Emergenza abitativa, Palp: “Se il diritto alla casa è un’urgenza, come urgenza deve essere trattato”

Potere al popolo riporta l’esperienza di una delle tante persone in difficoltà che si rivolgono allo sportello sociale
Tra le emergenze esasperate dalla pandemia spesso quella abitativa rimane marginale. È anche per questo che Potere al popolo ha attivato uno sportello sociale per dare supporto alle persone in difficoltà. Tra queste c’è Luca (nome di fantasia) con un’invalidità che gli impedisce di lavorare.
“Sabato scorso Luca ha chiamato lo sportello sociale perché di nuovo in difficoltà con la casa – racconta Pap -. È una di quelle persone che, impossibilitato a lavorare a causa di una invalidità, vive dei pochi spiccioli di contribuzione: insufficienti per un affitto in una casa decente, troppi per richiedere altri sussidi. Una di quelle persone finite nella zona grigia della burocrazia e dei requisiti, in attesa di un bando dell’edilizia popolare, tanto più urgente dopo lo sblocco degli sfratti. Ci siamo immediatamente confrontati con tutti gli uffici competenti – sportello e agenzia casa al comune di Capannori – ma soluzioni immediate ad argine dell’emergenza nella Piana non esistono“.
“I dormitori sono pieni, strutture convenzionate per limitare un po’ la spesa non ci sono, asilo notturno per le emergenze nemmeno. La ricerca della casa, anche tramite canale istituzionale come l’agenzia casa tra comune e terzo settore, è lunga, complicata e in estate quasi impossibile – prosegue Pap -. Ma Luca era in emergenza, sarebbe stato costretto a dormire per strada se non lo avessimo aiutato con la cassa di resistenza della Società popolare di mutuo soccorso Garibaldi, col quale ha pagato un affittacamere almeno fino a venerdì. Dopo, non si sa. Nella Piana il disagio abitativo è quasi invisibile, ma esiste. Eppure, l’emergenza non sembra tale quando è abitativa, come se ci fosse, un po’ per tutti, una sorta di rassegnazione di fronte allo stato delle cose, alla mancanza di strumenti, alla scarsità di finanziamenti alla lentezza della macchina burocratica”.
“Il rapporto Abitare 2020 misura la febbre alla nostra provincia e ci dice che nella Piana di Lucca si registra uno dei valori più elevati rispetto alla media regionale di domande per il contributo affitto, con una media Isee di 3940 euro. Situazioni precarie, che spesso sfociano in morosità e rischio di sfratto (ben 227 sono stati gli sfratti eseguiti nella Provincia nell’anno 2019), strettamente intersecate ai problemi reddito e lavoro, spesso grigio o nero in un territorio come quello lucchese a forte richiamo turistico – va avanti il gruppo -. Inoltre, come abbiamo riscontrato nella nostra attività di supporto sul territorio, un problema diffuso è che il contributo affitto interviene solamente dopo la stipula del contratto e la registrazione della residenza presso la nuova abitazione. Prima di arrivare a questo punto però ci sono numerosissimi ostacoli, capaci di rendere proibitiva una locazione – con il conseguente ricorso al nero e ulteriore ricattabilità: la necessità di una garanzia, il versamento della caparra, spesso impossibile per chi non ha la possibilità di attingere a risparmi, e non ultimo, l’aumento degli affitti a cui si accompagna quello delle utenze”.
“I requisiti per accedere ai servizi pubblici per il diritto alla casa non possono e non devono essere quelli che vigono nel mercato – conclude Pap Lucca -. Servono strumenti e finanziamenti straordinari, che non possono essere tamponati solo dal ricorso al terzo settore o dalle risorse già stanziate com’è successo durante il lockdown del 2020, quando i comuni ad alta tensione abitativa hanno potuto solo attingere al Fondo Morosità. Se il diritto alla casa è un’urgenza, come urgenza deve essere trattato”.