Posti Covid al Campo di Marte, Petretti (Pd): “Manca il personale qualificato”

La consigliera con delega alla sanità risponde a Di Vito: “La vera situazione drammatica è la carenza di risorse umane. Occorre potenziare i servizi territoriali”
“Utilizzo del Campo di Marte: facciamo chiarezza e raccontiamo come stanno esattamente le cose”. A dirlo è la consigliera comunale Pd con delega alla sanità, Cristina Petretti. “Detesto la logica, per chi si occupa di amministrazione pubblica, di lavorare con la modalità del botta e risposta – dice -. Ma, dal momento che stiamo parlando di salute pubblica, credo che sia doveroso dare una corretta informazione ai cittadini, che già mi sembrano molto frastornati su quanto sta accadendo rispetto alla campagna vaccinale.
“Semplificare l’informazione – dice – mettere tutti in grado di capire è un modo rassicurante di dare certezze, in un mondo pervaso dall’incertezza. E, aggiungo, è un dovere di noi amministratori pubblici. In consiglio comunale siedono due medici, Di Vito e la sottoscritta, che sicuramente si stimano, pur trovandosi su banchi opposti e pur avendo una visione diversa su tante questioni, appartenendo anche a esperienze politiche diverse. Però su una cosa non può esserci divergenza: la ricerca della verità e la capacità di ripotare in modo corretto i fatti, senza strumentalizzarli a piacimento. Una modalità, quest’ultima, che non va mai bene e a che a maggior ragione non può essere accettata quando si parla di salute pubblica”.
“Oggi – continua – si legge che il motivo del contendere è l’utilizzo del Campo di Marte. E allora facciamo chiarezza, lontani dalle logiche di partito, ma per amore della verità: l’edificio A del Campo di Marte (ex padiglione chirurgico) ha 150 posti dichiarati. Sono attivabili per terapie intensive e subintensive per pazienti Covid? No, non lo sono. E non lo sono, perché manca personale: non solo in senso numerico, ma anche in termini qualitativi. Cioè manca personale formato per quel tipo di assistenza. Al momento, inoltre, non esiste una dotazione tecnologica adeguata e, soprattutto, non ci sono i criteri strutturali richiesti dall’accreditamento, per ottenere i quali sono necessari ulteriori interventi e ulteriori finanziamenti”.
“Parliamo dunque di quello che è possibile fare – spiega Petretti – il Campo di Marte può diventare un polo organizzato di posti a bassa intensità di cura, trasferendo nel padiglione anche i letti attualmente collocati nell’edifici. Occorreo C, così da essere utilizzati come polmone di smaltimento della fase acuta post ospedaliera. In aggiunta, è possibile completare il setting assistenziale con il trasferimento dell’hospice dalla sede di Maggiano”.
“La vera situazione drammatica e, al momento, apparentemente non risolvibile se non attraverso un intervento diretto e tempestivo della direzione aziendale area vasta nord-ovest, è la carenza di risorse umane (personale medico e infermieristico) – conclude – Le altre due strade da seguire subito sono queste: potenziare i servizi territoriali – unica vera arma per combattere la diffusione pandemica – di cui tutti parlano, ma per l’implementazione dei quali, al momento, non vediamo un segnale chiaro ed efficace; riorganizzare i tre ospedali che gravitano sul nostro territorio in termini di distribuzione delle risorse in modo da efficientare il sistema e garantire il massimo dell’assistenza a chi ne ha bisogno”.