Sinistra Con lancia l’appello: “Stop al finanziamento della guardia costiera libica”

22 luglio 2021 | 12:03
Share0
Sinistra Con lancia l’appello: “Stop al finanziamento della guardia costiera libica”

I consiglieri di Lucca e Capannori: “Servono nuove politiche europee in materia di migrazioni e di cooperazione con l’Africa subsahariana”

Mobilitare le istituzioni toscane contro il finanziamento della guardia costiera libica per avere nuove politiche europee in materia di migrazioni e di cooperazione con l’Africa subsahariana. È questo l’appello lanciato dagli amministratori di Sinistra con.

“Pochi giorni fa la camera, con soli 34 deputati contrari, ha votato a favore del rifinanziamento della cosiddetta guardia costiera libica, che dal 2017 ha ricevuto soldi, motovedette e addestramento da parte dell’Italia – proseguono gli esponenti di Sinistra con -. Ormai è impossibile non conoscere le atrocità che avvengono da anni nel cosiddetto ‘inferno libico’. La situazione è stata documentata attraverso foto, video, testimonianze dirette. Nel recentissimo rapporto di Amnesty International intitolato Nessuno verrà a cercarti: i ritorni forzati dal mare ai centri didetenzione della Libia, vengono rivelate nuove prove di orribili violazioni dei diritti umani, compresa la violenza sessuale, nei confronti di uomini, donne e bambini intercettati nel mar Mediterraneo e riportati nei centri di detenzione libici”.

“Il rapporto mette in luce le terribili conseguenze della cooperazione in corso tra l’Europa e la Libia in tema d’immigrazione e controllo delle frontiere – prosegue la nota di Valeria Giglioli, Daniele Bianucci, Francesco Lucarini, Pilade Ciardetti, Francesco Cecchetti e Marco Bachi -. Nel rapporto si legge chiaramente che ‘da tempo la Libia non è un luogo sicuro per rifugiati e migranti. Attori statali e non statali li sottopongono a una serie di violazioni dei diritti umani e abusi, tra cui uccisioni illegali, torture e altri maltrattamenti, stupro e altre violenze sessuali, detenzione arbitraria a tempo indefinito in condizioni crudeli e inumane e lavoro forzato. Nonostante i continui e ben documentati raccapriccianti abusi perpetrati nell’impunità per oltre un decennio, stati e istituzioni europee continuano a fornire supporto materiale e perseguire politiche migratorie che permettono ai guardacoste libici di intercettare uomini, donne e bambini che cercano di scappare alla ricerca di salvezza attraversando il mar Mediterraneo, e ne consentono il ritorno forzato in Libia, dove vengono trasferiti per essere sottoposti a detenzione illegittima e affrontano ulteriori cicli di violazioni dei diritti umani’ “.

“Negli ultimi quattro anni l’Italia ha speso venti milioni di euro a favore della guardia costiera libica: la politica italiana è stata quella di pagare e addestrare i carnefici libici per compiere al posto nostro violazioni dei diritti umani che in Europa sarebbero illegali – va avanti la nota -. Se non ci stupisce che questa linea veda l’accordo di quelle forze di destra che hanno fatto della disumanità la loro principale bandiera, siamo profondamente amareggiati nel vedere un fronte progressista disunito, confuso, silenzioso, che si volta
dall’altra parte arrendendosi alla realpolitik senza provare imbarazzo o vergogna. Per questo noi rappresentanti istituzionali di Sinistra Con di Lucca e Capannori sentiamo la necessità di lanciare un appello affinché tutti coloro, uomini e donne delle istituzioni, che si riconoscono nei valori dell’accoglienza e della solidarietà nei confronti di tutti coloro che fuggono dalla miseria e dalla guerra, affermino con forza che il Mediterraneo debba tornare ad essere un ponte tra i popoli e le culture e non un cimitero di disperati”.

“Ci impegneremo sostenere nelle istituzioni le richieste che provengono dalle Ong e dalle associazioni – concludono -: la cessazione dei finanziamenti dell’Ue e dei suoi stati alla guardia costiera libica, l’apertura di ulteriori canali regolari di accesso all’Europa, l’impiego di un numero consono di navi per ricerca e soccorso nel Mediterraneo e l’impegno che chiunque venga salvato in mare possa approdare in un porto sicuro diverso dalla Libia, oltre a una nuova politica di cooperazione italiana ed europea con i paesi dell’Africa subsahariana. Per aderire al nostro appello inviate una mail a appelloistituzionilibia@gmail.com“.