M5S, ordine del giorno in consiglio comunale: “Stop alla vendita di un pezzo di manifattura”

4 ottobre 2021 | 17:08
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M5S, ordine del giorno in consiglio comunale: “Stop alla vendita di un pezzo di manifattura”

Il portavoce Bindocci: “La partecipazione è il vero perno su cui costruire la Lucca del futuro”

Domani (5 ottobre) il M5S presenta un ordine del giorno in consiglio comunale con cui si chiede di “fermare il voto che porta all’asta un pezzo di manifattura” e che propone che “il futuro della manifattura lo decida la cittadinanza lucchese con le regole della partecipazione previste dalle norme nazionali e regionali”.

“In tal senso – dice il portavoce Massimiliano Bindocci – sono state raccolte già circa 1500 firme, di cittadini lucchesi che meritano rispetto. Riteniamo che il Comune di Lucca sui vari contenitori nel centro da destinare debba attivare quel processo partecipativo tanto evocato da tutti in campagna elettorale, ma dimenticato dopo che si è presa la poltrona. L’amministrazione prima voleva fare quella operazione con Fondazione e Coima, con grandi magazzini e appartamenti, abortita malamente, adesso propone una vendita all’asta in fretta e furia, sembra per farci spostare un’azienda lucchese che vuole solo affittare, ben sapendo evidentemente a nostro avviso chi vuole comprare”.

“Noi prima di entrare nelle questioni di merito – prosegue l’esponente pentastellato – se è meglio una cosa o l’altra e sui limiti formali delle varie soluzioni,  vorremmo che fossero i lucchesi a decidere. La nostra proposta è di destinare gli spazi della manifattura a scuole volano, ludoteche, spazi museali, ed altri spazi aperti alla cittadinanza in un contesto di qualificazione urbana verde e rispettosa del valore storico dell’immobile. Però fondamentale ed ineludibile è per noi  la partecipazione”.

“Il M5S ritiene la partecipazione – conclude – è il vero perno su cui costruire la Lucca del futuro, chi domani calpesterà la democrazia votando quello che chiede questa amministrazione si assume una responsabilità enorme, creando una frattura irreparabile tra chi come noi si batte per trasparenza, partecipazione e giustizia sociale e chi invece vuole usare per altre finalità i beni pubblici.  La manifattura è dei lucchesi e loro dovranno decidere”.