Bindocci (M5S): “Il Comune faccia qualcosa per favorire il lavoro”

9 giugno 2021 | 15:40
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Bindocci (M5S): “Il Comune faccia qualcosa per favorire il lavoro”

Il portavoce in Comune: “Si invitino in commissione le organizzazioni sindacali e datoriali per realizzare un progetto unitario”

“Lavoro, vagabondi e reddito di cittadinanza: in Comune si faccia qualcosa per favorire il lavoro”. A chiederlo è il portavoce del Movimento Cinque Stelle di Lucca, Massimiliano Bindocci.

“Il governatore della Campania, Vincenzo De Luca – spiega – ha dichiarato che la difficoltà a reclutare i lavoratori stagionali sia da imputare al reddito di cittadinanza, voluto dal Movimento 5 Stelle, votato dalla Lega e confermato dal Partito Democratico.  Il reddito di cittadinanza è invece oggettivamente una importante misura di contrasto per la povertà, necessaria in quello che dovrebbe essere uno Stato che guarda a tutti i cittadini e che difende i più deboli. Si deve favorire le attività economiche, ma non si può abbandonare chi non ce la fa ad arrivare in fondo al mese. È innegabile che il reddito di cittadinanza debba essere migliorato, che le persone che ne fruiscono vadano in qualche modo impiegate in attività socialmente utili, che vadano combattuti gli abusi, ma questo è un altro discorso. Come consigliere ho inviato una proposta alla amministrazione affinché si impieghino coloro che percepiscono il reddito di cittadinanza in manutenzione del verde, ma le idee possono essere anche altre”.

“Il reddito di cittadinanza mediamente erogato è di circa 500 euro a famiglia – spiega Bindocci – e non a persona, per cui non può essere sufficiente a far vivere un nucleo e far rinunciare ad una prospettiva seria di lavoro. È indubbio che la poca (presunta) disponibilità al lavoro stagionale ha tra le cause anche le condizioni di lavoro spesso non dignitose, orari, salari e, aggiungo io, sicurezza. In molti posti non esistono di fatto diritti, ed i salari da contratto nazionale sono un ipotesi. Un’analisi seria dovrebbe chiedersi anche perché, è vero infatti che un mondo del lavoro con sempre meno diritti, con sempre più precariato in nome della flessibilità e delle esigenze dell’impresa, con sempre meno controlli (il lavoro nero e grigio imperversa nelle piccole e medie imprese, finti part time, finta cassa integrazione, lavori a chiamata e fuori busta sono sempre diffusi), inoltre c’è sempre meno sicurezza, si pensi che alla Asl sono rimasti in due gatti“.

“Questo modo di concepire il mondo del lavoro – dice ancora – si basa sullo sfruttamento – si tratta proprio di questo – ed è normale che non sia attrattivo per i giovani, ma non lo è nemmeno per chi è meno giovane.Solo chi non trova di meglio ancora accetta queste condizioni, ma è una resa della dignità, dettata dalla necessità. In realtà è la politica che non ha avuto voglia di lavorare sulla valorizzazione del mondo del lavoro, Treu, la cosiddetta legge Biagi, Dini e Renzi con il jobs act hanno demolito il lavoro dipendente aumentando il precariato, togliendo diritti ed infatti  sono calati i salari, la paura è aumentata, l’omertà cresce, il precariato imperversa. Insomma è la politica che ha tolto centralità al mondo del lavoro, ed il famoso decreto dignità in realtà è servito a poco”.

“Il sindacato abbandonato dalla politica – dice ancora – ha esercitato con più difficoltà il ruolo di presidio di legalità nei luoghi di lavoro, e talvolta sbagliando ha assunto un ruolo corporativo di tutelare i lavoratori più tutelati fregandosene dei precari. Le responsabilità quindi sono complesse, ma sicuramente non sono delle persone che non accettano condizioni di lavoro non dignitose, si deve provare a fare qualcosa anche a livello locale, favorendo il rilancio delle imprese e incentivando le assunzioni di qualità. In tal senso ho chiesto dopo una raccomandazione specifica in consiglio comunale, al consigliere Guidotti delegato alle questioni di lavoro, che il Comune inviti in commissione le organizzazioni sindacali e datoriali per realizzare un progetto che su Lucca provi a qualificare possibilmente e incentivare le aziende che assumono con contratti regolari (no a chiamata, non falsi part time, no a contratti collettivi nazionali spuri) fatto che per le imprese aumenterebbe anche la professionalità”.

“La ripresa – conclude Bindocci – deve essere una occasione per creare lavoro, ma deve essere un lavoro regolare e di qualità. Anche piccoli segnali nella direzione giusta possono essere un contributo importante, vedremo se la amministrazione Tambellini sa fare anche qualcosa per il lavoro“.