Europa Verde lancia la rubrica ‘green’: primo appuntamento con il tema della mobilità

Il partito: “l nostro intento è anche quello di orientare la campagna elettorale sui temi”
Tematiche verdi per Lucca. È questo il nome della rubrica inaugurata oggi (22 dicembre) da Europa Verde per offrire alla città alcune proposte per il miglioramento dell’ambiente, della vita dei singoli e della comunità intera.
“Troppo spesso la transizione ecologica corrisponde ad annunci sterili, slogan che hanno solo l’obiettivo di colorare di verde la facciata del business as usual – spiegano da Europa Verde -. È necessario invece incidere in profondità, per creare un nuovo paradigma (in questo caso cittadino e comunale) davvero ecologico e sostenibile. Il nostro intento è anche quello di orientare la campagna elettorale sui temi, mentre il dibattito spesso si perde sulle diatribe tra i vari schieramenti politici, rischiando di diventare asfittico e distruttivo. Questo percorso vuole invece essere costruttivo, propositivo e aperto ai contributi di tutta la cittadinanza”.
Mobilità
Il primo tema affrontato è quello della mobilità. “Tutte e tutti parlano e provano in prima persona ogni giorno le problematiche, sempre crescenti, legate alla mobilità nella nostra città. Nonostante i tanti buoni propositi il problema non si risolve, ma anzi si peggiora, come pure è sempre più grave l’inquinamento acustico e dell’aria – ricordano da Europa Verde -. Si sente parlare tanto di mobilità sostenibile, che dovrebbe essere quel sistema ideale dei trasporti che permette di ridurre l’impatto ambientale del settore, rendendo al contempo gli spostamenti più efficienti e veloci, con minori stress per il cittadino. Se guardiamo le ultime amministrazioni che si sono succedute in questi ultimi 15 anni a Lucca, si denota che tutte hanno agito cercando innanzitutto di salvaguardare la mobilità e la sosta nel centro storico, mentre fuori le Mura si sono avuti investimenti su alcuni piccoli tratti viari e sulle piste ciclabili. Tuttavia, è da rilevare che spesso l’argomento viene approcciato con l’idea di fluidificare e di spostare il traffico (pensando ad esempio all’annoso problema dei tir sulla circonvallazione), ma questo approccio è assolutamente non sufficiente, e anzi porta solo ad un peggioramento del problema, aumentando il valore assoluto del traffico privato con la costruzione di nuove strade”.
“Il traffico, le code, la mobilità, sono una questione urgente e primaria per il cittadino e per l’ambiente, in quanto uno dei principali fattori che concorrono alle emissioni di anidride carbonica e quindi alla crisi climatica. A questo proposito l’approccio non può essere che quello di puntare ad una drastica riduzione del traffico privato, in favore di una mobilità dolce e condivisa – va avanti Europa Verde -. E quindi, come primo punto, c’è bisogno di un assessorato dedicato e di un ufficio ben strutturato, che possano portare a dei risultati tangibili nel minor tempo possibile. Centrale deve essere la figura del Mobility Manager (che il ministro Giovannini vuole rendere obbligatorio nelle città sopra i 50mila cittadini e nelle imprese sopra i 100 addetti). Al Mobility Manager deve essere assegnato un ruolo importante per la città, deve realmente promuovere il Piano Spostamenti Casa-Lavoro (Pscl), con il quale i lavoratori devono essere aiutati ad organizzarsi, promuovendo l’uso di car pooling, car sharing, taxi collettivo, servizi dedicati, promozione della bicicletta e della pedonalità, incentivi all’uso del trasporto pubblico”.
“È quindi fondamentale partire da rilevazioni statistiche nell’ambito comunale o meglio provinciale, con la mappatura degli spostamenti delle persone da e per la scuola, da e per il luogo di lavoro, con le modalità e gli orari. Vanno investite risorse in questo studio, le scuole ed i luoghi di lavoro devono collaborare per l’acquisizione dei dati, e per le decisioni da assumere – conclude Europa Verde -. È il momento di pensare che investire in 100 milioni di informazioni piuttosto che in 100 metri di strada, possa fare la differenza. Perché dopo la raccolta e l’analisi dei risultati (orari, zone di concentrazione del traffico, numero di mezzi) si dovranno attuare forme di convincimento per trasformare, nei limiti del possibile, le abitudini sbagliate di mobilità, che dovranno essere sempre più condivise e non personali. Il prossimo articolo della rubrica verterà su alcune di queste modalità, che dovranno sempre tenere conto del contesto territoriale e sociale”.