Primarie Pd, Baronti: “Completamente prive di senso e contenuti”

L’ex assessore regionale: “I candidati non dicono apertamente ai cittadini quello che pensano sulle questioni dirimenti per il futuro di questa città”
“Io sono capannorese, quindi non voto a Lucca, ma se fossi un residente, non parteciperei alle primarie del Pd sia perché questo partito non mi ha mai rappresentato politicamente e, men che meno, mi rappresenta oggi, sia perché considero queste primarie svuotate completamente di senso, senza contenuti, all’insegna di un ordinario galleggiamento su di un esistente per nulla confortante”.
Così si esprime l’ex assessore regionale all’ambiente Eugenio Baronti sulle primarie del Pd che questa domenica (19 dicembre) chiameranno alle urne gli elettori di Lucca per indicare il proprio candidato sindaco alle prossime elezioni di primavera 2022. La scelta è fra Francesco Raspini, assessore ai lavori pubblici e Ilaria Vietina, assessore all’istruzione e alle pari opportunità. “Conosco personalmente i due candidati e le ritengo brave e degne persone, nutro per loro sincera simpatia, però – continua Baronti – queste non sono assolutamente categorie politiche da prendere in considerazione nella scelta del futuro sindaco. Mettiamo che io volessi andare a votare, su che basi dovrei scegliere un candidato piuttosto che un altro, per la simpatia, il sorriso, la capacità oratoria, o la loro fotogenia? Le primarie sarebbero anche una cosa seria se, per esempio, si potesse scegliere tra due o più candidati portatori di progetti politici amministrativi diversi che dicono apertamente ai cittadini quello che pensano sulle questioni dirimenti che condizionano il futuro di questa città”.
Questioni che il responsabile regionale all’ambiente di Sinistra Italiana specifica, sottolineando la mancata presa di posizione dei due candidati: “Alcune domande: come la pensano i due candidati sull’eterna questione degli assi viari? Persevereranno nella solita antica e anacronistica posizione nata negli anni ’80 del novecento, del si deve fare in nome dello sviluppo, oppure dicono di no e si fanno promotori per costruire una nuova cultura per una mobilità sostenibile delle merci e delle persone adeguata alle esigenze e necessità del XXI secolo? Sulla vendita della manifattura tabacchi e sull’indifferenza e arroganza dimostrata da questa giunta, di cui loro fanno parte, cosa dicono, fanno un’autocritica adoperandosi per trovare una via d’uscita dignitosa avviando un percorso partecipativo così come richiesto da tanti cittadini, oppure andranno avanti sulla strada della svendita ai privati? Ancora, cosa pensano i due candidati rispetto alla cementificazione e al consumo di suolo, che sta causando la perdita di servizi ecosistemici nell’intera piana lucchese, che accresce la pericolosità idraulica e crea danni sempre più pesanti di fronte a qualsiasi evento meteorologico intenso, sempre più frequenti a causa dei cambiamenti climatici?”.
“E sul ruolo e le funzioni del centro storico cosa pensano? – s’interroga Baronti – Cosa intendono fare per recuperare il centro storico, una identità ormai completamente smarrita, per restituirli una funzione residenziale, per riportare dentro le mura, vita, socialità e impedire che si trasformi completamente in una città museo e in un immenso mangificio a cielo aperto? Intendono recuperare il valore degli spazi pubblici dentro la città per decenni sacrificati e distrutti nella rincorsa acritica al mito della città moderna fatta solo a misura dell’automobile? Con quali progetti industriali concreti si vuole concretizzare l’idea di uno sviluppo di una economia circolare quando non si è fatto niente per creare un’impiantistica a livello della piana lucchese per la valorizzazione delle materie prime seconde recuperate dalla gestione differenziata dei rifiuti urbani e industriali? Continueranno anche loro a gestire i rifiuti portandoli a giro per il paese con gravi danni ambientali ed economici e lasciando campo libero alle ecomafie?”
“Ecco, se iniziassero a rispondere ad alcune di queste domande mettendoci la faccia, dicendo, io su questa questione la penso così e, se verrò eletto sindaco, farò così, farebbero un bel servizio ad un sistema politico in grande affanno e in forte deficit di credibilità. La trasparenza e la chiarezza nell’immediato può anche non pagare perché si rischia di scontentare qualcuno ma, un buon amministratore, lo si giudica dal coraggio con cui sa dire come la pensa dicendo dei no o dei sì, chiari e forti, perché, in politica, volere accontentare tutti, significa non fare niente, galleggiare e nel migliore dei casi, gestire l’ordinaria amministrazione dell’esistente, che, in questo passaggio storico epocale, dove è necessario rimettere in discussione quasi tutto, questo rappresenta un vero e proprio delitto contro la città” conclude l’ex assessore regionale.