Lazzarini (Salviamo la Manifattura) replica: “Nessun interesse politico, ha vinto la trasversalità”

9 luglio 2021 | 13:14
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Lazzarini (Salviamo la Manifattura) replica: “Nessun interesse politico, ha vinto la trasversalità”

Il rappresentante del coordinamento: “Parlare e confrontarsi con chiunque capisse e avesse voglia di lavorare per il bene dei cittadini, ecco cosa ci ha mosso”

“La chiave della vittoria è stata la trasversalità e il non essersi arresi di fronte al grave errore commesso dal Comune”. Così Giorgio Lazzarini di Salviamo la manifattura risponde alle critiche mosse dalla maggioranza che ieri (8 luglio) aveva accusato il coordinamento di essere stato mosso – nella battaglia contro il progetto Coima e Fondazione – da interessi politici.

“Capimmo fin dall’inizio che non potevamo appellarci alla politica secondo le solite logiche e gli schieramenti ideologici, schemi che in gran parte non hanno nemmeno più tanto ragione di essere, almeno a livello amministrativo in una città come la nostra – spiega Lazzarini -. Piuttosto occorreva rivolgersi alla Politica, alla politica con la P maiuscola, ovunque essa si trovasse. Cioè a coloro che veramente credono che il sentire politico promana da una carica e da un piacere interiore, da un sentire morale, dalla voglia di condividere, di comprendere, da una visione, dalla voglia di cambiamento e di miglioramento. La parola d’ordine fin dall’inizio fu dunque trasversalità. Parlare e confrontarsi cioè con chiunque capisse e avesse voglia di lavorare per il bene dei cittadini e per cambiare Lucca, risvegliandola in maniera profonda da questo torpore”.

“Ecco, questo è quello che ci ha mosso. E lo abbiamo detto e chiesto a tutti, soprattutto al Pd che è rimasto sordo. Fino ad oggi quando ha dovuto ammettere la triste realtà – prosegue Lazzarini -. Dovrebbero essere proprio gli esponenti di questa maggioranza a chiedersi se il loro modo di fare politica è conforme alle nuove esigenze. Perché la politica oggi è come l’economia per il clima: deve essere sostenibile. Le vecchie logiche, i vecchi discorsetti, accordicchi, poltroncine, non reggono più. Oggi occorre parlare chiaro, crederci, ascoltare, condividere, avere visione, competenze. Questo ci chiede l’Europa e la storia, oserei dire. Da cittadino rivendico questa piena libertà di rivolgermi a tutti coloro che facendo politica in tutti i modi possibili, hanno capito che oggi tutto è diverso e hanno risposto. Alcuni sono stati di destra, ma altri politici che hanno lavorato nei comitati sono di sinistra. E rivendico il diritto di non essere etichettato perché ho collaborato con persone che fanno politica attiva, che si sono dimostrate di alto senso civico, capaci, fortemente motivate, democratiche. Io giudico la destra e la sinistra dal cuore e dall’anima e dall’intelligenza di ciascuna persona, non certo dagli slogan che camuffano intendimenti egemonici”.

“Anzi voglio ringraziare a titolo personale i politici che ci hanno dato con passione una mano fortemente attiva: Remo Santini, Massimiliano Bindocci, Fabio Barsanti, Alessandro di Vito, a cui aggiungerei anche Elisa Montemagni che si è impegnata per portare avanti il processo partecipativo – conclude Lazzarini -. Aggiungo infine Moreno Bruni che ha condiviso le nostre impostazioni e Giulio Strambi che mi fornì la sentenza che dimostrava chi sarebbe stato titolare del diritto di proprietà dell’immobile. Tenete presente che tutti questi nomi che ho fatto (insieme ai comitati) si sono battuti affinché la Manifattura restasse e resti pubblica. Qualche voce critica nel Pd privatamente mi ha da tempo manifestato riserve sul modo di portare avanti le cose della città in quel partito. Sia chiaro: la vera partita comincia ora”.