Clima, Mammini: “I volantini? Per vincere la sfida serve qualcosa di più e di meglio”

L’assessore risponde alle ‘provocazioni’ dei manifestanti: “C’è bisogno di dare concretezza alle azioni, ma è un percorso da fare andando avanti insieme”
“Una sfilata ogni tot mesi non basta, non è sufficiente”. Risponde con un invito a proseguire in un percorso condiviso nell’impegno a difendere clima e ambiente alle “provocazioni” lanciate attraverso volantini – portati in corteo o affissi sui muri della città – da parte di alcuni manifestanti che hanno animato lo sciopero globale di stamani (24 settembre) a Lucca. L’assessore all’urbanistica Serena Mammini invita a non ridurre tutto all’occasione di una manifestazione di piazza, dove nel calderone finisce – come è stato anche oggi – il politico di turno: “Una provocazione certo, di dubbio gusto, ma per chi l’ha pensata, immagino, un modo per richiamare l’attenzione sul tema”, scrive Mammini in un post a commento della giornata.
“Un segnale un po’ poco fantasioso, certo antico – prosegue in un post su Facebook -. Dopo un incomprensibile e squallido ‘parlateci di Bibbiano’, che ancora fa capolino affisso su qualche muro, pensavo a qualcosa di più originale. Da Pasquino e dalle pasquinate al ‘wanted’ ne abbiamo persa di ironia, ma erano altri tempi. E ognuno protesta come ritiene più efficace, altrimenti che protesta sarebbe. E quindi vai con la protesta. Del resto la politica dorme. E politica è anche l’amministrazione comunale, quindi molti nel calderone. Ma mentre su alcuni temi le idee in città pullulano, vedi per esempio la Manifattura, sulla quale per mesi molti hanno lanciato proposte di ogni tipo, sui temi ambientali, in generale, c’è poca energia. Eppure sono temi che riguardano proprio tutti, temi complessi, serissimi, che investono le nostre scelte di ogni giorno. Su questi vige un po’ di fiacca, poca fantasia, nessuna proposta concreta avanzata. Ci possiamo accontentare di un wanted? Possiamo fare di meglio, penso“.
“Una sfilata ogni tot mesi non basta, è insufficiente – insiste – e poco cambia se ci porti i manifesti con le foto degli amministratori comunali che, oltretutto, forse sono gli unici ad aver aperto un dialogo e fatto le azioni che erano alla portata delle loro reali possibilità decisorie. Importante testimoniare, esserci, la presenza fisica nelle piazze è ancora fondamentale e lo sarà sempre, ma poi, dopo una bella mattinata di sole settembrino, partiamo per il fine settimana. E poi? Lunedì si ricomincia. E poi? Ognuno nella propria vita, dentro la propria vita, testimone più o meno consapevole di un problema che incombe, che ogni giorno avanza e prima o poi ci devasterà. E poi? Wanted! Lo può dire chiunque, ragazzi. Ma dobbiamo fare di più, tutti. Nella vita privata, poi, ognuno sa di sé. Certo, possiamo fare sempre meglio e questo vale per tutti, anche per voi”.
“Stamani, anche prendendo spunto dai volantini affissi in città, un po’ vintage, un po’ anche tristi, cercando comunque di dare concretezza alle azioni dell’agenda 2030 che, capisco, possono sembrare lontane, apparire come poco incisive sul momento – scrive Mammini -, pensavo a come potrebbero essere oggi le giornate ecologiche. Qualcosa di forte, coraggioso, visibile e per tutti: come sarebbe un blocco totale del traffico? La prima iniziativa di questo genere fu il 2 dicembre 1973, governo Rumor. C’ero, avevo due anni. Vennero fatte non per il problema delle polveri sottili ma per l’austerity. Per affrontare le conseguenze della crisi petrolifera, per risparmiare energia elettrica e combustibili secondo il piano di emergenza varato dal governo. Altri governi europei adottarono misure simili per la riduzione forzata dei consumi energetici. Misure che modificarono, in un certo senso, le abitudini dei cittadini e resero l’opinione pubblica più consapevole della fine di un lungo ciclo di espansione economica. Un’emergenza, quindi. E nelle emergenze, lo sappiamo, riusciamo a dare il meglio di noi. E tutti noi siamo dentro a un’emergenza climatica”.
“Oggi, le problematiche di partenza sono diverse da quelle del 1973 – afferma – ma il mezzo potrebbe servire. Tutti a piedi, in bici o monopattino, forse anche a cavallo. Il viale Europa senza auto, la circonvallazione senza camion. Durante il lockdown abbiamo visto un po’ quale potrebbe essere il panorama, ma nel caso delle giornate ecologiche non saremmo relegati in casa. Potremmo uscire, tutti insieme. Che meraviglia. Da Lucca potrebbe partire un domino di altre città che la domenica fermano le macchine e azionano le gambe. Aria migliore e salute. La situazione è drammatica, andiamo avanti insieme”.