Lucca verso il voto, Remaschi: “Raspini e Vietina due candidature inadeguate”

L’affondo del sindaco di Coreglia: “La città merita di compiere un passo avanti”
“Futuro sindaco di Lucca: più che ripescare nel solito bacino, la città meriterebbe un passo avanti, un nome di più ampio respiro”. Sono le parole di Marco Remaschi, che valuta inadeguate le due candidature oggi conosciute nell’ambito del centrosinistra: Ilaria Vietina e Francesco Raspini.
Due candidature che, nella visione di Remaschi, che – specifica – parla a titolo esclusivamente personale, non rappresentano la reale possibilità di aprire una nuova stagione per Lucca.
“Innanzitutto mi chiedo: primarie tra chi? Tra due esponenti della stessa giunta che sono insieme da quasi 10 anni? – spiega Remaschi -. Mi sembra un po’ poco come proposta per il dopo Tambellini. Per me nel suo quadro d’insieme Tambellini è stato un buon sindaco e credo che per sostituirlo ci voglia una figura maggiormente all’altezza. Credo inoltre che ripescare nell’ambito della stessa giunta non sia ciò di cui la città ha bisogno: se da una parte questo rappresenta un elemento di continuità, dall’altro svilisce ciò che è stato fatto fino a oggi. Raspini per un verso e Vietina per l’altro sono candidature che non allargano, non aprono, non permettono a Lucca di compiere un cambio di passo. Dieci anni di amministrazione Tambellini sono un’eredità importante: tante cose sono state fatte bene, tante altre devono vedere la luce, tante altre ancora devono cambiare radicalmente passo. Lucca merita un ruolo da protagonista, come città capoluogo, merita e deve riconquistarsi una posizione anche dal punto di vista politico, sia nei rapporti interni alla città, e, in questo caso, al centrosinistra, sia nei confronti delle altre città capoluogo e della Regione stessa. Non più periferia, non più appendice di logiche decise altrove, ma luogo strategico”.
“Dobbiamo uscire dalle solite logiche destra/sinistra e non ripetere gli errori che hanno portato a un astensionismo così preoccupante come quello che stiamo vivendo oggi – continua -. Per avvicinare le persone la politica deve aprirsi e proporre volti nuovi: persone che vengono dal civismo, dall’impresa, dal mondo delle professioni e che rappresentano un pragmatismo nel loro stesso essere e nel loro stesso saper fare. Penso a un nome come Andrea Bonfanti, giovane e preparato. Oppure penso a una Cristina Galeotti, donna di grande capacità, determinazione e concretezza. O ancora Giorgio Del Ghingaro, che ha dimostrato di essere un grande amministratore, con tutte le carte in regola per guidare Lucca e per far volare Lucca. Oppure si allarghi ancora il campo andando a proporre figure capaci di portare un grande rinnovamento”.
“Non mi appassiona il percorso fatto fino a qui per individuare i vari possibili candidati – aggiunge -. Si può fare molto di più. Il centrosinistra in questi anni di governo del capoluogo è rimasto spesso invischiato in dinamiche e correnti che hanno danneggiato la tenuta e l’unità stessa del centrosinistra. Il fatto stesso che l’amministrazione Tambellini si avvii a conclusione con una doppia candidatura proveniente dalla propria giunta dimostra che è mancata la capacità di fare sintesi, di creare un progetto organico, di crescere la classe dirigente del futuro su basi solide, unitarie, compatte. Questo non è un bene e rischia di indebolire la proposta: di fronte allo spacchettamento della destra, il centrosinistra deve essere capace di presentarsi unito, presentando una coalizione che sappia guardare a tutto tondo alle forze, alle persone e alle esperienze in campo. Per fare questo non servono nomi settari, ma nomi nuovi, capaci di dare una visione e una prospettiva reale di crescita e sviluppo per Lucca”.