Bruni: “La vendita di un’area della Manifattura? Una scelta che lascia perplessi”

L’ex assessore: “Comunque andrà l’asta certifica il fallimento dell’amministrazione Tambellini”
“Tra pochi giorni si terrà l’asta pubblica per vendere un pezzo di Manifattura, francamente la scelta mi ha lasciato perplesso per vari motivi, l’aver spezzettato il complesso immobiliare con la sola messa in vendita della stecca più pregiata mette a serio rischio sia il valore complessivo del rimanente che le sue funzioni”. A dirlo è l’ex assessore del Comune di Lucca, Moreno Bruni.
“In questo momento – afferma – molte voci girano sul destino dell’asta, dal fatto che questa possa andare deserta alla possibilità che vi sia un acquirente, a mio avviso sia la prima che la seconda ipotesi portano solo ad un fallimento di questa amministrazione perché si mette a serio rischio una visione d’insieme e quindi di un corretto sviluppo di città, lasciando solo per un capriccio finale, a pochi mesi dalle elezioni, chi subentrerà, a dover subire una scelta che ormai divide da tempo sia la politica sia le parti sociali. A questo punto meglio sarebbe rinunciare all’asta”.
“Questo pasticcio sulla Manifattura – sostiene Bruni – sembra assomigliare un po’ a quello che sta emergendo anche dal piano operativo che è stato presentato in questi giorni, sembra all’apparenza si accontenti un po’ tutti ma forse, in fondo, scontentando tutti. Particolarmente macchinoso e complesso quasi un ossimoro chiamarlo operativo, questo porterà un po’ di interventi qua e là, darà modo alle attività produttive di ampliare senza un piano di investimenti chiaro e organico per la città, si rinnovano tutte le varianti, insomma un gran bazar dove principalmente regna come sempre la mancanza di una visione di città, di territorio. Il ruolo dei quartieri, il ruolo della mobilità, il ruolo dei servizi, la collocazione di Lucca nell’area vasta, tenuto conto anche del piano d’investimenti nell’asse Europea Marsiglia Livorno nel quale Lucca deve immediatamente agganciarsi, insomma tutto approssimato. Capisco che a molti questo piano operativo potrà piacere e di questo ne sono in parte contento, ma forse doveva e poteva essere caratterizzato da un’anima culturale, sociale, ambientale, formativa ben diversa da quella propinata con questa ingegneristica mastodontica catalogazione del territorio: più che un piano operativo sembra una gran schedatura di dettaglio, che certo serve anche questa ma non è quello che la politica si deve porre nella sua espressione di visione, interazione e cintura di un territorio delicato come quello della nostra magnifica città”.