Zucconi e Tofanelli (Fdi): “Il governo penalizza il lavoro”

3 giugno 2021 | 16:51
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Zucconi e Tofanelli (Fdi): “Il governo penalizza il lavoro”

Gli esponenti del partito di Giorgia Meloni: “Bisogna dare una visione ai giovani”

“L’Italia sta senza dubbio attraversando un periodo di estrema crisi, ma le politiche che sta attuando non incentivano e anzi penalizzano il lavoro”. Lo affermano Riccardo Zucconi, deputato Fratelli d’Italia e Carlo Alberto Tofanelli, responsabile provinciale dipartimento Fdi turismo.

“Il primo punto – spiegano – che rappresenta sicuramente un freno per la ripartenza della nostra economia è dato dall’aumento considerevole del prezzo dei beni di consumo di generi alimentari e soprattutto dei materiali per l’edilizia, aumento sul quale andrebbe aperta una fase di controllo immediata. Il prezzo del ferro e del cemento sta aumentando in modo notevole, così come quello di molti altri materiali, che non vengono prodotti direttamente in Italia. Questo determina problemi nelle tempistiche ma anche carenze di magazzino, nonostante l’indice della produzione manifatturiera sia al momento positivo”.

“A questo problema – proseguono -, si aggiunge il fatto che molte aziende in vari settori stanno lamentando il fatto di non trovare personale, un fenomeno gravissimo che ci lascia stupiti considerando la crisi economica che molte famiglie stanno attraversando in questi ultimi mesi. Com’è possibile? Semplice: la politica italiana degli ultimi anni ha penalizzato il lavoro e le aziende. Con il Decreto Dignità del governo Conte1 ad esempio, è stato adottato un sistema di welfare sociale rappresentato dal reddito di cittadinanza, scoraggiando di fatto molte persone nella ricerca di un lavoro, in quanto fruitori appunto del reddito o di altre forme di assistenza introdotte poi dal decreto dignità. Ricordiamo poi che il reddito di cittadinanza, che costa allo stato 10 miliardi l’anno, è stato fonte di truffe, raggiri, ingiustizie e privilegi, e spesso in alcune zone ha determinato anche l’aumento del lavoro in nero”.

“Insomma – concludono -, molti giovani oggi in Italia non cercano più lavoro, nè studiano, non gli stiamo dando una visione del futuro, né un progetto di vita e si adagiano sui vari ‘bonus’ elargiti dallo stato: di questo passo, perdiamo tutti la possibilità di avere un futuro, per noi e per i nostri figli. A queste condizioni l’Italia non può ripartire, occorre riacquisire il concetto di merito, sacrificio e lavoro senza sperperare risorse lontano dalla filiera del lavoro”.