Femminicidio ad Altopascio, le donne democratiche: “Una violenza che ferisce la coscienza della comunità”

Il dolore nelle parole delle rappresentanti: “Carmela è stata uccisa perché era una donna. No alla violenza di genere, di qualunque tipo”
“Carmela è morta perché era una donna. È successo ad Altopascio, in pieno giorno. Ancora una volta per mano di un compagno. Una violenza che ferisce la coscienza della comunità e che interroga la politica sulle proprie responsabilità. Le dinamiche private si alimentano di cultura collettiva – e nel 2021, anche nell’evoluta Toscana, c’è ancora tanta strada da fare. Non possiamo permetterci di abbassare la guardia”. Così la conferenza delle donne democratiche di Lucca sul femminicidio che ha sconvolto Altopascio.
“È più che mai necessario – dice la nota – coltivare sentimenti di rispetto reciproco e riconoscere la dignità di ogni persona. Educarci ad accogliere l’altro, l’altra, anche quando non ne condividiamo le scelte. Urge un processo di maturazione nel vivere insieme che che invita tutti ad agire. Solo quando tutte le donne saranno libere di dire no senza per questo essere umiliate, picchiate o uccise, potremo considerare questa battaglia di civiltà vinta. Un risultato che chiama in causa tanti aspetti del quotidiano, a volte vissuti con superficialità anche da noi donne – chi, in fondo, non ha mai pensato che le professioni declinate in A suonino male o che non sia una rivoluzione del linguaggio a fermare la scia dei femminicidi? Ma le parole descrivono la realtà, sono potenti mezzi di interpretazione e possono modellare i pensieri. E dietro ogni gesto di violenza sulle donne c’è un pensiero, distorto e crudele: “Se l’è cercata”. Come se essere donna volesse dire essere di qualcuno, come se la libertà fosse un diritto troppo prezioso per una donna“.
“Nelle istituzioni, nelle professioni, nell’educare figlie e figli, nel parlare leggero di tutti i giorni – conclude il comunicato – noi donne democratiche della Lucchesia sentiamo il dolore del sangue versato. Quello di Vanessa, di Vania, di Khrystyna, di Luana – e ora quello di Carmela. Pagine di cronaca e di vita vicine a noi. Sentiamo il peso di esistenze in pericolo e il dolore di chi si chiede se avesse potuto fare qualcosa per impedirlo. Ribadiamo il nostro no alla violenza sulle donne, di qualunque tipo. Vogliamo indirizzare le nostre energie più belle ai figli di Carmela e dell’uomo che l’ha uccisa, Teresa e Nicola. A loro va il nostro abbraccio più grande“.