Legambiente Lucca: “No alla vendita dell’ex Manifattura, nemmeno a pezzi”

2 ottobre 2021 | 18:56
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Legambiente Lucca: “No alla vendita dell’ex Manifattura, nemmeno a pezzi”

La sezione ribadisce la sua contrarietà

Anche oggi, dopo altri interventi simili, il comitato Legambiente Lucca torna a ribadire il suo alla vendita “neppure a pezzi”, precisa nella nota, dell’ex Manifattura di Lucca.

Nell’attacco del comunicato, dopo una citazione rivista e adattata in latino (“Quod non fecerunt barbari, fecerunt… Tambellini” – che tradotto significa ‘quello che non fecero i barbari, ha fatto Tambellini’), Legambiente va dritto alla questione, associando l’idea dell’amministrazione Tambellini, niente meno che alle invasioni barbariche. “L’Italia, per secoli, è stata terra di incursioni barbariche che hanno distrutto, saccheggiato, ma anche ammirato, ciò che si offriva davanti ai loro occhi nelle città, piccole e grandi. Ma, è cosa nota, più che l’azione dei barbari, allo scempio dell’Italia, hanno dato un grande contributo i Barberini di turno: italiani che, sentendosi più uguali degli altri, si sono arrogati il diritto di distruggere, smembrare, vendere-svendere, pezzi del patrimonio collettivo. Il più delle volte, ciò è stato fatto da coloro che ne avevano in qualche modo diritto, visto che la democrazia è conquista assai recente; tuttavia, anche nei tempi passati, non sono mancate le ‘pasquinate’ contro questi potenti, e prepotenti, che, anziché contribuire a rendere grande l’Italia, la usavano come miniera a cielo aperto per interessi personali, o dietro pressioni di potentati maggiori o, più semplicemente, per miopia o ignoranza”.

“Oggi i barbari che attraversano il suolo italico, con ben altri mezzi e per ben altri fini, si meravigliano di come, nonostante tutto ciò che, ancora, possediamo, non si riesca a fare di questo Paese un paese prospero sotto ogni punto di vista – prosegue la nota -. La risposta, anche se fa male, è la seguente: ci sono ancora, purtroppo, tanti, troppi Barberini che anziché proteggere, curare e far prosperare il patrimonio che hanno, temporaneamente, in consegna, lo gestiscono come se fosse un bene personale e cercano di trarne il massimo profitto facendolo a pezzi. Tutti noi abbiamo visto le scene, nei documentari o nei film, in cui personaggi, più o meno tragi-comici, vendevano a turisti ingenui o a speculatori accorti, pezzi, piccoli o grandi, di capolavori artistici, reperti o macerie di glorie passate. Recuperare, ricomporre, conservare, ridare vita, sono operazioni costose, complesse, complicate (soprattutto da noi), meglio disfarsi di ciò che abbiamo e, a pezzi, è sicuramente più facile e remunerativo: ogni parte conserva il valore derivatogli dall’insieme”.