Salviamo la manifattura non molla: “Perché un rapporto privilegiato del Comune con Tagetik?”

Secondo l’associazione le procedure in corso sarebbero irrituali perché non rispetterebbero il principio di imparzialità della pubblica amministrazione
Manifattura sud e Tagetik, Salviamo la Manifattura non si arrende. E risponde alle affermazioni del sindaco sulla necessità di ospitare la multinazionale nel complesso riqualificato.
“Gentile Signor Sindaco – si legge in una lettera aperta – buttare la palla fuori campo non sempre, dal punto di vista comunicativo, è una strategia vincente. Offre all’avversario multiformi possibilità di replica. Ovviamente noi non abbiamo mai messo in discussione la capacità decisionale – nei rigorosi confini di legge – dell’amministrazione né mai abbiamo contestato la possibile presenza di Tagetik, ancorchè ad oggi non si comprenda in forza di quali accordi, né se siano ben state valutate le conseguenze dal punto di vista del carico urbanistico”.
“Ma il punto che abbiamo segnalato è ben altro – dice Salviamo la Manifttura – e la invitiamo ad una rigorosa riflessione. Perché alle volte farsi prendere dalla foga della replica rischia di rendere sempre più difficoltosi i percorsi. Ci siamo chiesti, questo sì, noi, come il suo dirigente, a qual titolo Tagetik chieda al Comune di Lucca un “parere” ed a qual titolo, nel corso per giunta di una procedura pubblica che dovrebbe sfociare in una gara, il Comune offra risposta. Non ci risulta che il Comune di Lucca abbia sottoscritto accordi con Tagetik, ma saremmo lieti eventualmente di visionarli. Né ci risulta che una eventuale locazione che veda come conduttore Tagetik vada poi a beneficio di chiunque vincerà la gara, e dunque di chiunque ne acquisirà la proprietà. Se dunque così non fosse, ma come abbiamo scritto ci auguriamo che lo sia, una parere del Comune ad un soggetto che rispetto al Comune non vanta neppure una banale aspettativa, ci pare oltremodo irrituale. Per giunta, lo ribadiamo, laddove la posizione della amministrazione entro una procedura pubblica deve essere ed apparire assolutamente imparziale, in ossequio alle norme di legge ed ovviamente alla Costituzione. Tantomeno comprenderemmo come il Comune possa decidere di affidare la redazione di un parere legale a illustri studi professionali e dunque di caricare sulle spalle dei cittadini il relativo esborso, laddove alla richiesta di un simile parere da parte dell’amministrazione Tagetik non ci pare assolutamente legittimata”.
“Non è un caso che il diligente dirigente comunale, pur da lei autorizzato – dice ancora Salviamo la Manifattura – si sia guardato bene dal richiedere un parere e dunque dal far sostenere al Comune il relativo impegno di spesa per una attività che di certo contabilmente non troverebbe alcuna legittimazione. Tagetik ovviamente, o chi eventualmente a lei si sia vincolato contrattualmente, incarichi pure i suoi esperti e provveda ai relativi esborsi, ma certo il Comune non può farsi carico, così ci pare di poter ritenere, di offrirle informazioni privilegiate rispetto ai futuri concorrenti e men che mai di sobbarcarsi i relativi costi. Questo il punto che, vista la palla fuori campo, ci tocca ribadire. Avremmo voluto e vorremmo una risposta nel merito: che rapporti giuridici legano Tagetik all’amministrazione?”.
“Quanto alle alternative, ci risulta che Music Innovation Hub – dice ancora Salviamo la Manifattura – abbia formulato alla amministrazione e ribadito in consiglio comunale tramite l’intervento di Andrea Rapaccini una precisa proposta, alternativa a quella che vede protagoniste Coima e Fondazione. Una proposta che oltre ad avere piena sostenibilità economica, avrebbe il pregio di rispettare la vocazione culturale della Manifattura, al contempo facendone centro di interesse e di frequentazione quotidiana, per giunta consentendo alla Amministrazione di mantenere l’immobile nella sua proprietà. Ci risulta però che il signor sindaco abbia invitato Music Innovation Hub a ricercare, non si sa bene perché, un accordo con la Fondazione, quasi che la ex Manifattura fosse di fatto già sfuggita alla disponibilità del Comune. Ciò è davvero singolare, se solo si pensa che al più Coima-Fondazione saranno solo i proponenti di un progetto che per legge dovrà andare a gara e dunque non certo necessariamente gli aggiudicatari”
“Si cessi dunque con le consuete lamentazioni, con l’agitare lo spettro dell’edificio cadente e dell’intervento Coima/Fondazione come salvifico – conclude la nota – Abbiamo già dimostrato, con una concreta proposta, che l’alternativa c’è e, a nostro avviso, ben più agevole normativamente, produttiva dal punto di vista della vivacità del centro cittadino e rispettosa della natura pubblica e culturale del bene di quanto non lo sia l’unica che fino ad oggi sia stata coltivata, ma non certo l’unica possibile”.