Festival della contemporaneità sotto la lente della commissione: ecco tutti i costi per l’evento

Bindocci e Barsanti: “L’amministrazione ha gestito un evento culturale in modo assolutamente unilaterale”. Guidotti (Pd) a Difendere Lucca: “Chiedono rispetto delle regole e sono i primi ad infrangerle”
Il festival della contemporaneità sotto accusa in commissione controllo e garanzia. E alla fine quello che arriva dalle opposizioni è un atto di accusa nei confronti dell’intera politica culturale del Comune.
A chiedere conto delle modalità di organizzazione (e delle spese) per il C-Ora – Festival della contemporaneità era stato il consigliere del Movimento Cinque Stelle, Massimiliano Bindocci. Chiamata a rispondere, principalmente, l’assessora alla memoria storica del Comune, Ilaria Vietina. L’assessora ha ricordato come l’evento sia stato il frutto di un gruppo di lavoro che ha realizzato il programma composto da 14 serate con 30 relatori “la maggior parte – ha ricordato – a titolo gratuito, specialmente quelli locali”. “C’è poi – ha detto – la collaborazione con l’Istituto Storico della Resistenza per l’organizzazione logistica e per la valutazione e la verifica dei relatori”.
La spiegazione dell’assessora ha attirato subito gli strali del consigliere di opposizione Massimiliano Bindocci, con tanto di battibecco “di genere”: “La commissione – ha spiegato – è stata chiesta per capire chi e come sono stato scelti gli argomenti da trattare nel festival e quali sono state le spese e le modalità delle scelte dei fornitori”.
Sotto la lente della commissione anche l’apporto di Lucca Crea all’evento Fumetto: il linguaggio del contemporaneo con Marco Rizzo, Lelio Bonaccorso, Fumettibrutti. Lo hanno spiegato nel dettaglio prima la presidente Francesca Fazzi, rispondendo alle sollecitazioni dei commissari, quindi il direttore Emanuele Vietina, specificando che la collaborazione si è sostanziata in una consulenza culturale per l’organizzazione di un evento e nella messa a disposizione della piattaforma per le prenotazioni delle serate.
“La cultura – ha chiosato alla fine dell’intervento la presidente Fazzi – è espressione di libertà e di sicuro le scelte non possono sottostare alla volontà della politica”. Poi il direttore spiega: “Per organizzare l’evento Lucca Crea non ha sostenuto nessuna spesa neanche per il lavoro. Si è trattata di una triangolazione di rapporti e di saperi”.
Sull’apporto di Lucca Crea all’evento anche l’assessora Ilaria Vietina: “A maggio – dice – è partita ufficialmente la richiesta di collaborazione alla società partecipata e di qui si è sviluppato l’evento. Quanto all’opinabilità delle scelte – ha detto – non è vero che si verifica solo sui temi di attualità ma anche su quelli storici”. Anche sulla replica Massimiliano Bindocci (M5S) punzecchia: “Vietina – dice – parla tanto di tolleranza e condivisione ma poi, come ha confermato lei, decide da sola o con una ristretta cerchia di persone a lei vicine”.
Sul festival C-Ora tout courtarrivano invece le eccezioni del consigliere di Difendere Lucca Fabio Barsanti, che lo definisce una rassegna “politica, ideologica e propagandistica”. Dimostrazione sarebbe sia l’elenco dei relatori, orientato per la gran parte a sinistra, sia la mancanza di approfondimento di alcuni temi come la ricorrenza dei 100 anni della morte di Alfredo Caselli o i 700 della morte di Dante. “Per non parlare – ha aggiunto – dell’altro festival, quello al Foro Boario, che si è sostanziato in una passerella di politici dal costo di 70mila euro. Noi non contestiamo gli argomenti che sono stati affrontati ma l’angolazione con cui si discute di questi argomenti. Per le fake news, peraltro, è stato chiamato a parlare Saverio Tommasi, che proprio per una fake news è stato di recente condannato. O guardiamo il caso della Resistenza a Valdottavo, dove ancora non esiste una verità storica dei fatti e dove si è deciso di fornire una sola versione”.
I costi, comunque, li snocciola il dirigente al bilancio del Comune di Lucca, Lino Paoli: 1647 euro per il noleggio delle sedie, 6217 euro per le pratiche per la progettazione, 10mila euro trasferiti all’Isrec per la realizzazione dell’evento in cui sono inseriti anche i compensi eventuali e i rimborsi spese per gli ospiti, 4796 euro per pubblicità su siti web, canali tv e radio, 8200 euro per servizi di facchinaggio, 7716 euro per service audio-video e luci, 2180 in materiale promozionale e cartelloni, 4149 euro al teatro del Giglio per le maschere e 2646 euro per igiene e pulizia. Tutti i servizi sono stati decisi con affidamento diretto.
“Il fatto – ha commentato Bindocci – che l’assessora Vietina mi abbia risposto solo sulla inutile polemica del rispetto di genere, per la quale ha sbagliato proprio persona, e non sui contenuti delle scelte e delle decisioni conferma il fatto che con tutta probabilità ho ragione, ovvero che ha deciso tutto lei con una ristretta cerchia di persone e senza condividere l’orizzonte culturale della manifestazione”. “La festa dell’Unità – ha aggiunto Barsanti – fatela con i soldi del Pd”.
Finale con polemica con il capogruppo Pd Guidotti che ricorda a Barsanti come affiggere uno striscione sul Caffè Di Simo senza autorizzazione, come avrebbe fatto Difendere Lucca, non è consentito. “Si chiede alla maggioranza – dice Guidotti – rispetto delle regole e poi si è i primi a disattenderle: e per questo chiedo al presidente di registrare la dichiarazione fatta in sede di commissione. Quella intorno al Caffè Di Simo, che resta di un privato, è una vicenda difficile e che non si risolve certo con un atto d’imperio dell’amministrazione”. Barsanti è categorico: “Sull’argomento – dice – del privato non me ne frega niente ed è uno schifo che il fondo in piena via Fillungo sia tenuto in quelle condizioni. Se il Comune non riuscirà a riaprirlo per le celebrazioni pucciniane dell’anno prossimo sarà una gran brutta figura”. Sul tema il presidente Santini ha annunciato che convocherà un’apposita commissione.
Il commento di Barsanti e Bindocci
Dopo la commissione arriva il commento dei consiglieri Massimiliano Bindocci e Fabio Barsanti. “L’assessore è apparso in evidente difficoltà, capace solo di provocare”, attaccano i due consiglieri.
Barsanti commenta: “La commissione sul festival della contemporaneità – a senso unico – ha fatto uscire allo scoperto la volontà di spendere soldi a piacimento e di fare propaganda ideologica da parte della giunta Tambellini in vista delle elezioni. È stato confermato come la scelta dei relatori fosse totalmente appiattita a sinistra e senza alcun tentativo di confronto su tematiche importanti ma delicate”.
Il consigliere Bindocci invece precisa che “la scelta di fare iniziative culturali com soldi pubblici dovrebbe per i criteri di partecipazione e trasparenza passare almeno dalle commissioni preposte. Anche il consigliere Ciardetti ci ha dato ragione. Invece con una certa arroganza, la signora Vietina ha rivendicato la sua scelta, fatta a suo dire con un gruppo strettissimo di collaboratori”.
Bindocci e Barsanti riconoscono insieme: “Effettivamente se possiamo dire di aver ottenuto un chiarimento da LuccaCrea, lo stesso non può dirsi nei confronti dell’amministrazione, che ha cercato anche con alcune provocazioni di rimediare alle risposte evasive, sugli aspetti culturali, sulle motivazioni alla base delle scelte dei relatori, ed alla selezione dei media partner”.
“La sintesi della commissione da parte della giunta – concludono i consiglieri di M5S e Difendere Lucca – è che l’amministrazione ha gestito un evento culturale in modo assolutamente unilaterale, però, a differenza di una festa di partito, questo evento è pagato con i soldi di tutti. È pacifico che avevamo colto nel segno”.