Baronti: “Parco delle Apuane sventrato dall’avidità umana”

Il responsabile ambiente regionale di Sinistra Italiana: “Riconversione ecologica? Va posto al centro la difesa dei parchi”
Parco delle Alpi Apuane e Asbuc nel mirino del responsabile ambiente regionale di Sinistra Italiana, Eugenio Baronti.
“Inizio con una premessa: un processo di riconversione ecologica è monco e inattuale se non pone al centro della sua azione la difesa, la valorizzazione e lo sviluppo sostenibile dei parchi nazionali e regionali e delle tante riserve naturali che hanno un’ importanza strategica per contrastare i cambiamenti climatici, in quanto, rappresentano un polmone verde ricco di bellezze naturalistiche e di ossigeno per i nostri polmoni, oltre che un piacere per i nostri occhi – afferma – I parchi regionali sono le vittime sacrificali di una politica miope, ma tra questi, assurge al ruolo di martire del disinteresse della politica, il parco delle Apuane, oggetto di sfregi che lascia esterrefatti per la portata devastante di grandi interessi che strappano, con un’infinita avidità di profitto, l’oro bianco da vendere sul mercato internazionale in blocchi di marmo e bicarbonato di calcio ricavato sempre dal marmo”.
“Esiste un Asbuc Vagli, Arni, Stazzema che dovrebbe essere un’entità organizzata, diversa e separata dal Comune appositamente costituita per la gestione dei diritti civici o meglio dei beni demaniali di proprietà collettiva – prosegue il consigliere – Questa Asbuc ha stipulato con il Comune un atto di ripartizione di beni facenti parte del patrimonio della sola Asbuc, terre dove insistono, guarda caso, gli agri marmiferi così le cave possono rimanere nella piena disponibilità del Comune e, questo, nonostante perizie demaniali, riconoscono pienamente ad Asbuc la disponibilità. La Regione Toscana, avrebbe dovuto porre in salvaguardia i beni, ed invece no, ha approvato, ai Comuni di Vagli e Stazzema, i piani di bacino, consentendo la concessione di agri marmiferi”.
Baronti mette nel mirino la gestione di Asbuc, e “a richiesta di chiarimenti, sia al Comune che ad Asbuc nessuno si sente in dovere di rispondere perché la gestione dei due enti è tutta sotto la stessa regia. A conclusione di questa incredibile storia ricordo che l’Asbuc, costituita ai sensi dell’articolo 26 legge numero 1766/27 e dall’articolo 64 del relativo regolamento ma anche da quanto riportato nella legge regionale 27/2014 considera che: ‘l’amministrazione degli usi civici, compete al soggetto gestore che la esercita a profitto della collettività degli utenti, assicurando non soltanto la tutela e conservazione dei beni del demanio civico collettivo e dei diritti di uso civico, ma promuovendo altresì lo sviluppo sostenibile delle aree interessate dagli usi civici mediante la mobilitazione di una pluralità di risorse interne e trattenendo in loco gli effetti moltiplicativi’. Dov’è finito il ruolo di vigilanza e di sorveglianza della Regione Toscana?“.