Di Vito (SiAmo Lucca): “Manifattura sud, ecco chi sono vincitori e vinti”

Dal consigliere di opposizione un plauso agli ex sindaci. “Bocciati” Comune, giunta e sindaco
“Sulla manifattura sud non è vero che tutti hanno perso: perché in qualsiasi battaglia c’è sempre un vincitore e uno sconfitto, ovvero chi ha raggiunto un obiettivo e chi no. E sulla vicenda il Comune ha fallito nonostante il grosso impiego di risorse umane ed economiche che ha messo in campo. Adesso che abbiamo resettato la questione, mi auguro che ci sia il buon senso di attendere il prossimo sindaco prima di intervenire con atti che potrebbero non trovarne la condivisione futura”. Lo sottolinea il consigliere comunale Alessandro Di Vito (lista civica SìAmoLucca) esponente dell’opposizione.
“Dall’esito della vicenda manifattura, la lezione da trarre è che prima di affidarsi alla progettualità dei privati, sarebbe meglio prepararne una come ente pubblico, cercando di condividerla con la cittadinanza tenendo, come filo guida, quello che vogliamo che sia la Lucca del futuro – considera Di Vito – Quello che è mancato, e su cui invece si deve secondo me puntare, è una pianificazione globale sulla città che vogliamo, condividerlo con i lucchesi e le attività produttive per poi ricercare bandi o finanziamenti. Un percorso che avevamo già indicato nel 2018 con il consiglio comunale straordinario ideato da SìAmoLucca dal titolo 2030: Lucca capitale, durante il quale abbiamo dato l’opportunità di intervenire a 45 persone, tra cittadini e associazioni che hanno fornito una serie di idee”.
Tornando ai vinti e ai perdenti, ebbene, Di Vito ritiene che i vincitori siano tutti coloro che hanno creduto nel fermare fin dal suo inizio (febbraio 2020) il progetto proposto da Coima e Fondazione Cassa in quanto non era adeguato al centro storico. “La Soprintendenza di Lucca può essere annoverata tra i vincitori perchè ha sempre difeso la nostra città ma non è mai stata coinvolta attivamente da questa amministrazione imperialista a parte l’autorizzazione agli scavi archeologici – aggiunge l’esponente di SìAmoLucca – Direi anzi che è stata anche umiliata con azioni rivolte direttamente a Roma. Inoltre il segretariato della Regione del ministero della cultura (MiBact) può anch’esso essere considerato tra i vincitori perchè ha veramente difeso la nostra storica città e le sue mura con quattro preziose delibere (503/2013 – 210/2016 -103/2017- 148/2019) e ha sempre mantenuto una linearità di comportamento anche quando gli era stato richiesto di modificare due importanti atti a difesa della Manifattura”.
“Tra i vincitori – prosegue Di Vito – voglio poi ricordare tutti coloro che hanno messo a disposizione la loro professionalità in modo gratuita spinti da un fortissimo, innato e radicato interesse collettivo. Infine a pieno diritto mi risulterebbero tra i vincitori i consiglieri comunali che si sono battuti con armi impari a raggiungere questo primo obiettivo ovvero Santini, Barsanti e Bindocci che come candidati ex sindaco sono rimasti al pezzo in questi quattro anni. E anche, consentitemi, il sottoscritto: perché ho condiviso ogni loro azione in modo proattivo”.
Di Vito elenca poi coloro che secondo lui sono i perdenti. “In primis l’arroganza di Comune, giunta e sindaco e del costituito gruppo di lavoro, che hanno in tutti i modi possibili portato avanti una progettualità che fin dal suo inizio aveva criticità tali da rigettarla già nella primavera del 2020 – aggiunge -. Anche il Rup (Responsabile unico del procedimento) e lo stesso coordinatore del gruppo di lavoro hanno perso con disonore nonostante i ripetuti ostruzionismi all’accesso agli atti che ha ostacolato il lavoro dei consiglieri non fornendo le informazioni necessarie per svolgere al meglio il loro mandato. E ancora, tra i perdenti di alto livello ci sono i consigliericComunali incluso il presidente, a cui sono state inviate quattro sollecitazioni scritte con rilievi tecnici precisi e comprensibili che non hanno prodotto alcun dibattitto sia all’interno che all’esterno dell’assemblea stessa: lascio ai cittadini interpretarne la motivazione. Infine tra i perdenti ci sono tutti i singoli pensatori anche di alto rango, i rappresentanti delle attività produttive, esponenti di gruppi politici, rappresentanti dell’associazionismo che, pur non avendo letto una pagina del progetto, hanno voluto sostenerlo solo perchè si perdeva un impegno finanziario di 60 milioni di euro”.