchio scandalo di Italsanità degli anni Novanta quando, in una serie di affidamenti circolari, la pubblica amministrazione si trovò allo stesso tempo committente ed esecutore della stessa cosa pur avendo pagato per delegarla. Infine, il quadro finale della convenienza economica è costruito non seguendo le linee guida Anac. I proponenti, per esaltare gli aspetti positivi, assegnano un valore finale dei parcheggi certamente esagerato. In pratica, a fronte di un valore di costruzione di circa quattordici milioni (anno 2021), al momento della sua restituzione alla città di Lucca (anno 2063) il valore dei parcheggi a raso, che già ci sono, e di un parcheggio multipiano ormai vecchio di oltre quaranta anni, sarebbe superiore a trentasette milioni. Cioè, in una strana procedura di moltiplicazione del valore, si vorrebbe far credere che dopo 43 anni il parcheggio multipiano, ormai a fine vita strutturale, non avrebbe alcun deprezzamento, anzi; ma quello che è ancora più singolare, e contro le linee guida Anac, è che si indica come parametro il valore dei parcheggi nel 2063. A questo deve aggiungersi che la previsione di Coima per la manutenzione dei parcheggi a raso e multipiano in tutti i 43 anni della concessione prevede un costo totale attualizzato minore di un milione, pochi spiccioli all’anno, e anche questo è in aperto contrasto con le recenti raccomandazioni del Mef e dell’Anac“.
“Guardando poi con più attenzione – conclude l’analisi di Salviamo la Manifattura – tra i vantaggi indicati per la valutazione comparativa dell’investimento, viene anche inserita l’Imu sui fabbricati. In pratica è come se uno chiedesse all’amministrazione comunale un parcheggio pubblico vicino alla propria abitazione compensandolo con l’Imu che pagherà sul fabbricato. Per la Cosap non c’è alcuna indicazione pur trattandosi di una perdita consistente per le casse comunali. Resta ancora da capire cosa accadrà per le soste vietate: avremo dei vigili Coima?“.