Vivere il Centro Storico: “No alla vendita di alcol da asporto dopo le 21 nel weekend”

Il comitato chiede di rinnovare l’ordinanza della scorsa estate per “conseguire un minimo risultato di civiltà”
“Le risse avvenute di recente nel centro storico sono, senza tema di smentita, imputabili ad un uso eccessivo di alcol e al concetto di paese dei balocchi che si è venuto a creare con i provvedimenti assunti durante gli ultimi anni”. La pensa così il comitato Vivere il Centro Storico, che ancora una volta punta il dito contro il regolamento di polizia locale.
“Se il nuovo regolamento – dicono – varato sotto il mandato dell’assessore Raspini, non avesse tolto la proibizione di bivaccare sulla pubblica via, non avesse consentito di consumare l’alcol per la strada, nonché seduti sulle soglie dei palazzi quando allo stesso tempo ne ha proibito l’uso sul parco fluviale, sicuramente non saremmo arrivati a questo basso livello di civiltà. In tutto questo marasma ci ha stupito non poco il fatto che l’ordinanza 1051 del 27 giugno 2020, già applicata durante gli anni scorsi, che proibisce la vendita di bevande alcoliche il venerdi e il sabato dalle 21 alle 6 del mattino successivo per 30 giorni in totale, sia finora rimasta nel cassetto”.
“Si tratta di un’ordinanza – spiega Vcs – che vieta ai gestori di vendere alcolici per asporto nel periodo indicato. Una proibizione che sicuramente aiuta, ma che non risolve il problema del tutto perché vale solo due giorni la settimana e perché, se da una parte i bar non vendono gli alcolici, i giovani possono comunque consumare sulla strada quelli che magari hanno acquistato nei negozi fuori del centro storico o che si sono portati da casa. Il problema vero è quello del consumo di alcolici sulla pubblica via e questo è il punto su cui l’ordinanza dovrebbe concentrarsi. Oltre a proibire l’asporto dalle 21 alle 6 dovrebbe anche vietare il consumo di alcolici fuori dei locali pubblici e applicare sanzioni pesanti che “responsabilizzino” oltre i locali anche e soprattutto i giovani contravventori ed i loro genitori”.
“Solo in tal modo – conclude Vcs – si può conseguire un minimo risultato di civiltà, consentire il sano divertimento dei giovani che potranno comunque bere al banco e ai tavoli, eliminare un mercato immorale di vendita di alcolici e soprattutto evitare che accadano violenze e situazioni di degrado come quelle a cui purtroppo ci stiamo abituando”.