Procedure nuove e più snelle per gli appalti negoziati con affidamento diretto

Nasce l’elenco dei fornitori, alla gara saranno invitate almeno il 20 per cento delle ditte con sede in provincia di Lucca
Cambiano i regolamenti per l’affidamento dei lavori pubblici in caso di procedure negoziate e l’amministrazione comunale crea un elenco di fornitori per poter garantire nella partecipazione alle gare di appalto, almeno una certa percentuale di ditte che si trovano sul territorio. Una misura che ha visto un primo intervento con la modifica all’atto di regolamentazione, avvenuto alcune settimane fa, prevedendo che almeno il 20 per cento delle ditte invitate siano della provincia di Lucca. Questo per garanzie alle aziende locali, che rappresentano l’indotto del territorio da salvaguardare.
L’argomento approda nella seduta della Commissione bilancio di oggi (20 agosto), presenti l’assessore di riferimento, Francesco Raspini, la responsabile comunale, Maria Cristina Panconi e il dirigente comunale, Lino Paoli.
La prima mozione dell’ordine del giorno riguarda la modalità di formazione e l’utilizzo degli operatori economici in caso di procedure negoziate e di affidamenti diretti, come previsto dal decreto legislativo 50/2016 per le opere, i lavori, i servizi e le forniture pubbliche.
“La pratica che va a istituire l’elenco dei fornitori, è una pratica che considero strategica e importante, perché ritengo che il modo in cui vengono assegnati i lavori è assolutamente decisivo per la loro qualità, tempestività e l’affidabilità dell’esecuzione degli stessi – precisa l’assessore Francesco Raspini -. Qualche settimana fa abbiamo fatto una modifica all’atto di regolazione con il quale abbiamo gestito fino ad ora le gare, abbiamo alzato la quota di partecipazione per le ditte locali, intese nella provincia di Lucca,agli appalti. Fino ad oggi il meccanismo per quanto riguarda le procedure negoziate, al di sotto del milione di euro, le più frequenti, veniva gestito attraverso un avviso pubblico sulla piattaforma Star, al quale rispondono un numero di ditte nettamente superiori a quelle invitate. Il meccanismo per ridurre il numero da centinaia a qualche decina, era il sorteggio tra chi ha manifestato l’interesse”.
“Adesso – prosegue Raspini -, con l’elenco dei fornitori tutto cambia, ritengo che nessuno di noi farebbe fare i lavori a casa propria a delle ditte attraverso un sorteggio. L’elenco dei fornitori è un modo per responsabilizzare i Rup (responsabili unici del procedimento), invitando a fare offerte solo a quelle ditte che di volta in volta sono più adatte, secondo una valutazione e l’applicazione dei criteri dell’atto di regolamentazione che adiamo ad approvare. Si risparmia del tempo, perché si fa direttamente la gara negoziata, indicando le ditte a cui far fare l’offerta, ma c’è anche la possibilità di poter scegliere le ditte da invitare, con alcuni criteri naturalmente. Innanzitutto l’obbligo di scorrere l’elenco e non far partecipare sempre le stesse ditte, indicando ogni volta almeno il 20 per cento di ditte nuove. C’è l’onere di dare un’adeguata rappresentanza territoriale al novero degli indicati, ci sono due soglie minime, almeno il 20 per cento degli indicati devono essere di Lucca e almeno il 20 per cento devono essere di fuori Lucca. C’è un 20 per cento locale, un 20 per cento non locale e un 60 per cento di inviti che sarà responsabilità del Rup. L’indirizzo politico dell’amministrazione è di utilizzare il massimo numero di inviti possibili per far lavorare le ditte locali. Questo perché le ditte locali rappresentano l’indotto economico del territorio e l’amministrazione ha la possibilità di poterle valorizzare. La scelta di come farlo è rimesso al Rup, ma questo regolamento può fornire un indirizzo massiccio. Questo è il senso e l’impostazione politica dell’atto di oggi, per un atto che, se velocemente calendarizzato, ci consentirà dai primi di ottobre, di poter fare l’affidamento dei lavori pubblici direttamente con il nuovo sistema. Questo sistema, ci offre la possibilità di velocizzare, semplificare, rendere più affidabile e vantaggiosa per il territorio, l’opera di investimento del comune sul suo patrimonio immobiliare statale scolastico e sportivo”.
Una misura quindi che si traduce in due interventi. Il primo, per velocizzare le procedure di gara, eliminando la manifestazione di interesse e riducendo il numero delle ditte. Il secondo, la valorizzando l’indotto del territorio, prevedendo almeno un 20 per cento di ditte locali alla gara d’appalto, ed eliminando l’estrazione a sorte.
“Aggiungo solo una cosa – dice la dottoressa Maria Cristina Panconi -, attraverso questo elenco, come dice l’assessore, l’ente risparmia circa un mese di tempo per attivare una procedura di gara. Alle ultime gare si sono presentate alla manifestazioni di interesse 390 ditte e per l’ufficio è un problema enorme per la quantità di lavoro da fare”.
Sull’elenco dei fornitori c’è apertura anche dall’opposizione, ma con alcune precisazioni, come illustra il Consigliere Marco Martinelli: “L’elenco secondo noi va bene, perché individua l’ambito di intervento. Però dobbiamo inserire almeno il criterio del fatturato a dimostrazione della capacità dello studio ad eseguire la prestazione. Io metterei sotto i 20 mila euro, va bene per tutti, sopra, metterei il criterio del fatturato. Dovrebbe essere aggiunto anche il criterio della capacità della struttura, ovvero i componenti dello studio, in modo che venga garantito che il progetto venga fatto e realizzato nei tempi stabiliti”.
Secondo la dottoressa Panconi il regolamento non è indicato per inserire i criteri proposti da Martinelli: “Sono requisiti messi in sede di gara dal Rup, non hanno nulla a che fare con un regolamento che istituisce degli elenchi. L’elenco è già suddiviso per fasce di importo e gli operatori parteciperanno se hanno i giusti requisiti per quell’importo. Ad esempio, quando si fa un lavoro pubblico che va sopra i 150 mila euro, l’operatore che vuole partecipare deve avere la famosa Soa, per quel lavoro che va ad eseguire. Se è sotto, è proprio la norma che prescrive che l’operatore deve dimostrare di avere le risorse tecniche e umane tali, per poter effettuare i lavori. Questo rientra nei requisiti di partecipazione ad una procedura che male si vanno ad inserire in un regolamento”.
“Condivido lo spirito del rilievo del Consigliere Martinelli – dice l’assessore Raspini -, non so se il regolamento è la sede giusta, perché deve evitare un eccessiva normazione. Potremmo anche ragionare, da qui al Consiglio, di poter far approdare gli indirizzi con un ordine del giorno, non in termini così dettagliati, ma salvaguardandone lo spirito, poiché ogni gara è un fatto a se”.
La mozione viene votata e passa con tre voti favorevoli e un astenuto, il Consigliere Martinelli.
La seconda mozione all’ordine del giorno riguarda una sentenza del tribunale ordinario di Lucca e il riconoscimento del debito fuori bilancio da sentenza esecutiva.
La pratica illustrata dall’assessore Francesco Raspini: “E’ un debito fuori bilancio derivante da sentenza del tribunale di Lucca, una fattispecie tipica. La sentenza riguarda un collaboratore del Comune dell’ufficio lavori pubblici che ha iniziato il lavoro di collaborazione nel 2011 ed è durato fino al 2013. Una volta cessata al collaborazione, il soggetto in questione ha fatto causa all’amministrazione, ritenendo che in questo periodo di tempo non sussistessero i presupposti per una collaborazione professionale, quanto i presupposti per una vera e propria subordinazione. Ha fatto causa e il Comune ha perso ed è stato condannato a pagare le integrazioni salariali, i contributi e le spese legali, per un importo complessivo di 37 mila 481,23 euro”.
“Il primo incarico risale al 30 dicembre 2010, il secondo del 28 agosto 2012 e il terzo il del 26 giungo 2013, questi sono i periodi interessati”, precisa il dirigente Lino Paoli.
La mozione viene approvata con 3 voto favorevoli, il Consigliere Martinelli decide di abbandonare la votazione.