Marchini rivela: “Il sindaco mi ha fatto il nome del suo successore, poi l’indomani mi ha silurato”

L’ex assessore racconta le sue ultime 24 ore a Palazzo Orsetti: “Dissi a Tambellini che avrei votato contro la pratica della Manifattura e capii dalla risposta cosa sarebbe accaduto”
Continuano le tensioni in politica dopo il siluramento di Celestino Marchini dalla giunta. Lui stesso, dopo lo sfogo di ieri, torna a prendere la parola raccontando le sue ultime 24 ore da ex assessore, e smentendo la ricostruzione fatta dal sindaco, a cui sostiene di aver annunciato il giorno prima la volontà di dare un voto negativo alla pratica della manifattura alla seduta della giunta, a seguito della quale è stato rimosso. Non solo. Dalle rivelazioni dell’ex assessore si apprende che il giorno prima di rimuoverlo dalla giunta gli aveva riferito il nome del suo successore alla carica di sindaco per il centrosinistra.
“Avevo preparato questo post nelle ore successive al siluramento per non scordare i particolari, ma pensai di non pubblicarlo per quanto riportato nell’ultimo paragrafo di questo post – scrive Marchini su Facebook -. Poi, ieri sera, ascoltando le parole pronunciate dal capogruppo di Lucca Civica in Consiglio Comunale mi sento costretto a pubblicarlo. Come fa il capogruppo a dire che ho sbagliato avendo ascoltato solo una campana, perché ha distorto la realtà sul cellulare. Capisco che deve proteggere l’amministrazione, ma ancora una volta è stato commesso un errore politico oltreché umano. Ecco le ultime 24 ore di assessore: giovedì 25 alle 14,25 arrivo a Palazzo Orsetti per l’appuntamento chiesto dal sindaco per parlare delle prossime elezioni 2022. Alle 14,30 arriva il sindaco e inizia il colloquio”.
E’ qui che Marchini annuncia le sue decisioni sulla Manifattura: “Prima di parlare del futuro, prossime elezioni, gli faccio presente che non avrei votato la pratica inerente la manifattura e ho esposta sinteticamente in poche parole, non sono abituato a fare poemi, la motivazione. La risposta del sindaco non mi faceva presagire ciò che sarebbe successo l’indomani (siluramento). Quindi mi ha illustrato il suo pensiero sui vari candidati del centro sinistra alle prossime elezioni e poi mi ha chiesto il mio pensiero. Come al solito, da ‘poco politico’ quale sono, ho detto molto chiaramente che preferivo uno dei candidati non appoggiato da lui (sindaco) perché (ho specificato i motivi). Intendiamoci tutte brave persone, ma ritengo che faccia parte delle mie prerogative, come per tutti i cittadini, di poter scegliere”.
“Finito il colloquio, cordialissimo, sono andato al funerale dell’amico Francesco Lunardini che mi ha fatto stare per niente bene, entrando in chiesa ho spento i cellulari. A un certo punto mi è venuto un tremendo mal di stomaco e mi sono seduto. Alla fine della funzione mi ci è voluta tutta a raggiungere l’auto lasciata nel piazzale di Palazzo Parensi – racconta Marchini -. Mi sono seduto aspettando un po’, visto che seduto la sfangavo meglio e poi sono tornato a casa dove mi sono seduto aspettando un collegamento che mi tornava male non fare, trattandosi di intervenire ad un dibattito, invitato da Sinistra Con sul verde. Mancavano pochi minuti al collegamento e accendo silenziandolo un cellulare per fare il collegamento tramite router. Dopo cena, come al solito vado al computer per lavorare alle pratiche che avevo in corso. Alle 11,30 mi sono accorto di aver lasciato il secondo cellulare spento e l’ho acceso per mettere la sveglia del giorno dopo. Tra l’altro alle 23 mi entra in vigore ‘non disturbare’, ho dovuto utilizzare questo metodo perché c’era chi mi telefonava, anche per cavolate, oltre la mezzanotte. Naturalmente questo blocco escludeva una ventina di numeri, tra cui quello del Sindaco, per eventuali urgenze”.
“Venerdì 26 sono andato come tutte le mattine a Palazzo Parensi. Alle 10, mentre ero in video conferenza con le Ferrovie per la questione scalo merci, mi telefona la segretaria del sindaco dicendomi che il sindaco mi voleva parlare. Gli ho detto che appena finiva il collegamento ci sarei andato. La risposta fu: il sindaco vuole parlarti subito perché più tardi deve andare, interrompi il collegamento e vieni. Interrompo il collegamento e vado da Palazzo Parensi a Palazzo Orsetti pensando dentro di me cosa sarà successo (non mi è passato nemmeno per l’anticamera della mente ciò che sarebbe avvenuto pochi minuti dopo). Entro dal sindaco che mi comunica che visto che non avevo votato la pratica era venuto a mancare il rapporto fiduciario e mi toglieva le deleghe con effetto immediato. Non posso negare che sono rimasto di sasso. Mi ha chiesto se volevo dare le dimissioni io o se lo doveva fare lui. Gli ho raccontato del giorno precedente e risposto in pratica che essendo una sua decisione la portasse in fondo (presumo sia stata una firma pesa da fare dopo quindici anni di collaborazione lavorando come un mulo ed essendo più anziano per età). Mi ha detto di passare dal vice sindaco Lemucchi. Uscito dalla stanza del sindaco mi sono recato nella stanza del vice sindaco che in quel momento non c’era. Lo aspetto fuori dalla porta. Nel frattempo passa il sindaco che mi chiede se avevo incontrato Lemucchi, gli rispondo che non c’era, allora il sindaco telefona a Lemucchi che dice che sarebbe arrivato a momenti. Arrivato Lemucchi mi ridice quanto mi aveva detto il sindaco e gli ho raccontato, come al sindaco, la giornata precedente. Mi rispose se l’avessi detto al sindaco, gli risposi di sì. A quel punto mi disse che gli dispiaceva dell’accaduto e ci salutammo. Sono tornato a palazzo Parensi a racimolare le cose personali, vi potete immaginare in quale stato d’animo. Verso le 13,30 mi telefona la segretaria per consegnarmi la revoca. Eravamo vicini alle 14, quando Sara mi venne incontro sul piazzale di palazzo Parensi, dove la aspettavo da una ventina di minuti andando avanti e indietro e ho firmato, appoggiandolo alla bauliera della mia auto, il decreto come ricevuta. Ringrazio Sara per la sensibilità avuta nei miei confronti per le sue parole e nella consegna del decreto, fatta personalmente e non tramite notifica della polizia municipale, che sarebbe stato uno schiaffo, pur previsto dalla legge, quasi fossi un bandito e non una persona. Sulle ultime 24 ore non ho altro da dire e su di essa cala il silenzio perché ha già causato troppi danni al centro sinistra in vista delle prossime elezioni”.