Lapideo, l’onorevole Buratti sta con i lavoratori: “Da Apuane Libere offese intollerabili”

4 luglio 2021 | 17:00
Share0
Lapideo, l’onorevole Buratti sta con i lavoratori: “Da Apuane Libere offese intollerabili”

L’esponente del Pd: “Auspico dialogo ed apertura con le associazioni ambientaliste nel segno di un’attenzione concreta e tangibile alla vita ed alle necessità della montagna versiliese”

Esprime vicinanza ai lavoratori del lapideo duramente colpiti dagli attacchi degli ambientalisti l’onorevole del Pd, Umberto Buratti.

“Nel 1821, duecento anni fa – ricorda – Marco Borrini, insieme al socio Jean Baptiste Alexandre Henraux, riapre le vecchie cave di Cosimo I, ormai in stato di abbandono. Sulle orme di Michelangelo, si restituisce così nuova vita al marmo dell’Altissimo, creando impresa, occupazione, dando impulso all’arte e ai laboratori, segnando la storia delle nostre comunità. Forte dei Marmi, che ha il marmo nel proprio nome, è la prova tangibile di come il marmo rappresenti storia e tradizione per le comunità della Versilia Medicea. Tanto che potremmo dire che Forte dei Marmi “nacque” 200 anni fa con l’Intrapresa del Monte Altissimo. Lo stesso Pontile caricatore nasce come infrastruttura a servizio del settore lapideo e la strada che porta dall’Altissimo al mare, tracciata da Michelangelo, prende forma proprio grazie all’attività estrattiva”.

La Henraux, con i suoi 200 anni di storia – prosegue Buratti – è una realtà importante nell’attività imprenditoriale e protagonista nel mondo della cultura attraverso la sua Fondazione, partecipata anche dalle istituzioni locali. La Fondazione Henraux supporta progetti artistici e culturali, pubblici e privati, recuperando l’impegno di Erminio Cidonio che, da amministratore dell’azienda, diede vita a un centro internazionale di scultura collaborando con numerosi artisti tra cui Henry Moore, Jean (Hans) Arp, Henri Georges Adam e Isamu Noguchi, Fra le varie comunità dello stazzemese, dove si trovano numerose eccellenze del settore lapideo, la comunità di Levigliani rappresenta un “modello” che meriterebbe di essere esportato. Grazie all’attività lapidea, infatti, a Levigliani è garantita l’occupazione per chi vi abita, contribuendo in maniera virtuosa al popolamento della montagna. Sono aperte attività turistiche, musei, l’antro del Corchia richiama visitatori da tutta Italia, si fa cultura e si valorizza la montagna versiliese. L’attività estrattiva viene praticata tenendo presente lo sviluppo sostenibile del contesto per garantire prospettive occupazionali alle generazioni presenti e future. C’è una concezione attenta e responsabile del modo di intendere l’estrazione del marmo e la sua lavorazione che consente di attivare nuovi filoni di impresa collegati al turismo e alla ristorazione”.

“Quando si parla di marmo non si può ignorare o dimenticare tutto questo – dice l’ìonorevole – le nostre cattedrali ci parlano dell’arte e della maestria che c’è dietro al marmo estratto nei secoli. La Versilia è terra di elezione di artisti provenienti da tutto il mondo proprio per questa tradizione. Non si può ignorare che l’attività estrattiva nel Parco Regionale delle Alpi Apuane abbia una disciplina differente rispetto a quella di altre zone, che dovrebbero essere uniformate per garantire il ripristino della filiera e maggiore attenzione alle comunità locali: questa l’intenzione recentemente avanzata dalla Regione Toscana che sta lavorando in questa direzione. È necessario che gli imprenditori del lapideo, i lavoratori e le loro famiglie, tutto l’indotto, vengano rispettati: sono intollerabili le offese che si leggono sui social da parte dell’associazione Apuane Libere. Non è con le offese o con le accuse infondate che si affrontano i problemi ma attraverso il confronto e il dialogo. Gli stessi sindacati hanno svolto un’opera importante cercando un punto di equilibrio tra le esigenze dell’impresa e dei lavoratori, in termini di sicurezza sul lavoro e salvaguardia dei livelli occupazionali”.

“La mia presenza a Levigliani, fino alla cresta del Monte Corchia, e alle cave delle Cervaiole – conclude – è per dimostrare, simbolicamente, vicinanza a tutte le comunità che vivono la montagna versiliese con rispetto e, allo stesso tempo, per essere vicino ai lavoratori e alle loro famiglie, ai sindacati e agli imprenditori del settore lapideo. Auspico pertanto dialogo ed apertura con le associazioni ambientaliste nel segno di un’attenzione concreta e tangibile alla vita ed alle necessità della montagna versiliese e delle comunità che la vivono e la abitano”.