Manifattura sud, un’altra seduta rovente dopo lo stop a Coima. Il sindaco: “Pronti a valutare proposte concrete”. Ma non passa l’odg sulla partecipazione

Tambellini: “Siamo pronti al dialogo, non abbiamo detto no al piano di rigenerazione”
Manifattura sud, nuovo atto in consiglio comunale. La seduta straordinaria di questa sera (27 luglio) è stata richiesta dal sindaco Alessandro Tambellini per fare ulteriore chiarezza alla luce dello stop alla proposta di Coima Sgr, sostenuta nell’operazione dalla Fondazione Crl (clicca qui per rivedere l’intera seduta).
Ad aprire il dibattito il sindaco Alessandro Tambellini: “Questa è l’opportunità per chiarire prima che ci siano ulteriori malintesi sul tema manifattura sud. A febbraio 2020 ci è pervenuta la proposta Coima, con alle spalle la Fondazione Crl. Un progetto che si articolava su un principio semplice, ma articolato: un’opera pubblica che prevedeva 2 parcheggi (uno interrato e uno sopraelevato) e rifacimento delle piazze interne per 14 milioni di euro. Si parte da un’opera pubblica per il recupero di un’intera area. Abbiamo guardato con interesse la proposta, anche perché riproponeva la possibilità di inserire nel contesto rinnovato un’attività che guarda al futuro di Lucca. Il progetto lo abbiamo analizzata, poi il 12 novembre 2020 ho scritto una lettera con la richiesta di riformulare la proposta. Successivamente abbiamo dedotto la proposta: abbiamo valutato attentamente il tutto e abbiamo inviato le nostre indicazioni/integrazioni. Abbiamo detto ciò che potevamo e non potevamo accettare, tipo la matrice di rischi a carico del Comune o alcuni termini perentori che non dipendevano dal nostro Ente. Il proponente ci risulta non aver accolto le nostre richieste, quindi il fatto ha avuto questo percorso. Le nostre proposte sono state definite in modo molto preciso il 25 febbraio 2021, il Comune non ha dato lo stop a qualcosa: abbiamo semplicemente dettato le nostre condizioni. L’interesse pubblico è mancato sulla proposta relativa ai parcheggi e alle piazze. Noi abbiamo cercato di immaginare il futuro della città, pensando all’interesse collettivo. C’è rammarico, ma non ci fermeremo qui. Siamo aperti a qualunque manifestazioni di interesse sulla parte che potrebbe restare sulla manifattura, purché siano concrete: non ci interessano i discorsi, spesso insulsi. Se ci sono proposte valide e perseguibili, noi siamo pronti a valutarle. Non abbiamo bisogno di fantasie, non abbiamo tempo da perdere”.
Dopo il primo cittadino a prendere la parola è il consigliere Giovanni Minniti (Lega), con la presentazione dell’ordine del giorno sottoscritto da tutti i consiglieri comunali di partiti e liste civiche di centrodestra con la richiesta di avvio di un percorso partecipativo.
Così il capogruppo Pd Roberto Guidotti: “Questo consiglio comunale è l’ultimo atto, spero non definitivo, di un percorso che parte da lontano e che ha suscitato interesse e un grande dibattito cittadino, in questi mesi sono state dette a mio avviso cose condivisibili, accuse gratuite, annunciate bozze di progetti ma nessuna proposta concreta e sopratutto troppi comunicati di ogni genere volti a screditare questa amministrazione in modo superficiale, fazioso e spesso senza alcun fondamento oggettivo. Si è gridato allo scandalo, millantato alla svendita pubblica e addirittura alla concussione con i poteri forti. Prima di tutto voglio dire che seguendo le complesse e contorte logiche di alcuni, io sono fra quelli che hanno perso. Ritengo, come ho ribadito più volte, che per progetti come questo, una sorta di collaborazione fra pubblico e privato sia, o meglio possa essere una delle strade da seguire. E anche per questo che da sempre sono stato fra quelli che vedeva questo progetto come una grande opportunità per la riqualificazione di una parte della città, per questo ho sempre detto, fin dall’inizio, che prima di qualsiasi decisione, positiva o negativa, si sarebbero dovuti fare tutti i passaggi e le verifiche necessarie. Quindi il tramontare di questa opportunità la si può leggere come una sconfitta personale, ma non è così e come hanno detto alcuni nei giorni scorsi questa è soprattutto una sconfitta per l’intera città”.
“Ma giunti all’atto finale è giusto fare una piccola cronistoria – prosegue Guidotti -. Parte ovviamente dal primo passaggio in consiglio comunale della variante, al consiglio si chiedeva una modifica della destinazione d’uso per conferire nuova linfa e opportunità a questa area con più spazi culturali, ricettivi e di sosta ecc. ecc., di fronte a questa richiesta a mio modesto avviso sì di interesse pubblico, le forze politiche che nei mesi successivi avrebbero bocciato il progetto Coima Fondazione, decisero che fosse giusto fare ostruzionismo e poi abbandonare l’aula e lasciare che solo la responsabilità delle forze di maggioranza lo permettesse. Alcuni mesi dopo, nella fase di approvazione definitiva, nonostante l’inserimento dell’iter del Piano attuativo, la minoranza decise di nuovo che fosse giusto abbandonare l’aula e lasciare la responsabilità della scelta alle forze di maggioranza. Voglio ricordare a tutti noi che dare nuove possibilità e opportunità non è di destra e non è di sinistra è soltanto seriamente opportuno, necessario e a volte indispensabile. Altro aspetto che ritengo doveroso sottolineare è la coerenza del percorso che abbiamo tenuto in questi mesi, e di questo ne sono testimoni articoli di stampa e comunicazioni varie, ma soprattutto il comportamento che questa amministrazione ha avuto e dichiarato dall’inizio di questa vicenda, ovvero: che la proposta Fondazione Crl-Coima, l’unica formalmente pervenuta al Comune di Lucca, è sempre stata ritenuta un’opportunità interessante; che l’amministrazione avrebbe attentamente valutato, attraverso anche la richiesta di specifiche modifiche (cosa che è stata fatta); che non sarebbe mai stata accettata alcuna proposta che potesse anche lontanamente essere lesiva e penalizzante nei confronti del Comune di Lucca; che la proposta, ovviamente, avrebbe dovuto avere tutte le caratteristiche di legge (purtroppo questo è stato messo in dubbio più volte, perché più volte è stato dichiarato che l’amministrazione agiva ‘fuori legge’; che la proposta, una volta riscontrata la sua piena legalità e interesse per la città, sarebbe stata riportata in consiglio per la discussione e il confronto necessario e la sua eventuale approvazione”.
“Un altro aspetto di questa vicenda che ha suscitato un ampio dibattito è stata la sostituzione dell’assessore Marchini – continua -. In questo consiglio molte volte sono state chieste le dimissioni dell’assessore Marchini per interventi e decisioni da lui adottate nelle materie di sua competenza, poi su questo episodio pur non conoscendone le dinamiche, se ne sono prese le difese…come non definire strumentale un simile atteggiamento? Ho molto rispetto e stima per Celestino, ma è con la stessa stima e rispetto che mi permetto di non condividere la scelta che ha fatto. In questi mesi, come potrete immaginare, al nostro interno sono state fatte molte riunioni dove ognuno ha potuto dire le proprie perplessità, dubbi, incertezze, ma mai perplessità, dubbi e incertezze, erano state formulate dall’assessore Marchini. Da qui il mio stupore, incredulità, dispiacere e perplessità aver letto, settimane dopo, da parte di Marchini, osservazioni alla proposta progettuale che in gran parte erano le stesse contenute in quella delibera con la quale l’amministrazione metteva parametri precisi, condizioni chiare affinché la proposta Fcrl Coima potesse essere accettata…quasi un grande equivoco, senz’altro una vicenda triste. Detto ciò colgo l’occasione per ringraziarlo per quello che ci ha dato in termini umani e politici e gli auguro ogni bene. Al nostro interno nonostante quello che dite voi dell’opposizione c’è molto confronto, rispetto e a volte come succede in tutte le famiglie, diversità di vedute, ma poi sempre riusciamo a fare sintesi e trovare un punto d’incontro finale”.
“E allora cari colleghi consiglieri quello che è successo è frutto di un percorso quasi obbligato da parte di chi ama questa città, da parte di un’amministrazione che ha avuto il consenso per governarla e che deve rispondere ai propri cittadini, che non si può permettere, davanti a progetti di questa portata e impatto, di prendere decisioni affrettate senza averne sviscerato ogni aspetto. Un’amministrazione seria deve assumersi la responsabilità di approfondire, valutare e poi decidere. Fare tutto quello che si ritiene opportuno affinchè queste scelte siano utili alla città, al suo sviluppo e alla sua crescita, senza farsi sedurre dal canto delle sirene del consenso. Voglio ribadire che siamo dispiaciuti per lo stop (ripeto spero solo temporaneo) di un progetto che avrebbe migliorato una parte di centro storico – conclude Guidotti -, ma siamo molto sereni e tranquilli per aver fatto un percorso coerente e attento, di aver preso il tempo necessario per decidere le modifiche per la definizione del progetto utile alla città e di aver smentito con il nostro coraggio e fermezza di non essere proni a nulla e a nessuno”.
Sul tema interviene anche Daniele Bianucci (Sinistra con): “Con la dichiarazione di assenza dell’interesse pubblico da parte dell’amministrazione Tambellini è calato il sipario sul progetto di rigenerazione urbana della parte sud della Manifattura presentato da Fondazione Crl e Coima. Sul piano formale si è trattato della conclusione della procedura prevista dalla legge nel caso in cui il progetto presentato non sia considerato accettabile dall’Amministrazione pubblica destinataria della proposta. Di colpo è apparsa chiara la strumentalità delle infinite polemiche di questo anno e mezzo contro un’amministrazione comunale descritta come subalterna ai poteri forti, prona agli interessi dei privati, capace solo di svendere un pezzo di città. Dal momento della scelta dell’amministrazione, gli stessi soggetti, forti dei loro pregiudizi e guidati da evidenti strumentalità, hanno cambiato argomentazioni e hanno cominciato a dire che era già tutto chiaro fino dall’inizio e bastava dire no, subito. Senza approfondimenti e senza confrontarsi con la prima proposta concreta presentata per la manifattura in quasi venti anni. Oggi è evidente che l’amministrazione ha fatto bene a misurarsi fino in fondo, anche con tutte le opportune verifiche tecniche, con una proposta importante, capace di investire ingenti risorse, proveniente da un soggetto autorevole come la Fondazione Crl. Certo, non abbiamo condiviso ogni passaggio di gestione della procedura e della conseguente comunicazione alla città, ma la sostanza è questa. Non si governano problemi complessi con la propaganda o con l’ideologia di chi rifiuta ogni confronto con la realtà. E siamo convinti che la stragrande maggioranza dei cittadini chiede a chi governa di operare guardando al merito dei progetti guidati solo dall’interesse della città. Adesso comunque bisogna guardare al futuro. Occorre trarre tutti gli insegnamenti utili anche da questa vicenda e lavorare per unire il più possibile la città, per costruire soluzioni concrete per il recupero di un’area fortemente degradata e fondamentale per la valorizzazione culturale economica e sociale della città. Ci preme ribadire e rilanciare con forza quanto abbiamo detto già un anno fa: ‘Occorre trasformare un luogo chiuso, impermeabile e degradato in uno spazio aperto dove sono localizzate produzione, residenza, commercio, cultura e tempo libero capaci di stare in positiva sinergia con tutto il centro storico’. In particolare rivolgiamo un appello a tutti, a partire dalla Fondazione Crl, dalle categorie economiche e dai sindacati dei lavoratori: occorre fare il possibile per non perdere l’opportunità di localizzare nell’area un nuovo insediamento produttivo di altissima qualità e dalle chiare caratteristiche ecocompatibili come quello della ex Tagetik, oggi Wolters Kluwer. Siamo sempre più convinti che bisogna fare il possibile perché in un’area che ha ospitato una fabbrica del XIX secolo si localizzi e si sviluppi una fabbrica del XXI secolo. Far diventare luogo di lavoro per centinaia di tecnici e ricercatori quello che fu degli operai e delle operaie della Manifattura avrebbe un valore straordinario reso ancora più significativo perché avverrebbe in pieno centro storico di una straordinaria città medioevale com’è Lucca”.
Critico il capogruppo di SìAmo Lucca Remo Santini: “La vicenda manifattura è finita nel peggiore dei modi, la sua amministrazione ha perso due anni rincorrendo in ogni modo la possibilità di soddisfare le volontà di Coima che, attraverso il suo fondo, di fatto si accaparrava i parcheggi della Metro sfasciando la società del comune e togliendo alla cittadinanza gli introiti delle aree di sosta. Ne dico una su tutte: la loro proposta prevedeva un investimento pubblico di oltre 16 milioni per realizzare parcheggi che già ci sono! Basterebbe questo per chiudere la vicenda manifattura in quella che qualcuno ha definito una delle pagine più buie della sua amministrazione. Caro sindaco, alla fine ha dovuto cedere: non c’è l’interesse pubblico. Eppure il nostro gruppo, SìAmo Lucca, ha ricevuto continui no alle reiterate richieste per un consiglio straordinario sulle gravissime anomalie del project che già dal settembre 2020 avevamo depositato. Perché era chiaro fin dall’inizio che tutta l’operazione era un furto ai danni della città; bastava leggere le carte con un minimo di coscienza, anche senza particolari capacità tecnico-legali, tanto era evidente l’assenza del fatidico e imprescindibile pubblico interesse. E non ci venga a raccontare, signor sindaco, che invece voi avevate necessità di fare una lettura attenta delle carte, perché possiamo tollerare tutto ma non essere presi in giro. Sa invece cosa crediamo? Che il tempo non è passato per studiare le carte, ma per trovare escamotage per aggirare la normativa. Tentativi maldestri che la nostra opposizione ha però sempre smascherato, e lei alla fine è stato costretto a cedere. Signor sindaco, si ricorda le sue affermazioni durante questo anno e mezzo? Il bla-bla dell’alta società le ricorda qualcosa? O l’offesa che ha fatto a tutti quelli che criticavano l’operazione, dicendoci che bastava una buona terza media per distinguere tra una proposta, una scheda tecnica o un progetto, quando abbiamo scoperto che il cuore dell’affare era una superficie commerciale di 4mila metri quadri con piazza circondata da negozi collegata direttamente alle mura da una passerella?”.
“Si ricorda signor sindaco – prosegue Santini – ciò che lei disse dopo la scandalosa prima proposta che ora ha disconosciuto? Che ‘era una manifestazione d’interesse’. E invece era una proposta bella e buona. Lo stesso oggetto di protocollo della seconda. Certamente era scandalosa, con la perdita addirittura del baluardo sulle mura. E si ricorda la sua intervista a Noi Tv subito dopo la presentazione della seconda proposta a novembre? Lei disse: ‘La proposta non è buona, è di più; la votiamo subito’. E poi la bufala del revenue sharing, termine straniero per dire, ti daremo un contentino sugli incassi dei parcheggi se stai buono, non le dice niente? E il video postato su Facebook in cui lei diceva che la manifattura sarebbe rimasta pubblica ben sapendo che veniva ceduta ad un fondo privato che l’avrebbe venduta a pezzi? Potrei continuare a lungo: ma come si dice, nella vittoria ci vuole magnanimità e io le faccio dono di sorvolare sulle infinite attività censurabili che ha fatto la sua amministrazione per favorire la speculazione. Purtroppo la manifattura, grazie alla incapacità e al dilettantismo, è stata un fallimento politico e una perdita immensa dal punto di vista cittadino. Sono stati persi tutti treni di finanziamento a fondo perduto mentre si inseguiva follemente ciò che non si poteva fare. Tutto negativo ciò che è avvenuto? Ovviamente no. La manifattura ha risvegliato una partecipazione cittadina. E’ in corso la raccolta di firme per il processo partecipativo sulla manifattura e lei signor sindaco invece di far tesoro della sconfitta, comprendere le ragioni della cittadinanza, pare si stia imbarcando in una nuova solitaria battaglia di retroguardia. Non ha potuto regalare l’intera manifattura sud con annessi parcheggi allora che fa? Ci sono voci. Voci insistenti. Colloqui fatti. Da cui emerge che la sua volontà e quella della sua amministrazione ora è diventata quella di vendere comunque la Manifattura, strumentalizzando la Tagetik per i suoi fini politici. Ormai però il treno sembra essere partito per far acquistare l’immobile e trasferirlo al fondo gestito dalla Coima, e poi con una ristrutturazione veloce del solo complesso ‘A’, affittarlo a Tagetik. E’ bene esser chiari fin da subito, Tagetik è una bellissima realtà lucchese, nata e cresciuta a Lucca, con cervelli lucchesi. E’ un vanto. Nessuno la vuol perdere. Abbiamo letto tutta la corrispondenza tra la Tagetik, lei, e il dirigente comunale responsabile; anche qui signor sindaco una forzatura. Abbiamo un dirigente che giustamente non riconosce particolari diritti a nessuno. E vista la sua impropria sollecitazione, ha trasmesso un proprio fondatissimo parere, basato su sentenze di Cassazione. Per saltare il parere del dirigente comunale, che prevede un piano attuativo per l’arrivo di Tagetik, cosa vi siete inventati? Un parere di un professore pagato dalla collettività, ad esclusivo vantaggio di un privato, nemmeno interessato all’acquisto dell’immobile. Tagetik andrebbe in affitto nell’immobile che acquisterebbe la Fondazione per conto del fondo gestito da Coima: un guazzabuglio; quindi sindaco, avete speso soldi pubblici in nome della città di Lucca e per conto di Coima? E’ legalità questa?”.
“Lo abbiamo detto in questi giorni e lo ribadiamo qui in consiglio comunale – continua Santini -. SìAmoLucca è favorevole all’ingresso di Tagetik in Manifattura. Ma questo non può essere la foglia di fico affinché la manifattura sia venduta per sempre, la Manifattura deve rimanere un bene pubblico e l’edificio può essere dato in concessione ad un privato per 40, 50, o 60 anni, un privato che lo ristruttura (pagando un canone al Comune) e poi ovviamente ha dei proventi dall’operazione! Così si fa, e ci sono esempi anche in città vicine a noi. e poi lo sa vero signor sindaco. che comunque Tagetik sta già cercando altre sedi nell’immediata periferia perchè comunque non vuole lasciare Lucca, e se sfuma l’ingresso nella manifattura, non darà l’addio alla nostra città. Se lo sappiamo noi, lo sa anche lei… Signor sindaco, il sospetto è che lei e la sua giunta non siete affatto interessati alla manifattura, ma a salvare voi stessi o meglio la vostra faccia. Riuscire a far partire i lavori, anche solo piazzare la gru e poi far partire la grancassa della manifattura finalmente valorizzata è l’unico scopo che avete. Non vi importa niente se poi i lavori si fermeranno per i ricorsi, se più della metà del fabbricato è comunque privo di destinazione. Si riparte da zero invece? Speriamo. Perchè la legge è legge. L’immobile manifattura sud è attualmente utilizzato in parte dalla Soprintendenza come archivio, e in parte dal trasporto pubblico. Cioè sono presenti due diritti reali sull’immobile che tra l’altro rivestono pubblico interesse. E’ quindi alienabile un fabbricato gravato da diritti reali con destinazione di pubblico servizio? Certamente no. E’ illegale. Prima, caro sindaco, dovrà spostare il terminal autobus e rimuovere gli archivi e poi semmai potrà procedere alla vendita. Oppure venderà anche quelli ai sensi dell’articolo 2 comma 1 lettera d) del regolamento comunale? Le ricordo che alienare un bene pubblico significa far entrare nelle casse comunali il valore del bene venduto, non regalare patrimonio a qualcuno o concedere privilegi! Questo si chiama danno erariale!“.
“Noi continueremo ad opporci alla svendita e all’illegalità – conclude -. Siamo fieri di aver fatto questa battaglia, con grandi sacrifici. Ma l’abbiamo fatto volentieri, perché quando c’è di mezzo l’interesse della città, tutto il resto viene in secondo piano: i numeri, la strategia politica, la poltrona. Siamo fieri di aver reso un servizio alla città. Il nostro, sì, un servizio davvero senza interessi di parte. E la ringraziamo signor sindaco. Sì. La dobbiamo ringraziare. Perché non volendo ci ha aiutato a crescere, e a rendere ancora più credibile un’alternativa per il governo di Lucca. Quello che speriamo i lucchesi vorranno premiare alle elezioni del 2022. Per questo grazie, grazie di nuovo. E di cuore”.
Sulla stessa linea Fabio Barsanti (Difendere Lucca): “In questo caso ha vinto la città, ha evitato che la manifattura cadesse in mano di privati. Marchini? Non se ne è andato, è stato cacciato. Questa amministrazione non riesce ad assumersi la responsabilità, in questa settimana c’è un stato un filotto di fallimenti e disastri. In questi anni non c’è stata volontà di aprire un percorso partecipativo sulla manifattura, così come in altri progetti. Stasera c’è l’occasione per tornare indietro e ripartire da zero per un ragionamento complessivo sulla zona”.
Il consigliere M5s Massimiliano Bindocci passa all’attacco: “È una vicenda imbarazzante, noi ci siamo anche presi delle denunce per aver attaccato questo progetto. Tra perizie e studi tanto è stato speso, con i soldi dei cittadini. Siamo stanchi di pagare l’incompetenza. Così non va bene, serve la partecipazione dei cittadini sui progetti per la città. Abbiamo perso due anni su un progetto che faceva acqua fin dall’inizio. Oltre alle dimissioni e alle scuse dovute da parte di alcuni elementi della maggioranza, ci sarebbe da richiamare Marchini e chiedergli scusa. Ora bisogna andare avanti, voltiamo pagina e pensiamo a costruire”.
Così il capogruppo Fdi Marco Martinelli: “Riteniamo che chi ha presentato la proposta, la Fondazione Crl, merita il rispetto da parte di tutti: tanti spazi della città sono rinati grazie al loro intervento. Il processo tecnico del Comune è durato troppo, un’eternità: siamo rimasti ostaggi di non scelte dell’amministrazione comunale. Ci auguriamo che parta un nuovo modo di interfacciarsi e di valutare le proposte riguardanti la manifattura. Ripartiamo da un nuovo capitolo, una nuova pagina, da una condivisione che possa dare una prospettiva vera e reale a questa importante porzione della città. L’amministrazione si è dimostrata non all’altezza di guidare la città di Lucca. È necessario resettare: a decidere il futuro della manifattura deve essere la prossima amministrazione e ci auguriamo che sia di un altro colore”.
Secondo il consigliere Enrico Torrini (gruppo misto): “Abbiamo perso tutti, abbiamo perso 60 milioni di investimenti, ha perso la politica”.
Il sindaco Tambellini risponde alle accuse: “Resto sconcertato quando ascolto alcune dichiarazioni da parte dell’opposizione. Poca trasparenza e interesse occulti? Dimostrateli, portate uno straccio di prova e denunciate nelle sedi opportune. Forse non si è capito un fatto: noi abbiamo poste alcune condizioni per andare avanti con il progetto, non potevamo assumerci tutti i rischi. Non abbiamo mancato di rispetto alla Fondazione. Marchini? La famosa delibera approvata era proprio per la salvaguardia degli interessi del Comune. Sulla manifattura da parte dell’opposizione non è arrivata una proposta fattiva e reale. La partecipazione? Anche il Pinqua è stato discusso preventivamente, abbiamo ascoltato tutti con grandissima pazienza come su San Concordio. Stare in certe posizioni significa decidere. Siamo pronti a decidere ancora e prenderci le nostre ulteriori responsabilità. Noi siamo pronti al dialogo, non abbiamo dichiarato noi alcun stop sul progetto manifattura”.
L’odg dell’opposizione
Il capogruppo Pd Roberto Guidotti annuncia il voto contrario: “Siamo a fine luglio e siamo riuniti nuovamente sul tema della manifattura. Argomento che ci ha visto estremamente impegnati in questo anno e mezzo e non poteva essere diversamente. Ieri è stato protocollato un ordine del giorno delle minoranze dove si chiede la partecipazione…devo dirvi che me lo aspettavo, ormai non riuscite più a fare l’effetto sorpresa siete noiosamente ripetitivi. Si chiede di attivare un processo per la più ampia condivisione possibile del progetto, considerando la valenza strategica della manifattura. Ecco qui siete riusciti a sorprendermi. Molti dei firmatari di questo ordine del giorno sono gli stessi che durante tutto questo anno hanno partecipato al dibattito aggiungendo solo dei no: no su tutto e nessuna proposta o meglio con alcune proposte effimere e senza nessun fondamento strutturale ed economico. E allora mi sono chiesto se forse dietro a questi no, dietro a questa richiesta continua di aprire il dibattito all’esterno ci sia nascosta e ci si nasconda una mancanza di visione della città? Proprio così nessuna visione ne voglia di riqualificare quell’area, come non rammentare a tutti voi e soprattutto alla città come durante il Consiglio Comunale nel quale si discuteva il tema della variante urbanistica molti di loro non hanno argomentato il dibattito nel merito delle destinazioni, come avrebbe secondo il mio punto di vista dovuto fare qualsiasi amministratore lungimirante, ma hanno preferito non partecipare e hanno chiesto diverse pregiudiziali affinchè non si discutesse. Perchè non partecipare allora? Perchè giocare la carta dell’ostruzionismo? Perché fuggire e lasciare la decisione solo alla maggioranza per poi accusarla subito dopo? Perchè partecipare ora? E’ forse iniziata la campagna elettorale e dietro la partecipazione/la delega all’altro si evidenzia l’inconsistenza delle idee?”.
“E poi cosa vuole dire partecipazione? Su quale progetto? Cari consiglieri – prosegue Guidotti – so che fra pochi secondi ci accuserete di chiusura al dialogo e alla partecipazione ma c’è un tempo per tutto. Al momento non ci sono progetti/proposte nuove e non avrebbe senso avviare un dibattito partecipativo generale – quando lo stesso c’è già stato e voi per primi avete scelto di negarvi a questo. Noi rimarremo a disposizione dei cittadini e della città, rimarremo a disposizione di qualsiasi cittadino o ente o associazione abbia progettualità ed idee, le porte del comune sono sempre aperte come lo sono state in questi mesi. Per questo e per molto altro ritengo che ad oggi uno spazio per il confronto cittadino ci sia e sia il consiglio comunale tutti noi rappresentiamo la città che ci ha votato e che ci chiede di rappresentarla ognuno di noi lo faccia al meglio delle proprie capacità. Amministrare è cosa serie e faticosa, bisogna avere visione, approfondire, ascoltare tutti, come abbiamo fatto nei tanti consigli comunali di questo anno e mezzo sull’argomento. Se seri, poi bisogna decidere e così è stato con senso estremo di responsabilità. Per questo convinto della bontà del percorso di questo anno e mezzo e perchè ritengo questo ordine del giorno opportunistico e mancante di visione. il mio voto sarà contrario e invito tutti i consiglieri di maggioranza a fare lo stesso”.
Anche Marco Barsella (Lei Lucca) annuncia il voto negativo: “Il 17 settembre 2020 è stata votata la variante, in qual caso rimasi in aula a votare. È stato un momento importante in cui si poteva aprire un dialogo serio. Sulla proposta Fondazione-Coima il Comune va detto che ha fatto uno sforzo per rimodularla per l’interesse di tutti. Non siamo riusciti a condividere niente, tutti non abbiamo dato un bello spettacolo all’opinione pubblica. Voglio sperare che possa ripartire una progettualità dell’area, insieme e con un impegno serio e bipartisan. L’odg per come è posto appare strumentale e per questo voterò contrario”.
L’odg è stato bocciato con 19 voti contrari e 11 favorevoli.