Panchieri: “Comune, Tambellini ha governato in una condizione di difficoltà”

Il segretario del circolo Pd centro storico fa un bilancio sull’amministrazione
“Siamo quasi alla conclusione del decennio Tambellini ed è giusto tentare un bilancio senza dimenticare cosa era accaduto prima”. E’ quanto afferma Roberto Panchieri, segretario del circolo centro storico del Pd.
“Prima di Tambellini ricordo un lungo periodo di litigi, di lotte di potere, di faide interne ai partiti (Dc e Psi in particolare), di indagini della magistratura, di casse del Comune prive di risorse, tanto che ad un certo punto arrivò Vivere Lucca per provare a risanare almeno il Bilancio – dice Panchieri -. Dopo sono successe tante altre cose, ma di certo possiamo dire che i dieci anni di Tambellini si stanno concludendo senza l’onta di indagini giudiziarie, dunque in modo trasparente e pulito. Vogliamo darne atto? Vogliamo rivendicarlo a merito del Centro Sinistra o dobbiamo far finta di niente? Certo non basta, ci mancherebbe!”.
“E’ vero che non si è manifestata particolare connessione con certi ambienti della città, è vero che le due amministrazioni Tambellini si sono caratterizzate per una certa dose di apparente autoreferenzialità, tipica, del resto, di un tratto del carattere lucchese – continua il segretario -. Ma non facciamo finta di ignorare che le amministrazioni Tambellini hanno dovuto operare in assenza del ruolo e della funzione che un tempo erano prerogativa di forze politiche robuste e non di semplici macchine distributrici di posti di potere com’è oggi. Dunque, se analisi va fatta, va condotta con serietà e fino in fondo. Del resto non è agevole, a parte qualche meritoria eccezione, riscontrare un contributo significativo da parte della elite della città. Guardiamo alla vicenda della Manifattura”.
“Di fronte ad un progetto di straordinaria potenzialità e modernità – afferma Panchieri – si è via via manifestato un crescente accanimento che ha riportato a galla i peggiori tratti del provincialismo lucchese. Se prevalesse questa mentalità non usciremmo dalle Mura e dovremmo davvero accontentarci per qualche giorno dello splendore dei fiori di corso Garibaldi. Non è questo più il tempo dei rappresentanti delle Fortezze Auguste o dei vessilli di Mediaset. E’ questo il tempo di una nuova generazione di amministratori, giovani e dinamici, abituati a girare il mondo, a parlare varie lingue, ad osservare gli esempi di una modernità che potrà alimentare un nuovo Orgoglio Lucchese. Chi ha una certa età, se vuole e se è capace, dia una mano, ma non si presenti ai nastri di partenza. Questo vale per tutte le forze politiche, in particolare per quelle che pensano di lucrare un qualche posticino utilizzando una mentalità ed una logica ormai fuori dal tempo”, conclude.