Eritrea, addio alla scuola italiana di Asmara. Buonriposi: “Una realtà da salvare”

Accoglie oltre 1200 bambini e ragazzi. La dirigente scolastica: “Come può il governo decretarne la scomparsa?”
“Ricevo oggi, grazie ad un professore che in questa scuola ha insegnato, la notizia che la scuola italiana di Asmara, se non ancora chiusa, sta per esserlo”. A parlare è Donatella Buonriposi, provveditore agli studi di Lucca e Massa Carrara-
”La scuola – dice – che dipende dal nostro ministero dell’istruzione e dal ,inistero degli esteri, è in piedi dal 1903 e accoglie oltre mille e 200 bambini e ragazzi, attenti bene non italiani ma eritrei.In questa scuola si studia e si parla in italiano. La nostra cultura italiana raggiunge soprattutto nei comportamenti e nel pensiero questi ragazzi. Dell’Eritrea nessuno ne parla, un piccolo paese nel corno africano, uno dei più poveri, schiacciato dall’Etiopia, dove però vige una forte dittatura che potrebbe essere sconfitta con la giusta gradualità e una nuova forma mentis che si va strutturando nei giovani specialmente in questa fase di rivoluzione tecnologica che ci rende tutti abitanti di un villaggio globale”.
“Questioni di carattere diplomatico ma anche ideologico – continua la Buonriposi – sembrano essere il maggior ostacolo tra i due paesi che non riescono a dialogare anche perché alla Farnesina si mantengono le vecchie logiche. Perché preoccuparsi tanto del destino di questo paese? In un momento in cui dobbiamo controllare e gestire al meglio l‘emigrazione, qui abbiamo la possibilità non solo di conservare una certa italianità ( sia chiaro, non penso affatto alla vecchia idea di colonizzazione ovviamente, lontana e decisamente superata) ma di coltivare quello che anche l’Unesco ha individuato riconoscendo Asmara patrimonio dell’umanità. Se lasciamo fare tutto questo sarà a breve cancellato. Insomma, un patrimonio architettonico italiano da recuperare anche sul piano artistico oltre ad una forma di vera integrazione aiutandoli sul posto”.
“Come può il governo italiano decretarne in questo modo la scomparsa? Se poi vogliamo entrare ancora di più nel concreto sono posti di lavoro che se ne vanno, sono opportunità di crescita a cui rinunciamo. Si pensi anche ai progetti che la nostra stessa Fondazione Banca del Monte di Lucca sta cercando di realizzare per promuovere la crescita di quel paese e anche del nostro. La scuola ha certamente un costo ma credo valga la pena sostenerlo per conservare la nostra cultura attuale, democratica e costituzionale, di cui quel paese avrebbe bisogno”.
“Ma evidentemente – conclude il provveditore agli studi – si è deciso di lasciarlo a se stesso o ai cinesi che lo stanno invadendo. Non credo però che tutto questo alla fine sia voluto (e conosciuto?) dal nostro ministro Bianchi e dallo stesso presidente Draghi”.