Olivati e Bianucci raccolgono l’appello: “Comune ricordi i crimini del fascismo in Jugoslavia”

I consiglieri rilanciano la richiesta di Alda Fratello, Armando Sestani e Stefano Lazzari
Ricordare i crimini italiani e tedeschi commessi in Jugoslavia. È con questo obiettivo che i consiglieri comunali Daniele Bianucci e Gabriele Olivati hanno portato il tema all’attenzione dell’ultimo Consiglio comunale, formulando un’apposita raccomandazione congiunta.
“Il consiglio comunale avvii una riflessione, che coinvolga l’intera città, sull’invasione italiana e tedesca della Jugoslavia, che esattamente ottanta anni fa ha rappresentato una delle pagine più nere della nostra storia – spiegano i consiglieri – In tal senso, facciamo nostro l’appello pubblico, lanciato da Alda Fratello, Armando Sestani e Stefano Lazzari, che condividiamo profondamente. Nei programmi dell’amministrazione comunale per le politiche della memoria, questi accadimenti assumano una rilevanza di studio e approfondimento sempre maggiore”.
“Come ci hanno ricordato Fratello, Sestani e Lazzari, il 6 aprile 1941 le truppe dell’Asse invadevano la Jugoslavia – hanno ricordato, in Consiglio, Bianucci e Olivati – L’esercito italiano e quello tedesco penetravano nel paese balcanico e sconfiggevano nel breve tempo di due settimane la tenue resistenza jugoslava. Alla vittoria militare seguiva la spartizione del paese. Questa pagina di storia dell’Italia fascista è stata, e lo è ancora oggi, sconosciuta ai più anche se la storiografia ha dato un contributo notevole alla conoscenza di quel periodo. Quello che dobbiamo ricordare, rammentando questo giorno, sono soprattutto i crimini commessi dalle forze italiane rimasti impuniti nel dopoguerra e sostituiti da una narrazione che coltiva il mito del ‘buon italiano'”.
“Quella occupazione è invece una pagina di infamia della nostra storia e del fascismo che ne fu il protagonista: incendi di villaggi; stragi di popolazioni inermi, come a Podhum vicino alla città di Fiume, dove 108 abitanti, tutti uomini di un’età compresa tra i 16 ed i 64 anni, furono giustiziati in una cava poco distante; stupri; internamenti in campi di concentramento dove in migliaia trovarono la morte per fame e malattie; la città di Lubiana completamente circondata dal filo spinato – hanno proseguito i consiglieri -. Senza allontanarsi dalla nostra regione ci possiamo recare presso il cimitero di Sansepolcro, qui c’è l’Ossario degli Slavi nel quale si conservano le urne di 446 tra sloveni e croati, di cui 160 morti nel campo si concentramento di Renicci, nel comune di Anghiari in provincia di Arezzo. Dopo l’8 settembre del 1943 migliaia di soldati seppero riscattarsi mettendosi al fianco dei partigiani jugoslavi dando vita alla Divisione italiana partigiana Garibaldi che combatté nel Montenegro dove migliaia di loro trovarono la morte”.
“Ad ottanta anni di distanza, riprendiamo quanto pubblicamente lanciato da Alda Fratello, Armando Sestani e Stefano Lazzari – hanno spiegato, in Consiglio, Bianucci e Olivati – e chiediamo che, a partire dal prossimo anno, si dedichi un momento di riflessione a questi tragici eventi. Perché si faccia memoria dei crimini del fascismo, spesso rimossi o relegati solo all’interesse degli studiosi”.