Enrico Letta segretario nazionale del Pd: “Un momento difficile, ne usciremo”

Candidatura unica e 713 firme a sostegno per il successore di Zingaretti
Enrico Letta nuovo segretario del Pd. Una candidatura unica, la sua, che ha ottenuto 713 firme dei delegati dell’assemblea nazionale.
Sono stati poi 860 i voti per Letta. I no sono stati 2 e gli astenuti 4. Presenti alla votazione erano 874 delegati su 1021 aventi diritto.
“Ringrazio e saluto Nicola Zingaretti – ha detto Letta al suo discorso all’assemblea nazionale – a lui mi lega un rapporto di lunga e grande amicizia, abbiamo fatto tante cose insieme e tante ne faremo. Ti ringrazio per avermi cercato, lavoreremo insieme”.
Nel messaggio di Letta non poteva mancare un accenno alla pandemia. “E’ l’anno più buio della nostra storia repubblicana. E’ stato un anno terribile ma sono nati tanti segnaidi speranza. Siamo vicini alla liberazione, sappiamo che fino all’estate probabilmente ci aspetteranno nuovi lutti e sofferenze,ma la salute resta la cosa principale. Siamo di fronte a uno sforzo finale e sappiamo che la liberazione avverrà grazie alla scienza, grazie ai vaccini”.
Non tardano ad arrivare i commenti. “Buon lavoro ad Enrico Letta, nuovo segreterio del Partito Democratico – scrive il presidente della Provincia di Lucca, Luca Menesini -. Ringrazio il segretario dimissionario Nicola Zingaretti per il lavoro svolto fino ad oggi, che non è certo stato facile. Mi auguro che con oggi nasca un nuovo Pd, ovvero un Pd formato da un’unica corrente: i cittadini e i loro bisogni”.
Il sindaco di Montignoso e presidente della Provincia di Massa Carrara Gianni Lorenzetti è soddisfatto: “Saluto con piacere (e fiducia) la scelta di Enrico Letta di accettare la sfida e mettersi alla guida del Pd, non senza aver prima ringraziato Nicola Zingaretti per il suo nobile e gran rifiuto – afferma -. Spero che ciò sia di ammonimento per ciascuno di noi e possa permetterci di andare oltre i recinti e gli ostacoli delle correnti, recuperando gli ideali e andando a confrontarci senza pregiudizi su quelle che devono essere le scelte pregnanti di una forza politica che vuol tornare a candidarsi alla guida del Paese”.
“A distanza di poche settimane – prosegue – torno dunque (malvolentieri) a scrivere e a riflettere su quello che sta accadendo in seno al mio partito. Fin da subito avevo ritenuto quanto meno inopportuno, nei tempi e nei modi, lo scontro nato all’interno del Pd, un logoramento che, per l’appunto, ha finito per portare Zingaretti alle dimissioni. Adesso voltiamo pagina, l’ennesima, per provare a ripartire e cercare continuità in prospettiva anche in vista delle elezioni politiche del 2023″.
“Ritengo – prosegue – che la scelta di Enrico Letta quale segretario nazionale, in questo momento, possa essere quella giusta in quanto persona dalle indubbie qualità politiche, culturali e di forte credibilità, anche all’estero. Si veda bene, personalmente ritengo che il Partito Democratico non possa più permettersi di chiudersi e arroccarsi su temi che ai più non interessano minimamente. Invece, negli ultimi tempi, abbiamo dato campo ad un sempre più spinto leaderismo di corrente che ha finito per sminuire il confronto e che, di conseguenza, siano stati commessi errori che hanno finito per svilire nel tempo quello che era il progetto originario, di un partito con al suo interno diverse sensibilità, con una identità pluralista, progressista e inclusiva. Ritengo quindi necessario, adesso, che si apra una nuova fase costituente, una nuova discussione che coinvolga la base, gli iscritti, i cittadini”.
“Dobbiamo tornare ad avere contatto con il territorio e con tutte quelle problematiche – conclude che, alla luce anche della grave crisi economico sociale sanitaria che stiamo attraversando, siamo chiamati ad affrontare, e cercare di risolvere con soluzioni pratiche, risposte concrete. Il Pddeve così porsi come punto di riferimento nel panorama istituzionale e politico del paese, aperto a discussioni costruttive. Un partito di unità e coesione, che ritrovi le sue ragioni fondative, ovvero l’incontro fra le migliori culture democratiche, ambientaliste e progressiste. E allora, con questo spirito, bentornato e buon lavoro Enrico”.
“Ho apprezzato molto l’intervento del neo segretario che ha messo in luce la necessità di rimettere al centro le persone con i loro bisogni ma anche i territori – ha affermato l’onorevole del Pd, Umberto Buratti -. Il nostro è un Paese fatto di piccoli comuni, dal mare alla montagna, che vanno tutelati, sostenuti, accompagnati e degnamente rappresentati. Dobbiamo tornare a parlare di questioni concrete, di impresa, lavoro, scuola. Il Pd deve tornare alla sua vocazione maggioritaria, usando anima e cacciavite, diventando il perno centrale di alleanze future e mettendo al centro idee ma anche questioni reali che toccano la vita dei cittadini. La politica deve essere pratica, chiara, pragmatica. Deve risolvere i problemi: questo significa essere un partito vicino alla gente e non al potere. Il Pd potrà risorgere solo se sarà “progressista nei valori, riformista nel metodo, radicale nei comportamenti”. L’agenda del governo Draghi è l’agenda del Pd. Ora mettiamoci al lavoro, tutto insieme, per sostenere l’esecutivo in questi mesi difficili e ridare slancio a un partito fondamentale per gli equilibri del sistema politico italiano. Un partito di governo, fatto di tanti bravi amministratori che deve tornare al centro della vita politica del paese. Buon lavoro a Enrico Letta. Noi ci siamo”.