Gli ex candidati sindaco: “Ex Manifattura, futuro messo a rischio dalla giunta Tambellini”

Santini, Barsanti e Bindocci: ”È l’azione maldestra dell’amministrazione a pregiudicare tutto, anche per quello che riguarda Tagetik”
“La Manifattura Sud deve tornare a nuova vita, va strappata al degrado: ma è l’azione maldestra del sindaco e della sua giunta a maggioranza Pd che mette a rischio il futuro di questo complesso, altro che l’opposizione o i comitati spontanei sorti a difesa del futuro dell’immobile”. Lo sostengono i tre ex candidati sindaco Remo Santini, Massimiliano Bindocci e Fabio Barsanti.
“Da oltre un anno le forzature dell’amministrazione su procedure e tempi, la bocciatura di alternative lanciate da altre cordate oltre alla proposta di Coima e Fondazione (quella di Music Innovation Hub per intenderci) nonché la mancata trasparenza nell’ammettere cosa verrà effettivamente realizzato nella mega area, insieme alla negazione di un processo partecipativo – spiegano i tre – hanno creato un mix esplosivo fatto di arroganza e incompetenza, che è l’unico vero ostacolo sulla strada della rigenerazione della Manifattura. Il caso Tagetik e le polemiche conseguenti ne sono la conferma: un modus operandi sempre uguale che, proprio per colpa del Comune, rischia perfino di ledere l’immagine di un’azienda leader del nostro territorio quale è Tagetik, sicuramente una grande risorsa per Lucca”.
“Il sindaco si riempie sempre la bocca di legalità, ma se questo principio fosse stato seguito da subito sulla vicenda Manifattura, non saremmo arrivati allo stallo attuale – riflettono i tre ex candidati sindaco – con fughe in avanti e ricerca di scorciatoie. L’ultima è il tentativo di non fare il piano attuativo per tutto il complesso, in modo che una parte possa ospitare subito un’azienda. Si comprende la fretta, ma agendo così nel tentativo di aggirare le norme, il Comune rischia di essere accusato di turbativa d’asta e abuso di ufficio. C’è il pericolo che questa condotta stranamente spregiudicata di Tambellini faccia accendere sulla vicenda i riflettori di Corte dei Conti e della Procura, soprattutto se qualcuno presentasse un esposto. Per questo riteniamo si debba fermare tutto: una scelta che non significa bloccare la rinascita della Manifattura, piuttosto il contrario: evitare che la questione si impantani per anni a causa di strascichi giudiziari”.
I tre ex candidati sindaco allegano alle loro riflessioni il carteggio intercorso tra il sindaco e il neo dirigente Luca Nespolo. “Alle sollecitazioni di Tambellini su una risposta alle possibilità che senza modifiche urbanistiche si possa procedere all’ingresso di attività nella Manifattura, il dirigente sottolinea che si tratta di ‘un’istanza atipica, che non trova riferimento nei procedimenti amministrativi contemplati dall’ordinamento vigente’ e aggiunge che l’amministrazione ‘non può che rimanere estranea’ a rapporti privatistici – concludono Santini, Bindocci e Barsanti -. Da qui la decisione del sindaco di chiedere un altro parere esterno a ‘soggetti altamente competenti’. Spendendo quindi altri soldi della collettività, dopo aver scoperto tardi che ciò che si riteneva fattibile, in realtà non lo è. Poi ci sono gli sviluppi di queste ultime ore, con l’intervista rilasciata dai vertici di Tagetik, che mette in evidenza l’incapacità del Comune a mantenere le promesse fatte e conferma la malagestione dell’amministrazione fin dall’inizio di questa vicenda. Ci chiediamo infine se gli ultimatum giovino alla causa o rischino di inasprire il clima, ma quel che è certo è che le parole del management dell’azienda non fanno fare una bella figura al sindaco”.