Eccidio di Stazzema, Sinistra civica ecologista: “Oggi è il giorno giusto per rimuovere Durigon”

Il coordinamento regionale si unisce all’appello del sindaco Verona: “Chi non si riconosce nel valore fondante dell’antifascismo, non può stare al governo e rappresentare le istituzioni democratiche nate dalla Resistenza”
Sono passati settantasette anni dall’eccidio di Sant’Anna di Stazzema, da quando i reparti delle Ss il 12 agosto del 1944 trucidarono 560 persone. È proprio in occasione di questo anniversario che anche il coordinamento regionale di Sinistra civica ecologista si unisce alla richiesta già avanzata dal sindaco Maurizio Verona per chiedere al governo di rimuovere dall’incarico Claudio Durigon, sottosegretario all’economia che nei giorni scorsi aveva chiesto di intitolare al fratello di Mussolini, Arnaldo, il parco di Latina dedicato a Falcone e Borsellino.
“Settantasette anni fa l’eccidio di Sant’Anna di Stazzema, uno dei più efferati e sanguinosi di tutta la seconda guerra mondiale – scrive il coordinamento -. Una ferita profondissima che non potrà mai essere cancellata. Oggi ricordiamo quei martiri e con loro, idealmente, tutte le vittime delle stragi nazifasciste. Quello di Sant’Anna non fu un episodio isolato. In quei mesi la barbarie nazista colpì duramente il territorio toscano: gli eccidi furono oltre 280, i morti civili circa 4500. Come comunità, come cittadini, come antifascisti abbiamo il dovere di coltivare questa memoria e di mantenerla viva, ancorata alle grandi questioni del nostro tempo”.
“Per questo ci auguriamo che il parlamento italiano possa discutere e approvare quanto prima la legge di iniziativa popolare, nata proprio a Sant’Anna di Stazzema, contro la propaganda nazista e fascista. Una proposta necessaria visto il riemergere in tutta Europa di fenomeni che richiamo vicende che speravamo sepolte una volta per sempre – conclude il coordinamento -. E al presidente del consiglio Mario Draghi diciamo una cosa semplice: oggi, 12 agosto, è il giorno giusto per rimuovere Claudio Durigon dal ruolo di sottosegretario all’economia. Perché chi non si riconosce nel valore fondante dell’antifascismo, non può stare al governo e rappresentare le istituzioni democratiche nate dalla Resistenza”.