Prodi al Ciocco: io al Quirinale? Un azzardo della provvidenza
All’auditorium di Castelvecchio Pascoli l’ex premier ha presentato la sua autobiografia e il volume ‘L’Europa’
Strana vita, la mia, e all’auditorium di Renaissance Tuscany Il Ciocco Resort&Spa, oggi si è parlato della vita di Romano Prodi.
L’ex presidente del Consiglio ha presentato la propria autobiografia scritta insieme a Marco Ascione ed edita da Solferino, davanti al numeroso pubblico dell’auditorium, composto anche da una nutrita rappresentanza delle istituzioni locali: sindaci, consiglieri regionali, consiglieri comunali – invero tutti dell’area del centrosinistra. “Quando nomino il nome di Prodi mi trema la voce”, così ha esordito il padrone di casa, Andrea Marcucci (sottosegretario di stato ai beni culturali nel 2006 con il secondo governo Prodi), moderatore dell’incontro insieme al giornalista Luciano Tancredi.
Con la solita aria pacisna e bonaria, Prodi ha ripercorso le tappe della propria vita: “Da bambino, ottavo di nove fratelli, pagavo l’affitto al Partito Comunista”. L’esperienza da professore universitario e il curioso aneddoto raccontato con il sorriso sulle labbra: “Nel 68′ degli studenti mi chiusero in uno sgabuzzino, dopo tre ore mi liberarono dicendo che con quel cretino non avrebbero potuto far niente”. Poi tanta politica, la passione di sempre, con il primo incarico da ministro nel governo Andreotti IV. La guida della Commissione Europea e l’esigenza di un’ Europa – L’Europa è anche il titolo di un altro libro oggi presentato da Prodi edito da Rizzoli – più unita e più forte: “Vi do un dato solo: la Cina cresce di una Russia all’anno”. E ancora: “La Germania è la prima forza economica, la Francia quella politica, ma senza l’Italia non si prende nessuna decisione”.
Poi la politica interna, con una questione prioritaria: “L’Italia è un paese che ha bisogno di stabilità con cui potrebbe fare grandi cose, con un governo che duri 5 anni: è un paese che ha bisogno di una legge elettorale di tipo marcatamente maggioritario”. I Cinque Stelle? “Ancora in una fase sperimentale”.
Mancano pochi mesi all’elezione del nuovo presidente della Repubblica e i giornali sono già in fibrillazione: “Credo che la legislatura arriverà fino alla fine. Conosco bene Mario Draghi e a chi lo tira per la giacchetta dico che la giacca resta lì e lui va avanti: deve scegliere fra 1 anno di potere o 7 anni di autorità, ma certo il prossimo anno sarà cruciale per il paese e Draghi sarebbe importante a Palazzo Chigi”. A chi lo vorrebbe al posto di Mattarella risponde così: “Nel 2022 avrò 83 anni, sarebbe un azzardo della provvidenza”.
Alla fine dell’incontro il senatore Marcucci omaggia l’ex leader dell’Ulivo con un quadro della pittrice barghigiana Sandra Rigali, ma prima c’è il tempo per un’ultima domanda dal pubblico: Renzi può ancora far parte di un’eventuale coalizione di centrosinistra? “Su Renzi non rispondo nemmeno sotto tortura”.
In serata Prodi è poi arrivato a Lucca per presentare all’auditorium del Suffragio il nuovo volume di Massimo Toschi.