Marchini: “La Manifattura? C’è da augurarsi che l’asta vada deserta”

L’ex assessore e ora tra i fondatori di Impegno Civico per Lucca: “Quale Comune fa un bando indicando già a chi andrà l’immobile?”
“Pur di mettere una bandierina, si vende un pezzo di manifattura pensando erroneamente che l’avrebbe acquistato la Fondazione Cassa di Risparmio (quando mai un’amministrazione fa un bando ‘indicando’ già chi avrebbe acquistato e chi sarebbe andato ad occupare il fabbricato?) creando di fatto una turbativa d’asta”. A dirlo, intervenendo sul dibattuto tema – lo stesso che ha provocato il suo siluramento dalla giunta – è l’ex assessore Celestino Marchini, fra i fondatori di Impegno Civico per Lucca.
“Quando ci furono i lavori di sostituzione delle tubazioni del gas in via di Tiglio a S. Filippo – ricorda Marchini -, dovendo fare il senso unico per realizzare i lavori, mi venne la malsana idea di chiamarlo sperimentazione di senso unico per verificare se poteva migliorare la situazione della frazione. Apriti cielo: da subito un militante di un partito populista invita i cittadini alla protesta (i più scatenati, i commercianti e gli abitanti di via della Chiesa). Pensare che la via che avrebbe guadagnato di più in vivibilità era proprio la via della Chiesa dove il traffico sarebbe diminuito di oltre il 50%. Naturalmente quella persona e altre andarono dal sindaco per protestare, il quale convocò una conferenza stampa nella quale disse che non avremmo continuato nell’accanimento terapeutico facendomi fare la figura del pirla”.
“Mancava solo una settimana alla fine dei lavori – ricorda Marchini -. Mi chiedo se quello fu un ‘accanimento terapeutico’ come si può definire la vicenda della manifattura, dove non votai la pratica, perché per me i conti non tornavano e dove dopo tre mesi dalla mia cacciata, avvenuta in meno di 24 ore, il sindaco asserì che i conti non tornavano e che pertanto il progetto saltava. Ora pur di mettere una bandierina, si vende un pezzo di manifattura pensando erroneamente che l’avrebbe acquistato la Fondazione Cassa di Risparmio (quando mai un’amministrazione fa un bando indicando già chi avrebbe acquistato e chi sarebbe andato ad occupare il fabbricato) creando di fatto una turbativa d’asta. Di fronte alle dichiarazioni del presidente della Fondazioni, c’è solo da sperare che nessuno partecipi all’asta per non creare ulteriori danni, visto che l’eventuale acquisto mette una seria ipoteca sulla remunerabilità del resto della manifattura. Qui sì, che ancora i conti non tornano e mi domando e chiedo se l’amministrazione non possa essere chiamata a rispondere di turbativa d’asta oppure, dalla Corte dei Conti, per danno erariale. Se per una semplice esperimento il sindaco usò il termine accanimento terapeutico, cosa si dovrebbe dire dell’operazione manifattura che si protrae da due anni senza ascoltare minimamente la parte dissidente. Noi pensiamo che un opera di tale portata per la città deva essere portata avanti solo attraverso la partecipazione attiva dei cittadini nel cercare la soluzione più idonea, attraverso il dialogo, per migliorarne la vivibilità”.