Richiesta del processo partecipativo, Uniti per la Manifattura brucia le firme in piazza

24 novembre 2021 | 12:53
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Gesto simbolico per il silenzio di Comune e Regione alla vigilia dell’asta: “L’amministrazione umilia i cittadini”

Nonostante la raccolta di 1400 firme, l’amministrazione non risponde ai comitati sulla richiesta del processo partecipativo per il recupero della manifattura tabacchi e procede sulla propria linea di vendere parte del complesso all’asta, che si terrà domani (25 novembre).

Dopo le numerose vicissitudini che si sono susseguite e la richiesta dell’apertura ad un processo partecipativo, come previsto dalla legge regionale 46/2013, i rappresentanti del comitato Uniti per la Manifattura, non ci stanno e si sono ritrovati stamani (24 novembre) in piazza san Michele per un sit-in e un flash mob di protesta.

È come se l’amministrazione comunale prendesse le 1400 firme dei cittadini che abbiamo raccolto per il processo partecipativo, inviate in Comune il 29 settembre e le bruciasse – dicono i rappresentanti di Uniti per la Manifattura, che rappresentano la scena nel flash mob organizzato, bruciando simbolicamente i moduli che sono stati utilizzati per la raccolta firme – Questa non è democrazia, questo si chiama autoritarismo e disprezzo per la società civile e le persone. E’ a dir poco strano il comportamento dell’autorità regionale alla partecipazione, che, non rispettando i tempi di risposta previsti per legge a 30 giorni, oggi dopo 50 giorni e continue sollecitazioni, rimane silenziosa. La non risposta alimenta oggettivamente domande preoccupanti sulla reale autonomia e correttezza sociale e istituzionale di questa autorità. Attendiamo a presto doverosi chiarimenti”.

Domani parte della manifattura andrà all’asta, come deciso dall’amministrazione comunale, un errore enorme secondo i rappresentanti del comitato perché questo creerebbe dei problemi al processo partecipativo della città, verso uno dei suoi luoghi simbolo. Senza contare inoltre il basso prezzo di acquisto, appena 240 euro a metro quadro.

“Ora non rimane che svendere i pezzi di particolare pregio della Manifattura, come il lotto di 6mila metri quadri, al ridicolo prezzo di 240 euro al metro quadro – proseguono da Uniti per la ManifatturaEcco, lo spezzatino è servito, la tavola è apparecchiata, senza nemmeno un po’ di riguardo nei confronti della democrazia istituzionale, facendo finta di dimenticare che tra pochi mesi vi sono le elezioni amministrative, attuando quindi nei fatti una sorta di colpo di coda che mette tutti di fronte al fatto compiuto e spesso a danni irreparabili come le colate di cemento e alienazioni di patrimonio pubblico.

Ribelliamoci a questo sistema di potere – conclude il comitato –  prendiamo in mano il nostro destino, non permettiamo più a nessuno di bruciare le domande di partecipazione e di futuro condiviso”.

“Un gesto dimostrativo – affermano Elisa Montemagni e Giovanni Minniti, rispettivamente capogruppo in consiglio regionale e comunale della Lega – che nasconde una giusta insofferenza ed indignazione verso un’amministrazione comunale lucchese che, unitamente alla Regione, si è dimostrata colpevolmente sorda agli appelli dei cittadini che volevano essere maggiormente coinvolti nella decisione sul futuro dell’ex manifattura”.

“Spingere il comitato Uniti per la Manifattura – proseguono i consiglieri – a bruciare in piazza le firme raccolte per chiedere di essere, come detto, parte in causa riguardo alla scelta sul destino dell’importante struttura cittadina, significa aver portato all’esasperazione delle persone che si sono sentite umiliate da chi non li ha presi minimamente in considerazione. Una partecipazione – precisano gli esponenti leghisti – da noi completamente appoggiata anche nelle sedi istituzionali del consiglio regionale e comunale, dove nostri atti in merito sono stati bocciati da un Pd che si conferma, dunque, distante anni luce dai cittadini”.

“Sarebbe bene – sottolineano i rappresentanti della Lega – che chi amministra la Regione e Lucca (quest’ultima, fortunatamente ancora per poco) seguano, quindi, degli appositi corsi istruttivi sul fondamentale tema della democrazia; non tenere di conto la volontà popolare, ma anche la Legge regionale sulla partecipazione che andava e va applicata, sono, infatti, un chiaro segnale di disprezzo verso la popolazione, o almeno parte di essa. Di una cosa devono essere certi i lucchesi se, come ci auguriamo, la Lega ed il centrodestra vinceranno le prossime elezioni, i cittadini non dovranno certamente fare, com’è accaduto oggi, dei falò per attirare l’attenzione di una insignificante giunta Tambellini che ha, per l’ennesima volta, ampiamente toppato”.