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Enrico Letta segretario nazionale del Pd: “Un momento difficile, ne usciremo”

14 marzo 2021 | 12:13
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Enrico Letta segretario nazionale del Pd: “Un momento difficile, ne usciremo”

Candidatura unica e 713 firme a sostegno per il successore di Zingaretti

Enrico Letta nuovo segretario del Pd. Una candidatura unica, la sua, che ha ottenuto 713 firme dei delegati dell’assemblea nazionale.

Sono stati poi 860 i voti per Letta. I no sono stati 2 e gli astenuti 4. Presenti alla votazione erano 874 delegati su 1021 aventi diritto.

“Ringrazio e saluto Nicola Zingaretti – ha detto Letta al suo discorso all’assemblea nazionale – a lui mi lega un rapporto di lunga e grande amicizia, abbiamo fatto tante cose insieme e tante ne faremo. Ti ringrazio per avermi cercato, lavoreremo insieme”.

Nel messaggio di Letta non poteva mancare un accenno alla pandemia. “E’ l’anno più buio della nostra storia repubblicana. E’ stato un anno terribile ma sono nati tanti segnaidi speranza. Siamo vicini alla liberazione, sappiamo che fino all’estate probabilmente ci aspetteranno nuovi lutti e sofferenze,ma la salute resta la cosa principale. Siamo di fronte a uno sforzo finale e sappiamo che la liberazione avverrà grazie alla scienza, grazie ai vaccini”.

Non tardano ad arrivare i commenti. “Buon lavoro ad Enrico Letta, nuovo segreterio del Partito Democratico – scrive il presidente della Provincia di Lucca, Luca Menesini -. Ringrazio il segretario dimissionario Nicola Zingaretti per il lavoro svolto fino ad oggi, che non è certo stato facile. Mi auguro che con oggi nasca un nuovo Pd, ovvero un Pd formato da un’unica corrente: i cittadini e i loro bisogni”.

“Sono a favore – afferma Menesini – del dibattito e del confronto interno, purché si svolga sempre nel rispetto reciproco; ultimamente era diventato davvero poco edificante. Adesso possiamo guardare al futuro e costruire un centrosinistra – in dialogo con il M5S di Conte e con tutti i soggetti che condivideranno il percorso – che sia ampio e plurale, europeista, ecologista e riformista”.
“Mi è piaciuta molto – commenta invece il governatore della Toscana, Eugenio Giani – l’autodefinizione come progressista nei valori e riformista nel metodo, per un’Italia che sappia uscire dalla pandemia con idee concrete rilanciando il nostro Paese. È stato molto bello che tra i suoi primi concetti abbia riconosciuto il ruolo delle regioni e salutato i presidenti Pd, 5 su 20. Per me e per la Toscana è finalmente un bel segno perchè la nostra regione ha bisogno di maggiori interlocutori a Roma, visto che il Pd, negli ultimi due governi, non ha espresso né Ministri né Sottosegretari toscani. È importante la scossa che Letta ha promesso al mondo dei circoli e iscritti nei territori, perché il Partito Democratico deve cogliere forza proprio dall’essere l’unico dei partiti con una base popolare fatta di presenza e di impegno nell’Italia dei comuni e delle regioni. A 100 anni dalla scissione di Livorno che caratterizzò la divisione del movimento progressista, spero che il nuovo Pd guidato da Enrico Letta garantisca un futuro di sempre maggiore unità e condivisione per il centro sinistra in Italia”.
“Congratulazioni e buon lavoro a Enrico Letta eletto quasi all’unanimità nuovo segretario del Partito Democratico. Un uomo di grande valore che conosco e apprezzo – commenta il sindaco di Lucca, Alessandro Tambellini -. Ero da lui 25 giorni prima del suo allontanamento da Palazzo Chigi. Oggi molti di quelli che lo mandarono a casa, senza tanti complimenti, lo hanno votato in assemblea come se nulla fosse. Sì perché Enrico Letta è stato acclamato senza che si affrontasse un vero dibattito nel partito che sappiamo dilaniato al suo interno e lontano dai cittadini. Non mi interessa stare in un partito che governa e basta, che nei fatti rappresenta solo le istanze dei grandi portatori di interessi. Non mi piacciono le correnti, i personalismi, le lotte fra bande. Non tollero chi finge l’unanimità scaricando tutti i problemi addosso a un segretario. Se non ci fermiamo a fare una vera discussione per ritrovare i valori che hanno costituito le fondamenta del partito quattordici anni fa, se non li aggiorniamo a una società che è profondamente cambiata, questo partito non mi interessa più, andrà avanti senza di me. Il Partito Democratico deve essere presente in ogni livello della nostra società, non può essere solo una manifestazione ‘apicale’ di amministratori, deve prima di tutto porsi l’obiettivo di far partecipare il maggior numero possibile di cittadini alla vita del nostro Stato, deve dare un contributo all’equità e alla politica come necessaria espressione della cittadinanza. Come ha detto stamani Letta: ‘torniamo nei circoli, abbiamo il coraggio di dire le cose come stanno, anche quando sono scomode, il nuovo Pd sarà veramente nuovo se mette al centro il tema delle donne, dei giovani, dell’ambiente, della sostenibilità’. Sono ancora disposto a battermi e a impegnarmi per il Pd ma, come ha detto Letta, non c’è bisogno di un nuovo segretario ma di un nuovo partito”.

Il sindaco di Montignoso e presidente della Provincia di Massa Carrara Gianni Lorenzetti è soddisfatto: “Saluto con piacere (e fiducia) la scelta di Enrico Letta di accettare la sfida e mettersi alla guida del Pd, non senza aver prima ringraziato Nicola Zingaretti per il suo nobile e gran rifiuto – afferma -. Spero che ciò sia di ammonimento per ciascuno di noi e possa permetterci di andare oltre i recinti e gli ostacoli delle correnti, recuperando gli ideali e andando a confrontarci senza pregiudizi su quelle che devono essere le scelte pregnanti di una forza politica che vuol tornare a candidarsi alla guida del Paese”.

“A distanza di poche settimane – prosegue –  torno dunque (malvolentieri) a scrivere e a riflettere su quello che sta accadendo in seno al mio partito. Fin da subito avevo ritenuto quanto meno inopportuno, nei tempi e nei modi, lo scontro nato all’interno del Pd, un logoramento che, per l’appunto, ha finito per portare Zingaretti alle dimissioni. Adesso voltiamo pagina, l’ennesima, per provare a ripartire e cercare continuità in prospettiva anche in vista delle elezioni politiche del 2023″.

“Ritengo  – prosegue – che la scelta di Enrico Letta quale segretario nazionale, in questo momento, possa essere quella giusta in quanto persona dalle indubbie qualità politiche, culturali e di forte credibilità, anche all’estero.  Si veda bene, personalmente ritengo che il Partito Democratico non possa più permettersi di chiudersi e arroccarsi su temi che ai più non interessano minimamente. Invece, negli ultimi tempi, abbiamo dato campo ad un sempre più spinto leaderismo di corrente che ha finito per sminuire il confronto e che, di conseguenza, siano stati commessi errori che hanno finito per svilire nel tempo quello che era il progetto originario, di un partito con al suo interno diverse sensibilità, con una identità pluralista, progressista e inclusiva. Ritengo quindi necessario, adesso, che si apra una nuova fase costituente, una nuova discussione che coinvolga la base, gli iscritti, i cittadini”.

“Dobbiamo tornare ad avere contatto con il territorio e con tutte quelle problematiche  – conclude che, alla luce anche della grave crisi economico sociale sanitaria che stiamo attraversando, siamo chiamati ad affrontare, e cercare di risolvere con soluzioni pratiche, risposte concrete. Il Pddeve così porsi come punto di riferimento nel panorama istituzionale e politico del paese, aperto a discussioni costruttive. Un partito di unità e coesione, che ritrovi le sue ragioni fondative, ovvero l’incontro fra le migliori culture democratiche, ambientaliste e progressiste.  E allora, con questo spirito, bentornato e buon lavoro Enrico”.

“Ho apprezzato molto l’intervento del neo segretario che ha messo in luce la necessità di rimettere al centro le persone con i loro bisogni ma anche i territori – ha affermato l’onorevole del Pd, Umberto Buratti -. Il nostro è un Paese fatto di piccoli comuni, dal mare alla montagna, che vanno tutelati, sostenuti, accompagnati e degnamente rappresentati. Dobbiamo tornare a parlare di questioni concrete, di impresa, lavoro, scuola. Il Pd deve tornare alla sua vocazione maggioritaria, usando anima e cacciavite, diventando il perno centrale di alleanze future e mettendo al centro idee ma anche questioni reali che toccano la vita dei cittadini. La politica deve essere pratica, chiara, pragmatica. Deve risolvere i problemi: questo significa essere un partito vicino alla gente e non al potere. Il Pd potrà risorgere solo se sarà “progressista nei valori, riformista nel metodo, radicale nei comportamenti”.  L’agenda del governo Draghi è l’agenda del Pd. Ora mettiamoci al lavoro, tutto insieme, per sostenere l’esecutivo in questi mesi difficili e ridare slancio a un partito fondamentale per gli equilibri del sistema politico italiano. Un partito di governo, fatto di tanti bravi amministratori che deve tornare al centro della vita politica del paese. Buon lavoro a Enrico Letta. Noi ci siamo”.