Il Comitato sanità: “Utilizzare i fondi europei per ricostruire la medicina territoriale”

L’auspicio: “Ci auguriamo che l’esperienza del Covid abbia insegnato qualcosa”
Il Comitato sanità Lucca fa il punto sulla situazione in occasione del ventesimo compleanno.
“È questa l’occasione per ricordare, per grandi linee, la nostra storia e i nostri obiettivi – spiegano -. E della nostra storia è parte indimenticata Raffaello Papeschi, fin dalla nascita anima del comitato, che purtroppo ci ha lasciati. Dal 2001 operiamo nella nostra città per la difesa della sanità pubblica, bene comune fondamentale. Ci siamo fin dall’inizio battuti con durezza perché il Campo di marte restasse l’ospedale della nostra città, rendendoci conto che il San Luca era sottodimensionato e in una ubicazione infelice”.
“E quando il Campo di marte è stato dismesso abbiamo lottato perché restasse ad uso socio sanitario e di proprietà pubblica – prosegue -. I fatti della pandemia ci hanno dato ragione. Il vecchio ospedale è stato essenziale nell’accoglienza dei pazienti covid e nella gestione
delle vaccinazioni. La prova che patrimonio pubblico, in particolare quello a destinazione sanitaria, non può essere venduto. Così come sosteniamo che alle strutture che si occupano di salute pubblica non può essere dato il nome di azienda e non si possono applicare le procedure che si applicano alle linee produttive. Salute pubblica e profitto non possono stare insieme. Perciò è fondamentale
che i parametri con cui vengono valutate le prestazioni del sistema sanitario siano completamente rivisti”.
“Altro obiettivo per cui il comitato si batte e si è battuto, fino a proporre la indizione di un referendum, è il ritorno alle Usl provinciali – va avanti il Comitato -. Il referendum, purtroppo, non si è tenuto perché la giunta regionale e la maggioranza che la sostiene ‘stracciarono’ le 55 mila firme dei cittadini toscani che lo chiedevano. La riforma che ha portato all’accorpamento del servizio sanitario toscano in tre sole Asl ha nei fatti evidenziato che le criticità che il comitato referendario aveva rilevato: distanza dai territori dei decisori, mancanza di controllo democratico su un bene pubblico, erano e sono effettive”.
“Della medicina territoriale, degli ospedali di comunità e locali, un sistema che è stato nel tempo smantellato e che è urgente e indispensabile ricostruire, parleremo. A breve – conclude il Comitato -. Ci auguriamo che l’esperienza del Covid abbia insegnato qualcosa. E che i fondi europei siano utilizzati in questo senso. Queste ormai sono considerazioni che vengono fatte pubblicamente da sindaci, consiglieri e responsabili locali della sanità del Partito democratico”.