Il partito comunista in piazza per lo sciopero della scuola

26 marzo 2021 | 08:46
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Il partito comunista in piazza per lo sciopero della scuola

Il partito sostiene la mobilitazione dei Cobas

Il Partito Comunista appoggia lo sciopero indetto per oggi (26 marzo) da Cobas Scuola assieme al comitato Priorità alla scuola e al coordinamento nazionale precari scuola: l’appuntamento è per stamani alle 10 in piazza Guidiccioni.

“Grazie alle direttive Europee degli ultimi vent’anni i governi italiani hanno trasformato le scuole in vere e proprie aziende, con insegnanti sempre più precari e vittime dei presidi-manager e con studenti visti solo come oggetti su cui far profitto – si legge in una nota -. La scuola non educa più gli alunni e non costruisce capacità critiche. Suo compito è formare lavoratori per conto delle imprese, che risparmiano così sulla formazione. Questo è il senso dell’alternanza scuola lavoro: creare lavoratori, gratuitamente, pronti ad eseguire compiti senza porre domande. Nessuno dice loro che saranno dei lavoratori precari, usa e getta”.

“A causa della gabbia del pareggio di bilancio in costituzione inserito dal governo Monti – si legge -, i ministri dell’istruzione hanno tagliato sull’educazione pubblica, costringendo gli istituti a fare accordi con i privati e chiedendo un contributo volontario alle famiglie per poter rimanere aperti e autofinanziarsi creando così un divario tra le scuole e delineando sempre di più quelle di serie A e quelle di serie B in base ai contributi ricevuti.
Un ulteriore problema derivato da tutto questo sono le “classi pollaio”, che costringono gli insegnanti (sempre più precari) a dover dirigere classi sovraffollate, peggiorando l’insegnamento e mettendo così in difficoltà gli alunni sia dal punto di vista dell’apprendimento che dello spazio vitale all’interno delle classi, soprattutto in questo periodo di pandemia in cui il contagio all’interno delle scuole è sempre più frequente”.

“Eppure – aggiunge Pci – ci sarebbero edifici pubblici e soldi da destinare alla scuola. Si pensi alle missioni di guerra a cui partecipa l’Italia e a quanto ci costano. Si pensi a quante caserme avremmo potuto impiegare per far scuola in piccoli gruppi, distanziati e in sicurezza, anziché inchiodare alunni e docenti davanti a uno schermo.
E’ ora di riportare l’istruzione al ruolo che si merita, con finanziamenti alla scuola pubblica per far si che sia di classe, accessibile a tutti e di qualità”.