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Taglio e piantumazione alberi, Palp interroga il Comune: “Buona fede o ambientalismo di facciata?”

3 aprile 2021 | 13:53
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Taglio e piantumazione alberi, Palp interroga il Comune: “Buona fede o ambientalismo di facciata?”

L’attacco di Potere al Popolo: “Se il tema ambientale riguarda tutti, perché non chiedere aiuto anche ad altri soggetti per salvaguardare il verde?”

“Negli scorsi giorni e nelle scorse settimane abbiamo assistito a un gran parlare sul tema degli alberi da parte di consiglieri, assessori, forze politiche di maggioranza. Il Comune di Lucca, infatti, a ridosso dell’Earth Strike di qualche settimana fa, attraverso una serie di post dell’assessore Raspini e l’iniziativa promossa da Sinistra Con, ha tenuto molto a sottolineare il gran lavoro fatto da parte dell’amministrazione nel campo delle piantumazioni. Buona fede o greenwashing?”

Apre così la nota di Potere al Popolo di Lucca, che prosegue: “Il Comune, a fronte del taglio effettuato e di quelli che continuerà a fare di moltissimi esemplari di piante adulte (pensiamo alle piante abbattute sui viali di circonvallazione, sulle mura lucchesi, ai cedri del Libano del quartiere San Concordio, al Viale di Monte San Quirico, a via Civitali per citarne alcuni) ha provveduto a piantumare nuovi giovanissimi alberi, di cui molti sul parco fluviale, avvalendosi della collaborazione (gratuita od onerosa?) di un’associazione (Talea), finanziata dalla Fondazione Cassa di Risparmio e dall’industria Sofidel, che come tutto il cartario ha responsabilità nel dissesto della Piana. E qui nascono in gran parte le domande”.

“Posto che la piantumazione su larga scala si è fatta sempre più emergenziale, se non tardiva – prosegue il gruppo – credete davvero che la capacità di captazione della CO2 di venti o trenta alberi giovani sia la stessa di un cedro del Libano, di un tiglio o di un leccio adulto?Sapete che gli effetti positivi delle piantumazioni si vedranno fra minimo venti anni? E in questi anni continuerete a tagliare? Non credete che gli effetti delle capitozzature indiscriminate che vengono effettuate in continuazione possano essere fondamentali nella predisposizione a malattie degli alberi adulti, che poi sarete costretti ad abbattere? Perché alle ditte cui viene affidata la cura del verde non è mai stata vietata la capitozzatura?”.

“Inoltre – scrive Palp – oltre al discorso della capacità di captazione della CO2, il taglio di alberi porta anche all’estinzione di habitat per migliaia di specie che, su quegli alberi e grazie a quegli alberi sopravvivono. Prima che un albero giovane recuperi la sua funzione servono anni, nel frattempo sono state sterminate o costrette ad emigrare centinaia di specie diverse, fra insetti, uccelli etc. Credete che si spostino facilmente su esemplari giovani e appena piantati?  Il Comune di Lucca, che fa tavoli per tutto, ha convocato associazioni e fatto rete con le realtà ambientaliste? Se il tema ambientale riguarda tutti e tutte, perché non chiedere aiuto anche ad altri soggetti allo scopo di salvaguardare il verde esistente? C’è un piano organizzativo dietro questo progetto? Quale? Oppure è stato soltanto comprato qualche albero o avete aderito ad un pacchetto precostituito da chi collabora coi soliti noti? Non pensate che limitarsi a interpellare la Fondazione come ente finanziatore sia limitante anche solo per il fatto che la stessa non è obbligata a rendere pubblici i metodi di selezione dei soggetti finanziatori? Volendo allargare il discorso – continua il gruppo – non è poco trasparente e democratico calare sempre dall’alto le decisioni, peraltro in contraddizione con gli obiettivi dell’agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, come succede con le colate di cemento che continuano ad arrivare a San Concordio, facendo guerra ai comitati di quartiere?”.

“Non è altresì limitante e poco costruttivo riconoscere come unico interlocutore la Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e soggetti privati per riqualificare importanti edifici e spazi pubblici della città come l’ex manifattura Tabacchi, non aprendo percorsi veramente partecipati alla cittadinanza per intercettare i bisogni reali del territorio? – conclude Palo – Queste sono alcune domande che vorremmo fare all’amministrazione comunale come attiviste e attivisti, ma che non avendo rappresentanza nelle istituzioni probabilmente non avranno mai risposta, a dimostrazione che la partecipazione e la rappresentanza democratica sono ben lungi dall’essere poco più che semplici parole”.